Cari amici,
questa è la domenica detta del Buon Pastore perché il capitolo 10 del Vangelo di Giovanni è incentrato proprio su questa immagine.
Ci introduce a vivere questa domenica il commento di Elena
Mi colpiscono in questo vangelo due parole: recinto, porta.
Il recinto delimita una zona di comfort, di protezione, anticamente erano pietre a secco con cui il pastore costruiva muretti bassi per proteggere le proprie pecore, animali per lui preziosissimi che rappresentavano la sua fonte di vita.
Per noi il recinto rappresenta l’area dei nostri affetti, le persone con cui abbiamo scelto di condividere la nostra vita, i nostri amici, la comunità nella quale viviamo.
La porta, invece, interrompe la linea del recinto, viene aperta dal guardiano con un atto volontario di chi riconosce la persona che ha davanti: come facciamo tutti noi, quando apriamo la porta della nostra casa a chi identifichiamo nel volto, nella voce e nell’immagine.
In piedi, il pastore ci aspetta per indicarci la strada verso luoghi belli, luoghi in cui scegliamo di andare con Lui, Insieme.
Certo, abbiamo inviti, occasioni, prospettive che come dice il Vangelo, provengono “da altre parti”, sono richiami convincenti e seducenti che riceviamo ogni giorno durante la nostra vita frenetica, sono scorciatoie facili che seguiamo per stanchezza, per dovere e disattenzione.
SAPPIAMO però, che quello a cui portano non sono luoghi belli, non sono luoghi di Salvezza.
Cristo, che ci ama di un amore infinito è disposto sempre, incessantemente a venire a cercarci fino alla porta del nostro cuore, perché vuole che la spalanchiamo alla Sua Resurrezione.
E noi, siamo pronti come il guardiano ad aprire le porte dei nostri recinti per farci disturbare da chi ci sta di fronte?
In allegato come al solito il foglietto con le letture, il commento di p. Antonio e la vignetta di don Gioba
3_5_2020 Foglietto Avvisi