Cari fratelli e sorelle meditiamo il commento al Vangelo Lc 2,16-21 che il Santo Padre Francesco ha preparato per la celebrazione della 54a Messa per la giornata mondiale della pace.
Dalle letture della liturgia odierna risaltano tre verbi che trovano compimento nella Madre di Dio: benedire, nascere e trovare.
Benedire. Nel libro dei numeri il Signore chiede che i ministri sacri benedicano il suo popolo “Benedirete gli Israeliti e direte loro ti benedica il Signore”. Non è una pia esortazione, è una richiesta precisa ed è importante che anche oggi i sacerdoti benedicano il popolo di Dio senza stancarsi e che pure tutti i fedeli siano portatori di benedizione, benedicano.
Il Signore sa che abbiamo bisogno di essere benedetti. La prima cosa che ha fatto dopo la creazione è stata “dire bene” di ogni cosa e dire molto bene di noi. Ma ora con il figlio di Dio non riceviamo solo parole di benedizione ma la benedizione stessa. Gesù è la benedizione del padre, in lui il padre, dice San Paolo, ci benedice con ogni benedizione. Ogni volta che apriamo il cuore a Gesù la benedizione di Dio entra nella nostra vita.
Oggi celebriamo il figlio di Dio, il Benedetto per natura, che viene a noi attraverso la madre, la Benedetta per Grazia. Maria ci porta così la benedizione di Dio: dove c’è lei arriva Gesù. Perciò abbiamo bisogno di accoglierla come Santa Elisabetta che la fece entrare nella sua casa e subito riconobbe la benedizione e disse: “Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo”. Sono le parole che ripetiamo nell’Ave Maria.
Facendo posto a Maria veniamo benedetti ma impariamo pure a benedire. La Madonna Infatti insegna che la benedizione si riceve per donarla. Lei, la Benedetta, è stata benedizione per tutti coloro che ha incontrato, per Elisabetta, per gli sposi a Cana per gli apostoli nel Cenacolo.
Anche noi siamo chiamati a benedire, a dire bene il nome di Dio. Il mondo è gravemente inquinato dal dire male e dal pensare male degli altri, della società e di se stessi. Ma la maldicenza corrompe, fa degenerare tutto, mentre la benedizione rigenera, da’ forza per ricominciare ogni giorno.
Chiediamo alla Madre di Dio la grazia di essere per gli altri portatori gioiosi della benedizione di Dio, come Lei è lo è per noi.
Nascere è il secondo verbo. San Paolo sottolinea che il figlio di Dio è nato da donna. In poche parole ci dice una cosa meravigliosa: che il Signore è nato come noi, non è apparso adulto ma bambino, non è venuto al mondo da solo ma da una donna; dopo nove mesi nel grembo della madre dalla quale si è lasciato tessere l’umanità, il cuore del Signore ha iniziato a palpitare in Maria. Il Dio della vita ha preso l’ossigeno da Lei. Allora Maria ci unisce a Dio, perché in lei Dio si è legato alla nostra carne e non l’ha lasciata mai più.
“Maria, amava dire San Francesco, ha reso nostro fratello e signore della Maestà”. Ella non è solo il ponte tra noi e Dio, è di più, è la strada che Dio ha percorso per giungere a noi ed è la strada che noi dobbiamo percorrere noi per giungere a Lui. Attraverso Maria incontriamo Dio come lui vuole, nella tenerezza, nell’intimità, nella carne. Perché Gesù non è un’idea astratta, è concreto, incarnato, è nato da donna ed è cresciuto pazientemente.
Le donne conoscono questa concretezza paziente, noi uomini siamo spesso astratti e vogliamo qualcosa subito, le donne sono concrete e sanno tessere con pazienza i fili della vita. Quante donne, quante madri in questo mondo fanno nascere e rinascere vita, dando futuro al mondo. Non siamo al mondo per morire ma per generare vita. La santa madre Maria ci insegna che per dare vita a quanto ci circonda, occorre amarlo dentro di noi. Ella, dice oggi il Vangelo, custodiva tutto nel cuore, ed è dal cuore che nasce il bene e dice quanto è importante tenere pulito il cuore, custodire la vita interiore, praticare la preghiera.
Quanto è importante educare il cuore alla cura ad avere care le persone le cose. Tutto comincia da qui, dal prenderci cura degli altri del mondo e del Creato. Non serve conoscere tante persone, tante cose se non ce ne prendiamo cura. Quest’anno, mentre speriamo in una rinascita e nuove cure non tralasciamo la cura, perché oltre al vaccino per il corpo serve il vaccino per il cuore e questo vaccino è la cura. Sarà un buon anno se ci prenderemo cura degli altri, come fa la Madonna con noi.
Il terzo verbo è trovare. Il Vangelo dice che i pastori trovarono Maria e Giuseppe e il bambino; non trovarono segni prodigiosi e spettacolari ma una semplice famiglia. Lì però trovarono veramente Dio, che è grandezza nella piccolezza, fortezza nella tenerezza.
Ma come fecero i pastori a trovare questo segno così poco appariscente? Furono chiamati da un angelo. Anche noi non avremmo trovato Dio se non fossimo stati chiamati per grazia, non potevamo immaginare un Dio simile, che nasce da donna e rivoluziona la storia con la tenerezza; ma per grazia lo abbiamo trovato e abbiamo scoperto che il suo perdono fa rinascere, che la sua consolazione accende la speranza e la sua presenza non ha una gioia insopprimibile.
Lo abbiamo trovato ma non dobbiamo perderlo di vista, il Signore Infatti non si trova una volta per tutte, ma va trovato ogni giorno. Perciò il Vangelo descrive i pastori sempre in ricerca in movimento: andarono senza indugio, trovarono riferirono, se ne tornarono glorificando e lodando Dio; non erano passivi, perché per accogliere la grazia bisogna restare attivi.
E noi che cosa siamo chiamati a trovare all’inizio dell’anno? Sarebbe bello trovare tempo per qualcuno, il tempo è la ricchezza che tutti abbiamo ma di cui siamo gelosi perché vogliamo usarla solo per noi. Va chiesta la grazia di trovare tempo; tempo per Dio, tempo per gli uomini, per il prossimo, per chi è solo, per chi soffre, per chi ha bisogno di ascolto e cura. Se troveremo tempo da regalare, saremmo stupiti e felici come i pastori. La Madonna che ha portato Dio nel tempo, ci aiuti a donare il nostro tempo.
Santa Madre di Dio a te consacriamo il nuovo anno. Tu che sai custodire nel cuore, prenditi cura di noi, benedici il nostro tempo e insegnaci a trovare tempo per Dio e per gli altri. Noi con gioia e fiducia ti acclamiamo Santa Madre di Dio. E così sia.
Omelia di Papa Francesco letta dal Segretario di Stato Pietro Parolin nella S.Messa del 1 Gennaio 2021