Avvisi S.Lorenzo – 13.10.2024

In questa XXVIII domenica del Tempo Ordinario la nostra parrocchia, facendo uno strappo al calendario, festeggia il suo Patrono San Lorenzo, diacono e martire. La celebrazione è inserita nell’ambito della tradizionale Giornata del Ringraziamento in cui gli agricoltori, giunti ormai al termine della stagione produttiva, ringraziano per l’abbondanza dei frutti raccolti.

Anche quest’anno però non possiamo non ricordare che la rapidità dei cambiamenti climatici in corso ha determinato anche nelle nostre terre gravi disagi per molte famiglie ed imprese, a loro vogliamo offrire vicinanza e solidarietà.

Di seguito trovate letture, commenti e gli Avvisi.

Buona settimana.

San Lorenzo, martire, patrono della parrocchia

Dal secondo libro dei Maccabei (7,1-2.9-14)
Ci fu anche il caso di sette fratelli che, presi insieme alla loro madre, furono costretti dal
re, a forza di flagelli e nerbate, a cibarsi di carni suine proibite. Uno di loro, facendosi
interprete di tutti, disse: «Che cosa cerchi o vuoi sapere da noi? Siamo pronti a morire
piuttosto che trasgredire le leggi dei padri».
[E il secondo,] giunto all’ultimo respiro, disse: «Tu, o scellerato, ci elimini dalla vita
presente, ma il re dell’universo, dopo che saremo morti per le sue leggi, ci risusciterà a
vita nuova ed eterna».
Dopo costui fu torturato il terzo, che alla loro richiesta mise fuori prontamente la lingua
e stese con coraggio le mani, dicendo dignitosamente: «Dal Cielo ho queste membra e
per le sue leggi le disprezzo, perché da lui spero di riaverle di nuovo». Lo stesso re e i
suoi dignitari rimasero colpiti dalla fierezza di questo giovane, che non teneva in nessun
conto le torture.
Fatto morire anche questo, si misero a straziare il quarto con gli stessi tormenti. Ridotto
in fin di vita, egli diceva: «È preferibile morire per mano degli uomini, quando da Dio si
ha la speranza di essere da lui di nuovo risuscitati; ma per te non ci sarà davvero
risurrezione per la vita».

Dal Sal 111 (112) – Rit. Beato l’uomo che teme il Signore.

Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi (9,6-10)
Fratelli, tenete presente questo: chi semina scarsamente, scarsamente raccoglierà e chi
semina con larghezza, con larghezza raccoglierà. Ciascuno dia secondo quanto ha deciso
nel suo cuore, non con tristezza né per forza, perché Dio ama chi dona con gioia.
Del resto, Dio ha potere di far abbondare in voi ogni grazia perché, avendo sempre il
necessario in tutto, possiate compiere generosamente tutte le opere di bene. Sta scritto
infatti: «Ha largheggiato, ha dato ai poveri, la sua giustizia dura in eterno».
Colui che dà il seme al seminatore e il pane per il nutrimento, darà e moltiplicherà anche
la vostra semente e farà crescere i frutti della vostra giustizia.

Dal Vangelo secondo Giovanni (12,24-26)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «In verità, in verità io vi dico: se il chicco di
grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto.
Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà
per la vita eterna.
Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore. Se uno
serve me, il Padre lo onorerà».

13 Ottobre – XXVIII Domenica per Annum

Dal libro della Sapienza (7,7-11)
Pregai e mi fu elargita la prudenza, implorai e venne in me lo spirito di sapienza.
La preferii a scettri e a troni, stimai un nulla la ricchezza al suo confronto, non la
paragonai neppure a una gemma inestimabile, perché tutto l’oro al suo confronto è
come un po’ di sabbia e come fango sarà valutato di fronte a lei l’argento.
L’ho amata più della salute e della bellezza, ho preferito avere lei piuttosto che la luce,
perché lo splendore che viene da lei non tramonta.
Insieme a lei mi sono venuti tutti i beni; nelle sue mani è una ricchezza incalcolabile.

Salmo 89 – Rit.: Saziaci, Signore, con il tuo amore: gioiremo per sempre.

Dalla lettera agli Ebrei (4,12-13)
La parola di Dio è viva, efficace e più tagliente di ogni spada a doppio taglio; essa
penetra fino al punto di divisione dell’anima e dello spirito, fino alle giunture e alle
midolla, e discerne i sentimenti e i pensieri del cuore.
Non vi è creatura che possa nascondersi davanti a Dio, ma tutto è nudo e scoperto agli
occhi di colui al quale noi dobbiamo rendere conto.

Dal Vangelo secondo Marco (10,17-30)
In quel tempo, mentre Gesù andava per la strada, un tale gli corse incontro e, gettandosi
in ginocchio davanti a lui, gli domandò: «Maestro buono, che cosa devo fare per avere in
eredità la vita eterna?».
Gesù gli disse: «Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo. Tu conosci
i comandamenti: “Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non
testimoniare il falso, non frodare, onora tuo padre e tua madre”».
Egli allora gli disse: «Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza».
Allora Gesù fissò lo sguardo su di lui, lo amò e gli disse: «Una cosa sola ti manca: va’,
vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi!».
Ma a queste parole egli si fece scuro in volto e se ne andò rattristato; possedeva infatti
molti beni.
Gesù, volgendo lo sguardo attorno, disse ai suoi discepoli: «Quanto è difficile, per quelli
che possiedono ricchezze, entrare nel regno di Dio!». I discepoli erano sconcertati dalle
sue parole; ma Gesù riprese e disse loro: «Figli, quanto è difficile entrare nel regno di
Dio! È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel
regno di Dio». Essi, ancora più stupiti, dicevano tra loro: «E chi può essere salvato?». Ma
Gesù, guardandoli in faccia, disse: «Impossibile agli uomini, ma non a Dio! Perché tutto è
possibile a Dio».
Pietro allora prese a dirgli: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito».
Gesù gli rispose: «In verità io vi dico: non c’è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o
sorelle o madre o padre o figli o campi per causa mia e per causa del Vangelo, che non
riceva già ora, in questo tempo, cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli
e campi, insieme a persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che verrà».
Puoi ascoltare il vangelo al link: https://www.lachiesa.it/liturgia/allegati/mp3/BO280.mp3

Papa Francesco – Angelus del 10.10.2021

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!
La Liturgia di oggi ci propone l’incontro tra Gesù e un uomo che «possedeva molti beni» (Mc
10,22) e che è passato alla storia come “il giovane ricco” (cfr Mt 19,20-22). Non sappiamo il
nome. Il Vangelo di Marco, in realtà, parla di lui come di «un tale», senza dirne l’età e il nome,
a suggerirci che in quell’uomo possiamo vederci tutti, come in uno specchio. Il suo incontro
con Gesù, infatti, ci permette di fare un test sulla fede. Io mi faccio, leggendo questo, un test
sulla mia fede.
Quel tale esordisce con una domanda: «Che cosa devo fare per avere la vita eterna?» (v. 17).
Notiamo i verbi che utilizza: dover fare – per avere. Ecco la sua religiosità: un dovere, un fare
per avere; “faccio qualcosa per ottenere quel che mi serve”. Ma questo è un rapporto
commerciale con Dio, un do ut des. La fede, invece, non è un rito freddo e meccanico, un
“devo-faccio-ottengo”. È questione di libertà e di amore. La fede è questione di libertà, è
questione di amore. Ecco un primo test: che cos’è per me la fede? Se è principalmente un
dovere o una moneta di scambio, siamo fuori strada, perché la salvezza è un dono e non un
dovere, è gratuita e non si può comprare. La prima cosa da fare è liberarci di una fede
commerciale e meccanica, che insinua l’immagine falsa di un Dio contabile, un Dio
controllore, non padre. E tante volte nella vita possiamo vivere questo rapporto di fede
“commerciale”: io faccio questo perché Dio mi dia questo.
Gesù – secondo passaggio – aiuta quel tale offrendogli il volto vero di Dio. Infatti – dice il
testo – «fissò lo sguardo su di lui» e «lo amò» (v. 21): questo è Dio! Ecco da dove nasce e
rinasce la fede: non da un dovere, non da qualcosa da fare o pagare, ma da uno sguardo di
amore da accogliere. Così la vita cristiana diventa bella, se non si basa sulle nostre capacità e
sui nostri progetti, ma si basa sullo sguardo di Dio. La tua fede, la mia fede è stanca? Vuoi
rinvigorirla? Cerca lo sguardo di Dio: mettiti in adorazione, lasciati perdonare nella
Confessione, stai davanti al Crocifisso. Insomma, lasciati amare da Lui. Questo è l’inizio della
fede: lasciarsi amare da Lui, che è padre.
Dopo la domanda e lo sguardo c’è – terzo e ultimo passaggio – un invito di Gesù, che dice:
«Una cosa sola ti manca». Che cosa mancava a quell’uomo ricco? Il dono, la gratuità: «Va’,
vendi quello che hai, dallo ai poveri» (v. 21). È quello che forse manca anche a noi. Spesso
facciamo il minimo indispensabile, mentre Gesù ci invita al massimo possibile. Quante volte ci
accontentiamo dei doveri – i precetti, qualche preghiera e tante cose così – mentre Dio, che
ci dà la vita, ci domanda slanci di vita! Nel Vangelo di oggi si vede bene questo passaggio dal
dovere al dono; Gesù inizia ricordando i comandamenti: «Non uccidere, non commettere
adulterio, non rubare…» e così via (v. 19), e arriva alla proposta positiva: “Va’, vendi, dona,
seguimi!” (cfr v. 21). La fede non può limitarsi ai no, perché la vita cristiana è un sì, un sì
d’amore.
Cari fratelli e sorelle, una fede senza dono, una fede senza gratuità è una fede incompleta, è
una fede debole, una fede ammalata. Potremmo paragonarla a un cibo ricco e nutriente a cui
però manca sapore, o a una partita più o meno ben giocata ma senza gol: no, non va, manca
il “sale”. Una fede senza dono, senza gratuità, senza opere di carità alla fine rende tristi:
come quel tale che, pur guardato con amore da Gesù in persona, tornò a casa «rattristato» e
«scuro in volto» (v. 22). Oggi possiamo domandarci: “A che punto sta la mia fede? La vivo
come una cosa meccanica, come un rapporto di dovere o di interesse con Dio? Mi ricordo di
alimentarla lasciandomi guardare e amare da Gesù?”. Lasciarsi guardare e amare da Gesù;
lasciare che Gesù ci guardi, ci ami. “E, attirato da Lui, corrispondo con la gratuità, con
generosità, con tutto il cuore?”.
La Vergine Maria, che ha detto a Dio un sì totale, un sì senza ma – non è facile dire dei sì senza
ma: la Vergine ha fatto così, un sì senza ma – ci faccia assaporare la bellezza di fare della vita
un dono.
Link: http://Angelus, 10 ottobre 2021 | Francesco (vatican.va)

 

 

Zona Pastorale di Budrio

Orario Messe Festive

Prefestive: Pieve di Budrio ore 17:00, Cento ore 18:00, San Lorenzo ore 19:00 (fino a sabato 26/10/24)

Festive: San Lorenzo ore 8:00, Olmo ore 9:00, Prunaro e Pieve ore 9:30, San Lorenzo ore 10:30, Bagnarola e Maddalena ore 11:00 (a mesi alterni), Mezzolara/Dugliolo ore 11:00, Vedrana ore 11:15, San Lorenzo ore 19:00 (fino a domenica 20/10/24)

Per ulteriori informazioni e Orari Messe feriali visita il sito https://www.parrocchiedibudrio.it

Parrocchia San Lorenzo di Budrio

Per informazioni 051 800056 (ore 9-12) oppure info@sanlorenzobudrio.it

Carità

Per le OFFERTE utilizzare i seguenti conti correnti specificando l’intenzione:
• Parrocchia San Lorenzo: IBAN IT42K0200836640000001027986
• Parrocchia San Lorenzo – Caritas: IBAN IT86Z0707236640000000190889
• Parr. S. Lorenzo – Casa di Ospitalità Sant’Agata: IBAN IT97P0538736640000001047364

Calendario parrocchiale

Martedì 15 Santa Teresa di Gesù, vergine e dottore della Chiesa
Giovedì 17 Sant’Ignazio di Antiochia, vescovo e martire
Venerdì 18 San Luca, evangelista – Festa – ore 20:30 Primo incontro del Corso di preparazione al Matrimonio
Domenica 20 ottobre – XXIX Domenica del Tempo Ord. – Giornata Missionaria mondiale
“Il Figlio dell’uomo è venuto per dare la propria vita in riscatto per molti”
nella Messa delle ore 10;30: Mandato ai catechisti ed Inizio Anno Catechistico 2024-2025

Martedì 22 Dedicazione della chiesa parrocchiale – Solennità
Mercoledì 23 Dedicazione della chiesa metropolitana – Festa
Sabato 26 Beato Giovannangelo Porro – OSM

Con il ritorno all’ora solare, a partire da domenica 27 ottobre, come di consueto, le Messe prefestive e vespertine delle domeniche e delle altre festività come pure le Messe vespertine feriali saranno celebrate alle ore 18:00
Domenica 27 ottobre – XXX Domenica del Tempo Ordinario – “Rabbunì, che io veda di nuovo!”
Giornata Missionaria dell’Ordine dei Servi di Maria
Nella messa delle ore 10:30 Battesimo di Davide