Eccoci alla seconda domenica dopo Natale in cui riascoltiamo il Prologo del Vangelo di Giovanni (che era già stato proclamato nella messa del giorno di Natale) ma che, per la densità teologica del suo contenuto, merita una seconda lettura.
Il giorno dopo, solennità dell’Epifania, ascolteremo invece il racconto della nascita di Gesù nella versione che ne dà Matteo, centrata sulla visita dei Magi.
Di seguito trovate le letture di queste due festività ed il relativo commento di papa Francesco.
Infine, oltre alla consueta vignetta, nelle pagine che abbiamo cominciato a dedicare al Giubileo, il link per riascoltare l’intervista a don Francesco Scalzotto.
Buona lettura e … buona Epifania
5 Gennaio – II Domenica dopo Natale
Dal libro del Siràcide (24,1-4.12-16)
La sapienza fa il proprio elogio, in Dio trova il proprio vanto, in mezzo al suo popolo
proclama la sua gloria.
Nell’assemblea dell’Altissimo apre la bocca, dinanzi alle sue schiere proclama la sua
gloria, in mezzo al suo popolo viene esaltata, nella santa assemblea viene ammirata, nella
moltitudine degli eletti trova la sua lode e tra i benedetti è benedetta, mentre dice:
«Allora il creatore dell’universo mi diede un ordine, colui che mi ha creato mi fece
piantare la tenda e mi disse: “Fissa la tenda in Giacobbe e prendi eredità in Israele,
affonda le tue radici tra i miei eletti”.
Prima dei secoli, fin dal principio, egli mi ha creato, per tutta l’eternità non verrò meno.
Nella tenda santa davanti a lui ho officiato e così mi sono stabilita in Sion.
Nella città che egli ama mi ha fatto abitare e in Gerusalemme è il mio potere.
Ho posto le radici in mezzo a un popolo glorioso, nella porzione del Signore è la mia
eredità, nell’assemblea dei santi ho preso dimora».
Salmo 147 – Rit.: Il Verbo si è fatto carne e ha posto la sua dimora in mezzo a noi.
Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesìni (1,3-6.15-18)
Benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo,
che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli in Cristo.
In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo
per essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità,
predestinandoci a essere per lui figli adottivi
mediante Gesù Cristo, secondo il disegno d’amore della sua volontà,
a lode dello splendore della sua grazia, di cui ci ha gratificati nel Figlio amato.
Perciò anch’io [Paolo], avendo avuto notizia della vostra fede nel Signore Gesù e
dell’amore che avete verso tutti i santi, continuamente rendo grazie per voi ricordandovi
nelle mie preghiere, affinché il Dio del Signore nostro Gesù Cristo, il Padre della gloria, vi
dia uno spirito di sapienza e di rivelazione per una profonda conoscenza di lui; illumini
gli occhi del vostro cuore per farvi comprendere a quale speranza vi ha chiamati, quale
tesoro di gloria racchiude la sua eredità fra i santi.
Dal Vangelo secondo Giovanni (1,1-18)
In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio.
Egli era, in principio, presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui nulla è
stato fatto di ciò che esiste.
In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre e le
tenebre non l’hanno vinta.
Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni.
Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce, perché tutti credessero per
mezzo di lui.
Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce.
Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo.
Era nel mondo e il mondo è stato fatto per mezzo di lui; eppure il mondo non lo ha
riconosciuto.
Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto.
A quanti però lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che
credono nel suo nome, i quali, non da sangue né da volere di carne né da volere di
uomo, ma da Dio sono stati generati.
E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la
sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di
verità.
Giovanni gli dà testimonianza e proclama: «Era di lui che io dissi: Colui che viene dopo di
me è avanti a me, perché era prima di me».
Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto: grazia su grazia.
Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di
Gesù Cristo.
Dio, nessuno lo ha mai visto: il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre,
è lui che lo ha rivelato.
Puoi ascoltare il vangelo al link: https://www.lachiesa.it/liturgia/allegati/mp3/EN020.mp3
Papa Francesco – Angelus del 2.1.2022
Cari fratelli e sorelle, buongiorno!
Il Vangelo della Liturgia odierna ci offre una frase bellissima, che preghiamo sempre
all’Angelus e che da sola ci rivela il senso del Natale: «Il Verbo si fece carne e venne ad abitare
in mezzo a noi» (Gv 1,14). Queste parole, se ci pensiamo, contengono un paradosso. Mettono
insieme due realtà opposte: il Verbo e la carne. “Verbo” indica che Gesù è la Parola eterna
del Padre, Parola infinita, che esiste da sempre, prima di tutte le cose create; “carne” indica
invece proprio la nostra realtà, realtà creata, fragile, limitata, mortale. Prima di Gesù erano
due mondi separati: il Cielo opposto alla terra, l’infinito opposto al finito, lo spirito opposto
alla materia. E c’è un’altra opposizione nel Prologo del Vangelo di Giovanni, un altro binomio:
luce e tenebre (cfr v. 5). Gesù è la luce di Dio entrata nelle tenebre del mondo. Luce e
tenebre. Dio è luce: in Lui non c’è opacità; in noi, invece, ci sono molte oscurità. Ora, con
Gesù, si incontrano Luce e tenebre: santità e colpa, grazia e peccato. Gesù, l’incarnazione di
Gesù è proprio il luogo dell’incontro, dell’incontro tra Dio e gli uomini, l’incontro tra la
grazia e il peccato.
Che cosa vuole annunciare il Vangelo con queste polarità? Una cosa splendida: il modo di
agire di Dio. Di fronte alla nostra fragilità, il Signore non si tira indietro. Non rimane nella sua
eternità beata e nella sua luce infinita, ma si fa vicino, si fa carne, si cala nelle tenebre, abita
terre a Lui estranee. E perché fa questo Dio? Perché scende da noi? Lo fa perché non si
rassegna al fatto che noi possiamo smarrirci andando lontani da Lui, lontani dall’eternità,
lontani dalla luce. Ecco l’opera di Dio: venire in mezzo a noi. Se noi ci riteniamo indegni,
questo non lo ferma, Lui viene. Se lo rifiutiamo, non si stanca di cercarci. Se non siamo pronti
e ben disposti ad accoglierlo, preferisce comunque venire. E se noi gli chiudiamo la porta in
faccia, Lui aspetta. È proprio il Buon Pastore. E l’immagine più bella del Buon Pastore? Il
Verbo che si fa carne per condividere la nostra vita. Gesù è il Buon Pastore che viene a
cercarci lì dove noi siamo: nei nostri problemi, nella nostra miseria. Lì viene Lui.
Cari fratelli e sorelle, spesso ci teniamo a distanza da Dio perché pensiamo di non essere
degni di Lui per altri motivi. Ed è vero. Ma il Natale ci invita a vedere le cose dal suo punto di
vista. Dio desidera incarnarsi. Se il tuo cuore ti sembra troppo inquinato dal male, ti sembra
disordinato, per favore, non chiuderti, non avere paura: Lui viene. Pensa alla stalla di
Betlemme. Gesù è nato lì, in quella povertà, per dirti che non teme certo di visitare il tuo
cuore, di abitare una vita trasandata. È questa la parola: abitare. Abitare è il verbo che usa
oggi il Vangelo per significare questa realtà: esprime una condivisione totale, una grande
intimità. E questo Dio vuole: vuole abitare con noi, vuole abitare in noi, non rimanere
lontano.
E mi domando, a me, a voi e a tutti: noi, vogliamo fargli spazio? A parole sì; nessuno dirà: “Io
no”; sì. Ma concretamente? Magari ci sono degli aspetti della vita che teniamo per noi,
esclusivi, o dei luoghi interiori nei quali abbiamo paura che il Vangelo entri, dove non
vogliamo mettere Dio in mezzo. Oggi vi invito alla concretezza. Quali sono le cose interiori
che io credo che a Dio non piacciano? Qual è lo spazio che tengo soltanto per me e non
voglio che lì Dio venga? Ognuno di noi sia concreto e rispondiamo a questo. “Sì, sì, io vorrei
che Gesù venisse, ma questo che non lo tocchi; e questo no, e questo…”. Ognuno ha il
proprio peccato – chiamiamolo per nome – e Lui non si spaventa dei nostri peccati: è venuto
per guarirci. Almeno facciamoglielo vedere, che Lui veda il peccato. Siamo coraggiosi,
diciamo: “Signore, io sono in questa situazione, non voglio cambiare. Ma tu, per favore, non
allontanarti troppo”. Bella preghiera, questa. Siamo sinceri oggi.
In questi giorni natalizi ci farà bene accogliere il Signore proprio lì. Come? Ad esempio
sostando davanti al presepe, perché esso mostra Gesù che viene ad abitare tutta la nostra
vita concreta, ordinaria, dove non va tutto bene, ci sono tanti problemi – alcuni per colpa
nostra, altri per colpa degli altri – e Gesù viene. Vediamo lì i pastori che lavorano duramente,
Erode che minaccia gli innocenti, una grande povertà… Ma in mezzo a tutto questo, in
mezzo a tanti problemi – e anche in mezzo ai nostri problemi – c’è Dio, c’è Dio che vuole
abitare con noi. E attende che gli presentiamo le nostre situazioni, quello che viviamo. Allora,
davanti al presepe, parliamo a Gesù delle nostre vicende concrete. Invitiamolo ufficialmente
nella nostra vita, soprattutto nelle zone oscure: “Guarda, Signore, che lì non c’è luce, lì
l’elettricità non arriva, ma per favore non toccare, perché non me la sento di lasciare questa
situazione”. Parlare con chiarezza, concretezza. Le zone oscure, le nostre “stalle interiori”:
ognuno di noi ne ha. E raccontiamogli senza paura anche i problemi sociali, i problemi
ecclesiali del nostro tempo; i problemi personali, anche i più brutti: Dio ama abitare nella
nostra stalla.
La Madre di Dio, nella quale il Verbo si è fatto carne, ci aiuti a coltivare un’intimità maggiore
con il Signore.
Link: http://Angelus, 2 gennaio 2022 | Francesco
6 Gennaio – Epifania del Signore
Dal libro del profeta Isaìa (60,1-6)
Àlzati, rivestiti di luce, perché viene la tua luce, la gloria del Signore brilla sopra di te.
Poiché, ecco, la tenebra ricopre la terra, nebbia fitta avvolge i popoli; ma su di te
risplende il Signore, la sua gloria appare su di te.
Cammineranno le genti alla tua luce, i re allo splendore del tuo sorgere.
Alza gli occhi intorno e guarda: tutti costoro si sono radunati, vengono a te.
I tuoi figli vengono da lontano, le tue figlie sono portate in braccio.
Allora guarderai e sarai raggiante, palpiterà e si dilaterà il tuo cuore,
perché l’abbondanza del mare si riverserà su di te, verrà a te la ricchezza delle genti.
Uno stuolo di cammelli ti invaderà, dromedari di Màdian e di Efa, tutti verranno da Saba,
portando oro e incenso e proclamando le glorie del Signore.
Salmo 71 – Rit.: Ti adoreranno, Signore, tutti i popoli della terra.
Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesìni (3,2-3.5-6)
Fratelli, penso che abbiate sentito parlare del ministero della grazia di Dio, a me affidato
a vostro favore: per rivelazione mi è stato fatto conoscere il mistero.
Esso non è stato manifestato agli uomini delle precedenti generazioni come ora è stato
rivelato ai suoi santi apostoli e profeti per mezzo dello Spirito: che le genti sono
chiamate, in Cristo Gesù, a condividere la stessa eredità, a formare lo stesso corpo e ad
essere partecipi della stessa promessa per mezzo del Vangelo.
Dal Vangelo secondo Matteo (2,1-12)
Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da
oriente a Gerusalemme e dicevano: «Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo
visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo». All’udire questo, il re Erode restò
turbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del
popolo, si informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Cristo. Gli risposero: «A
Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta: “E tu, Betlemme, terra
di Giuda, non sei davvero l’ultima delle città principali di Giuda: da te infatti uscirà un
capo che sarà il pastore del mio popolo, Israele”».
Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con esattezza il tempo in
cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme dicendo: «Andate e informatevi
accuratamente sul bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io
venga ad adorarlo».
Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva,
finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella,
provarono una gioia grandissima. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua
madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono
oro, incenso e mirra. Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada
fecero ritorno al loro paese.
Puoi ascoltare il vangelo al link: https://www.lachiesa.it/liturgia/allegati/mp3/S0106.mp3
Papa Francesco – Angelus del 6.1.2019
Cari fratelli e sorelle, buongiorno!
Oggi, solennità dell’Epifania del Signore, è la festa della manifestazione di Gesù,
simboleggiata dalla luce. Nei testi profetici questa luce è promessa: si promette la luce. Isaia,
infatti, si rivolge a Gerusalemme con queste parole: «Alzati, rivestiti di luce, perché viene la
tua luce, la gloria del Signore brilla sopra di te» (60,1). L’invito del profeta – ad alzarsi perché
viene la luce – appare sorprendente, perché si colloca all’indomani del duro esilio e delle
numerose vessazioni che il popolo aveva sperimentato.
Questo invito, oggi, risuona anche per noi che abbiamo celebrato il Natale di Gesù e ci
incoraggia a lasciarci raggiungere dalla luce di Betlemme. Anche noi veniamo invitati a non
fermarci ai segni esteriori dell’avvenimento, ma a ripartire da esso e percorrere in novità di
vita il nostro cammino di uomini e di credenti.
La luce che il profeta Isaia aveva preannunciato, nel Vangelo è presente e incontrata. E
Gesù, nato a Betlemme, città di Davide, è venuto a portare salvezza ai vicini e ai lontani: a
tutti. L’evangelista Matteo mostra diversi modi con cui si può incontrare Cristo e reagire alla
sua presenza. Per esempio, Erode e gli scribi di Gerusalemme hanno un cuore duro, che si
ostina e rifiuta la visita di quel Bambino. È una possibilità: chiudersi alla luce. Essi
rappresentano quanti, anche ai nostri giorni, hanno paura della venuta di Gesù e chiudono il
cuore ai fratelli e alle sorelle che hanno bisogno di aiuto. Erode ha paura di perdere il potere e
non pensa al vero bene della gente, ma al proprio tornaconto personale. Gli scribi e i capi del
popolo hanno paura perché non sanno guardare oltre le proprie certezze, non riuscendo così
a cogliere la novità che è in Gesù.
Invece, ben diversa è l’esperienza dei Magi (cfr Mt 2,1-12). Venuti dall’Oriente, essi
rappresentano tutti i popoli lontani dalla fede ebraica tradizionale. Eppure, si lasciano guidare
dalla stella e affrontano un viaggio lungo e rischioso pur di approdare alla meta e conoscere
la verità sul Messia. I Magi erano aperti alla “novità”, e a loro si svela la più grande e
sorprendente novità della storia: Dio fatto uomo. I Magi si prostrano davanti a Gesù e gli
offrono doni simbolici: oro, incenso e mirra; perché la ricerca del Signore implica non solo la
perseveranza nel cammino, ma anche la generosità del cuore. E infine, ritornarono «al loro
paese» (v. 12); e dice il Vangelo che ritornarono per “un’altra strada”. Fratelli e sorelle, ogni
volta che un uomo o una donna incontra Gesù, cambia strada, torna alla vita in un modo
differente, torna rinnovato, “per un’altra strada”. Ritornarono «al loro paese» portando
dentro di sé il mistero di quel Re umile e povero; noi possiamo immaginare che raccontarono
a tutti l’esperienza vissuta: la salvezza offerta da Dio in Cristo è per tutti gli uomini, vicini e
lontani. Non è possibile “impossessarsi” di quel Bambino: Egli è un dono per tutti.
Anche noi, facciamo un po’ di silenzio nel nostro cuore e lasciamoci illuminare dalla luce di
Gesù che proviene da Betlemme. Non permettiamo alle nostre paure di chiuderci il cuore, ma
abbiamo il coraggio di aprirci a questa luce che è mite e discreta. Allora, come i Magi,
proveremo «una gioia grandissima» (v. 10) che non potremo tenere per noi.
Ci sostenga in questo cammino la Vergine Maria, stella che ci conduce a Gesù, e Madre che fa
vedere Gesù ai Magi e a tutti coloro che si avvicinano a lei.
Link: http://Angelus, 6 gennaio 2019, Solennità dell’Epifania del Signore | Francesco
Zona Pastorale di Budrio
Orario Messe Festive
Prefestive: Pieve di Budrio ore 17:00, Cento ore 18:00, San Lorenzo ore 18:00
Festive: ore 8:00 San Lorenzo, ore 9:00 Santuario dell’Olmo e Prunaro, ore 9:30 Pieve di Budrio, ore 10:30 San Lorenzo e Prunaro (1 gennaio Vedrana), ore 11:00 del 29 dicembre Bagnarola (l’1 gennaio Maddalena) e Mezzolara (1 gennaio Dugliolo), ore 18:00 San Lorenzo (solo 1 gennaio)
Per ulteriori informazioni e Orari Messe feriali visita il sito https://www.parrocchiedibudrio.it
Parrocchia San Lorenzo di Budrio
Per informazioni 051 800056 (ore 9-12) oppure info@sanlorenzobudrio.it
Carità
Per le OFFERTE utilizzare i seguenti conti correnti specificando l’intenzione:
• Parrocchia San Lorenzo: IBAN IT42K0200836640000001027986
• Parrocchia San Lorenzo – Caritas: IBAN IT86Z0707236640000000190889
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San Lorenzo News
Queste nuove pagine sono state pensate per ospitare e far circolare le notizie delle numerose iniziative che si svolgono nella parrocchia San Lorenzo e negli immediati dintorni.
Chi è interessato può perciò inviare notizie e materiale di vario genere (ad es. avvisi o locandine) inerenti le attività della vita parrocchiale, tramite:
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Giubileo 2025
A questo link, a partire dal minuto 31 e poi ancora dal minuto 46, potete ascoltare il racconto di don Francesco Scalzotto sul Giubileo
Calendario parrocchiale
Domenica 5 gennaio II domenica dopo Natale “Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi”
Messe ore 8:00, 9:00 (all’Olmo), 10:30 e 18:00 (prefestiva dell’Epifania)
Lunedì 6 gennaio Epifania del Signore “Siamo venuti dall’oriente per adorare il re”
Messe ore 8:00, 9:00 (all’Olmo), 10:30 e 18:00o
Tutti i giovedì – ore 21:00-23:00 Rosario, Lectio divina, Esposizione del Santissimo a cura del gruppo Pregare Insieme
Venerdì 10 ore 20:30 Sesta serata del Corso di preparazione al Matrimonio
Domenica 12 gennaio Battesimo di Gesù – Festa “Mentre Gesù, ricevuto il battesimo, stava in preghiera, il cielo si aprì”
Messe ore 8:00, 9:00 (all’Olmo), 10:30 e 18:00 – Nella Messa delle ore 10:30 Presentazione dei Cresimandi
Lunedì 13 Sant’Antonio Maria Pucci – OSM – Festa
Venerdì 17 Sant’Antonio Abate – eremita