Carissimi, ci attendono 3 giornate importanti: venerdì 1 novembre ricorre la Solennità di Tutti i Santi, sabato 2 novembre ricordiamo i nostri parenti ed amici defunti, domenica 3 infine sarà la XXXIesima domenica del Tempo Ordinario.
Di seguito trovate il commento di papa Francesco sui Vangeli di queste giornate e gli orari delle celebrazioni.
Ricordiamo a tutti che, con il ritorno all’ora solare, come di consueto, le Messe prefestive e vespertine delle domeniche e delle altre festività come pure le Messe vespertine feriali saranno celebrate alle ore 18:00.
Ricordiamo inoltre che sabato 2 novembre, oltre alle consuete celebrazioni dei giorni feriali, alle ore 11:00 sarà celebrata una Messa anche al cimitero dell’Olmo.
Buone Festività a tutti.
1 Novembre – Tutti i Santi
Dal libro dell’Apocalisse di san Giovanni apostolo (7,2-4.9-14)
Io, Giovanni, vidi salire dall’oriente un altro angelo, con il sigillo del Dio vivente. E gridò a
gran voce ai quattro angeli, ai quali era stato concesso di devastare la terra e il mare:
«Non devastate la terra né il mare né le piante, finché non avremo impresso il sigillo sulla
fronte dei servi del nostro Dio». E udii il numero di coloro che furono segnati con il
sigillo: centoquarantaquattromila segnati, provenienti da ogni tribù dei figli d’Israele.
Dopo queste cose vidi: ecco, una moltitudine immensa, che nessuno poteva contare, di
ogni nazione, tribù, popolo e lingua. Tutti stavano in piedi davanti al trono e davanti
all’Agnello, avvolti in vesti candide, e tenevano rami di palma nelle loro mani. E
gridavano a gran voce: «La salvezza appartiene al nostro Dio, seduto sul trono, e
all’Agnello». E tutti gli angeli stavano attorno al trono e agli anziani e ai quattro esseri
viventi, e si inchinarono con la faccia a terra davanti al trono e adorarono Dio dicendo:
«Amen! Lode, gloria, sapienza, azione di grazie, onore, potenza e forza al nostro Dio nei
secoli dei secoli. Amen». Uno degli anziani allora si rivolse a me e disse: «Questi, che
sono vestiti di bianco, chi sono e da dove vengono?». Gli risposi: «Signore mio, tu lo sai».
E lui: «Sono quelli che vengono dalla grande tribolazione e che hanno lavato le loro vesti,
rendendole candide nel sangue dell’Agnello».
Salmo 23 – Rit.: Ecco la generazione che cerca il tuo volto, Signore
Dalla prima lettera di san Giovanni apostolo (3,1-3)
Carissimi, vedete quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati figli di Dio,
e lo siamo realmente! Per questo il mondo non ci conosce: perché non ha conosciuto lui.
Carissimi, noi fin d’ora siamo figli di Dio, ma ciò che saremo non è stato ancora rivelato.
Sappiamo però che quando egli si sarà manifestato, noi saremo simili a lui, perché lo
vedremo così come egli è.
Chiunque ha questa speranza in lui, purifica se stesso, come egli è puro.
Dal Vangelo secondo Matteo (5,1-12)
In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a
lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo:
«Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli.
Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati.
Beati i miti, perché avranno in eredità la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli.
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di
male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra
ricompensa nei cieli».
Puoi ascoltare il vangelo al link: https://www.lachiesa.it/liturgia/allegati/mp3/S1101.mp3
Papa Francesco – Angelus del 1.11.2021
Cari fratelli e sorelle, buongiorno!
Oggi celebriamo Tutti i Santi e nella Liturgia risuona il messaggio “programmatico” di Gesù
cioè le Beatitudini (cfr Mt 5,1-12a). Esse ci mostrano la strada che conduce al Regno di Dio e
alla felicità: la strada dell’umiltà, della compassione, della mitezza, della giustizia e della pace.
Essere santi è camminare su questa strada. Soffermiamoci ora su due aspetti di questo stile
di vita. Due aspetti che sono proprio di questo stile di vita di santità: la gioia e la profezia.
La gioia. Gesù comincia con la parola «Beati» (Mt 5,3). È l’annuncio principale, quello di una
felicità inaudita. La beatitudine, la santità non è un programma di vita fatto solo di sforzi e
rinunce, ma è anzitutto la gioiosa scoperta di essere figli amati da Dio. E questo ti riempie di
gioia. Non è una conquista umana, è un dono che riceviamo: siamo santi perché Dio, che è il
Santo, viene ad abitare la nostra vita. È Lui che dà la santità a noi. Per questo siamo beati! La
gioia del cristiano, allora, non è l’emozione di un istante o un semplice ottimismo umano, ma
la certezza di poter affrontare ogni situazione sotto lo sguardo amoroso di Dio, con il
coraggio e la forza che provengono da Lui. I Santi, anche tra molte tribolazioni, hanno vissuto
questa gioia e l’hanno testimoniata. Senza gioia, la fede diventa un esercizio rigoroso e
opprimente, e rischia di ammalarsi di tristezza. Prendiamo questa parola: ammalarsi di
tristezza. Un Padre del deserto diceva che la tristezza è «un verme del cuore», che corrode la
vita (cfr Evagrio Pontico, Gli otto spiriti della malvagità, XI). Interroghiamoci su questo: siamo
cristiani gioiosi? Io, sono un cristiano gioioso o non lo sono? Diffondiamo gioia o siamo
persone spente, tristi, con la faccia da funerale? Ricordiamoci che non c’è santità senza gioia!
Il secondo aspetto: la profezia. Le Beatitudini sono rivolte ai poveri, agli afflitti, agli
affamati di giustizia. È un messaggio contro-corrente. Il mondo infatti dice che per avere la
felicità devi essere ricco, potente, sempre giovane e forte, godere di fama e di successo. Gesù
rovescia questi criteri e fa un annuncio profetico – e questa è la dimensione profetica della
santità –: la vera pienezza di vita si raggiunge seguendo Gesù, praticando la sua Parola. E
questo significa un’altra povertà, cioè essere poveri dentro, svuotarsi di sé stessi per fare
spazio a Dio. Chi si crede ricco, vincente e sicuro, fonda tutto su di sé e si chiude a Dio e ai
fratelli, mentre chi sa di essere povero e di non bastare a sé stesso rimane aperto a Dio e al
prossimo. E trova la gioia. Le Beatitudini, allora, sono la profezia di un’umanità nuova, di un
modo nuovo di vivere: farsi piccoli e affidarsi a Dio, invece di emergere sugli altri; essere
miti, invece che cercare di imporsi; praticare la misericordia, anziché pensare solo a sé stessi;
impegnarsi per la giustizia e la pace, invece che alimentare, anche con la connivenza,
ingiustizie e disuguaglianze. La santità è accogliere e mettere in pratica, con l’aiuto di Dio,
questa profezia che rivoluziona il mondo. Allora possiamo chiederci: io testimonio la
profezia di Gesù? Esprimo lo spirito profetico che ho ricevuto nel Battesimo? O mi adeguo
alle comodità della vita e alla mia pigrizia, pensando che tutto vada bene se va bene a me?
Porto nel mondo la novità gioiosa della profezia di Gesù o le solite lamentele per quello che
non va? Domande che ci farà bene farci.
Link: http://Angelus, 1 novembre 2021, Solennità di Tutti i Santi | Francesco
3 Novembre – XXXI Domenica per Annum
Dal libro del Deuteronòmio (6,2-6)
Mosè parlò al popolo dicendo: «Temi il Signore, tuo Dio, osservando per tutti i giorni
della tua vita, tu, il tuo figlio e il figlio del tuo figlio, tutte le sue leggi e tutti i suoi
comandi che io ti do e così si prolunghino i tuoi giorni.
Ascolta, o Israele, e bada di metterli in pratica, perché tu sia felice e diventiate molto
numerosi nella terra dove scorrono latte e miele, come il Signore, Dio dei tuoi padri, ti ha
detto. Ascolta, Israele: il Signore è il nostro Dio, unico è il Signore. Tu amerai il Signore,
tuo Dio, con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutte le forze.
Questi precetti che oggi ti do, ti stiano fissi nel cuore».
Salmo 17 – Rit.: Ti amo, Signore, mia forza.
Dalla lettera agli Ebrei (7,23-28)
Fratelli, [nella prima alleanza] in gran numero sono diventati sacerdoti, perché la morte
impediva loro di durare a lungo. Cristo invece, poiché resta per sempre, possiede un
sacerdozio che non tramonta. Perciò può salvare perfettamente quelli che per mezzo di
lui si avvicinano a Dio: egli infatti è sempre vivo per intercedere a loro favore.
Questo era il sommo sacerdote che ci occorreva: santo, innocente, senza macchia,
separato dai peccatori ed elevato sopra i cieli. Egli non ha bisogno, come i sommi
sacerdoti, di offrire sacrifici ogni giorno, prima per i propri peccati e poi per quelli del
popolo: lo ha fatto una volta per tutte, offrendo se stesso.
La Legge infatti costituisce sommi sacerdoti uomini soggetti a debolezza; ma la parola
del giuramento, posteriore alla Legge, costituisce sacerdote il Figlio, reso perfetto per sempre.
Dal Vangelo secondo Marco (12,28-34)
In quel tempo, si avvicinò a Gesù uno degli scribi e gli domandò: «Qual è il primo di tutti
i comandamenti?».
Gesù rispose: «Il primo è: “Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l’unico Signore; amerai
il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e
con tutta la tua forza”. Il secondo è questo: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Non
c’è altro comandamento più grande di questi».
Lo scriba gli disse: «Hai detto bene, Maestro, e secondo verità, che Egli è unico e non vi è
altri all’infuori di lui; amarlo con tutto il cuore, con tutta l’intelligenza e con tutta la forza
e amare il prossimo come se stesso vale più di tutti gli olocausti e i sacrifici».
Vedendo che egli aveva risposto saggiamente, Gesù gli disse: «Non sei lontano dal regno
di Dio». E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo.
Puoi ascoltare il vangelo al link: https://www.lachiesa.it/liturgia/allegati/mp3/BO310.mp3
Papa Francesco – Angelus del 31.10.2021
Cari fratelli e sorelle, buongiorno!
Nella Liturgia di oggi, il Vangelo racconta di uno scriba che si avvicina a Gesù e gli domanda:
«Qual è il primo di tutti i comandamenti?» (Mc 12,28). Gesù risponde citando la Scrittura e
afferma che il primo comandamento è amare Dio; da questo poi, per naturale conseguenza,
deriva il secondo: amare il prossimo come sé stessi (cfr vv. 29-31). Udita questa risposta, lo
scriba non soltanto la riconosce giusta ma nel farlo, nel riconoscerla giusta, ripete quasi le
stesse parole dette da Gesù: «Hai detto bene, Maestro, e secondo verità, che amarlo con
tutto il cuore, con tutta l’intelligenza e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso
vale più di tutti gli olocausti e i sacrifici» (vv. 32-33).
Possiamo domandarci: Perché, nel dare il suo assenso, quello scriba sente il bisogno di ridire
le stesse parole di Gesù? Questa ripetizione pare tanto più sorprendente se pensiamo che
siamo nel Vangelo di Marco, il quale ha uno stile molto conciso. Che senso ha allora questa
ripetizione? Questa ripetizione è un insegnamento, per noi tutti che ascoltiamo. Perché la
Parola del Signore non può essere ricevuta come una qualsiasi notizia di cronaca. La Parola
del Signore va ripetuta, fatta propria, custodita. La tradizione monastica, dei monaci, usa un
termine audace ma molto concreto. Dice così: la Parola di Dio va “ruminata”. “Ruminare” la
Parola di Dio. Possiamo dire che è così nutriente che deve raggiungere ogni ambito della vita:
coinvolgere, come dice Gesù oggi, tutto il cuore, tutta l’anima, tutta la mente, tutta la forza
(cfr v. 30). La Parola di Dio deve risuonare, echeggiare, e riecheggiare dentro di noi. Quando
c’è quest’eco interiore che si ripete, significa che il Signore abita il cuore. E dice a noi, come a
quel bravo scriba del Vangelo: «Non sei lontano dal regno di Dio» (v. 34).
Cari fratelli e sorelle, il Signore non cerca tanto degli abili commentatori delle Scritture,
cerca cuori docili che, accogliendo la sua Parola, si lasciano cambiare dentro. Ecco perché è
così importante familiarizzare con il Vangelo, averlo sempre a portata di mano – anche un
piccolo Vangelo in tasca, nella borsa per leggerlo e rileggerlo, appassionarsene. Quando lo
facciamo, Gesù, Parola del Padre, ci entra nel cuore, diventa intimo a noi e noi portiamo
frutto in Lui. Prendiamo ad esempio il Vangelo di oggi: non basta leggerlo e capire che
bisogna amare Dio e il prossimo. È necessario che questo comandamento, che è il “grande
comandamento”, risuoni in noi, venga assimilato, diventi voce della nostra coscienza. Allora
non rimane lettera morta, nel cassetto del cuore, perché lo Spirito Santo fa germogliare in
noi il seme di quella Parola. E la Parola di Dio opera, è sempre in movimento, è viva ed
efficace (cfr Eb 4,12). Così ognuno di noi può diventare una “traduzione” vivente, diversa e
originale. Non una ripetizione, ma una “traduzione” vivente, diversa e originale, dell’unica
Parola di amore che Dio ci dona. Questo lo vediamo nella vita dei Santi per esempio: nessuno
è uguale all’altro, sono tutti diversi, ma tutti con la stessa Parola di Dio.
Oggi, dunque, prendiamo esempio da questo scriba. Ripetiamo le parole di Gesù, facciamole
risuonare in noi: “Amare Dio con tutto il cuore, con tutta l’anima, con tutta la mente e con
tutta la forza e il prossimo come me stesso”. E chiediamoci: questo comandamento, orienta
davvero la mia vita? Questo comandamento trova riscontro nelle mie giornate? Ci farà bene
stasera, prima di addormentarci, fare l’esame di coscienza su questa Parola, vedere se oggi
abbiamo amato il Signore e abbiamo donato un po’ di bene a chi ci è capitato di incontrare.
Che ogni incontro sia dare un po’ di bene, un po’ di amore, che viene da questa Parola. La
Vergine Maria, nella quale la Parola di Dio si è fatta carne, ci insegni ad accogliere nel cuore le
parole vive del Vangelo.
Zona Pastorale di Budrio
Orario Messe Festive
Prefestive: Pieve di Budrio ore 17:00, Cento ore 18:00, San Lorenzo ore 18:00
Festive: San Lorenzo ore 8:00, Olmo ore 9:00, Prunaro e Pieve ore 9:30, San Lorenzo ore 10:30, Bagnarola e Maddalena ore 11:00 (a mesi alterni), Mezzolara/Dugliolo ore 11:00, Vedrana ore 11:15, San Lorenzo ore 18:00
Per ulteriori informazioni e Orari Messe feriali visita il sito https://www.parrocchiedibudrio.it
Parrocchia San Lorenzo di Budrio
Per informazioni 051 800056 (ore 9-12) oppure info@sanlorenzobudrio.it
Carità
Per le OFFERTE utilizzare i seguenti conti correnti specificando l’intenzione:
• Parrocchia San Lorenzo: IBAN IT42K0200836640000001027986
• Parrocchia San Lorenzo – Caritas: IBAN IT86Z0707236640000000190889
• Parr. S. Lorenzo – Casa di Ospitalità Sant’Agata: IBAN IT97P0538736640000001047364
Calendario parrocchiale
Con il ritorno all’ora solare, a partire da domenica 27 ottobre, come di consueto, le Messe prefestive e vespertine delle domeniche e delle altre festività come pure le Messe vespertine feriali saranno celebrate alle ore 18:00
Venerdì 1 novembre – Solennità di Tutti i Santi
“Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli”
Nella messa vespertina delle ore 18:00 ricordo di tutti i fedeli defunti della parrocchia nel periodo 2 novembre 2023 – 1 novembre 2024
Sabato 2 Commemorazione di tutti i fedeli defunti
Messe come nei giorni feriali alle ore 8:30 e 18:00
ore 11:00 Santa Messa al Cimitero
Domenica 3 novembre XXXI Domenica del Tempo Ordinario
“Amerai il Signore tuo Dio. Amerai il prossimo tuo”
Nella messa delle ore 10:30 ricordo per i caduti di tutte le guerre
Lunedì 4 Santi Vitale ed Agricola, protomartiri della Chiesa bolognese – Festa
Martedì 5 San Carlo Borromeo, vescovo
Venerdì 8 Tutti i Santi della Chiesa bolognese
Sabato 9 Dedicazione della Basilica Lateranense
Domenica 10 novembre – XXXII Domenica del Tempo Ordinario
“Questa vedova, così povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri”
Lunedì 11 San Martino di Tours
Martedì 12 San Giosafat, vescovo e martire
Sabato 16 Tutti i Santi dell’Ordine dei Servi di Maria – Festa
Domenica 17 novembre – XXXIII Domenica del Tempo Ordinario
“Il Figlio dell’uomo radunerà i suoi eletti dai quattro venti”