Avvisi S.Lorenzo – 15.12.2024

Siamo giunti alla Terza domenica di Avvento … il Natale si avvicina …

e la redazione di questo piccolo e artigianale strumento d’informazione ha deciso, senza rinunciare all’immancabile commento al Vangelo (che, oltre alla consueta omelia all’Angelus di papa Francesco, presenta, attingendo alla chat dell’A.C., anche un piccolo contributo di “uno di noi”), di tentare di arricchirlo dando più spazio alle notizie ed agli avvisi della vita parrocchiale.

Per far questo sarà però necessaria la collaborazione di voi lettori che siete pertanto invitati ad inviarci notizie, avvisi, locandine di eventi inerenti la vita parrocchiale.

Questa domenica, in particolare, vi proponiamo il racconto dell’Ordinazione diaconale di Philip che qualche anno fa ha trascorso diversi mesi in mezzo a noi, evento che ha commosso chi di noi era presente alla celebrazione.

Prepariamo dunque il nostro cuore al Natale.

15 Dicembre – III Domenica di Avvento

Dal libro del profeta Sofonìa (3,14-18)
Rallègrati, figlia di Sion, grida di gioia, Israele,
esulta e acclama con tutto il cuore, figlia di Gerusalemme!
Il Signore ha revocato la tua condanna, ha disperso il tuo nemico.
Re d’Israele è il Signore in mezzo a te, tu non temerai più alcuna sventura.
In quel giorno si dirà a Gerusalemme: «Non temere, Sion, non lasciarti cadere le braccia!
Il Signore, tuo Dio, in mezzo a te è un salvatore potente.
Gioirà per te, ti rinnoverà con il suo amore, esulterà per te con grida di gioia».

Salmo 97 – Rit.: Canta ed esulta, perché grande in mezzo a te è il Santo d’Israele.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Filippési (4,4-7)
Fratelli, siate sempre lieti nel Signore, ve lo ripeto: siate lieti. La vostra amabilità sia nota a tutti. Il Signore è vicino!
Non angustiatevi per nulla, ma in ogni circostanza fate presenti a Dio le vostre richieste con preghiere, suppliche e ringraziamenti.
E la pace di Dio, che supera ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e le vostre menti in Cristo Gesù.

Dal Vangelo secondo Luca (3,10-18)
In quel tempo, le folle interrogavano Giovanni, dicendo: «Che cosa dobbiamo fare?». Rispondeva loro: «Chi ha due tuniche, ne dia a chi non ne ha, e chi ha da mangiare, faccia altrettanto».
Vennero anche dei pubblicani a farsi battezzare e gli chiesero: «Maestro, che cosa dobbiamo fare?». Ed egli disse loro: «Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato».
Lo interrogavano anche alcuni soldati: «E noi, che cosa dobbiamo fare?». Rispose loro: «Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno; accontentatevi delle vostre paghe».
Poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Tiene in mano la pala per pulire la sua aia e per raccogliere il frumento nel suo granaio; ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile». Con molte altre esortazioni Giovanni evangelizzava il popolo.
Puoi ascoltare il vangelo al link: https://www.lachiesa.it/liturgia/allegati/mp3/CA030.mp3

Papa Francesco – Angelus, 12 dicembre 2021

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!
Il Vangelo della Liturgia di oggi, terza domenica di Avvento, ci presenta vari gruppi di persone – le folle, i pubblicani e i soldati – che sono toccati dalla predicazione di Giovanni Battista e allora gli chiedono: «Che cosa dobbiamo fare?» (Lc 3,10). Che cosa dobbiamo fare? Questa è la domanda che fanno. Fermiamoci un po’ su questo interrogativo.
Esso non parte da un senso del dovere. Piuttosto, è il cuore toccato dal Signore, è l’entusiasmo per la sua venuta che porta a dire: cosa dobbiamo fare? Giovanni dice: “Il Signore è vicino” – “Che cosa dobbiamo fare?”. Facciamo un esempio: pensiamo che una persona cara stia venendo a trovarci. Noi la aspettiamo con gioia, con impazienza. Per accoglierla come si deve puliremo la casa, prepareremo il pranzo migliore possibile, magari un regalo … Insomma, ci daremo da fare. Così è con il Signore, la gioia per la sua venuta ci fa dire: che cosa dobbiamo fare? Ma Dio eleva questa domanda al livello più alto: cosa fare della mia vita? A cosa sono chiamato? Che cosa mi realizza?
Nel suggerirci questo interrogativo, il Vangelo ci ricorda una cosa importante: la vita ha un compito per noi. La vita non è senza senso, non è affidata al caso. No! È un dono che il Signore ci consegna dicendoci: scopri chi sei, e datti da fare per realizzare il sogno che è la tua vita! Ciascuno di noi – non dimentichiamolo – è una missione da realizzare. Allora, non abbiamo paura di chiedere al Signore: che cosa devo fare? Ripetiamogli spesso questa domanda. Essa ritorna anche nella Bibbia: negli Atti degli Apostoli alcune persone, ascoltando Pietro che annunciava la risurrezione di Gesù, «si sentirono trafiggere il cuore e dissero a Pietro e agli altri apostoli: “Che cosa dobbiamo fare?”» (2,37). Chiediamocelo anche noi: che cosa è bene fare per me e per i fratelli? Come posso contribuire al bene della Chiesa, al bene della società? Il Tempo di Avvento serve a questo: a fermarsi e chiedersi come preparare il Natale. Siamo indaffarati da tanti preparativi, regali e cose che passano, ma chiediamoci che cosa fare per Gesù e per gli altri! Che cosa dobbiamo fare?
Alla domanda “che cosa dobbiamo fare?”, nel Vangelo seguono le risposte di Giovanni Battista, che sono diverse per ogni gruppo. Giovanni, infatti, raccomanda a chi ha due tuniche di condividere con chi non ne ha; ai pubblicani, che riscuotono le tasse, dice: «Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato» (Lc 3,13); e ai soldati: «Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno» (v. 14). A ciascuno è rivolta una parola specifica, che riguarda la situazione reale della sua vita. Questo ci offre un insegnamento prezioso: la fede si incarna nella vita concreta. Non è una teoria astratta. La fede non è una teoria astratta, una teoria generalizzata, no, la fede tocca la carne e trasforma la vita di ciascuno. Pensiamo alla concretezza della nostra fede. Io, la mia fede: è una cosa astratta o è concreta? La porto avanti nel servizio agli altri, nell’aiuto?
E allora, in conclusione, chiediamoci: che cosa posso fare concretamente? In questi giorni, mentre siamo vicini al Natale. Come posso fare la mia parte? Prendiamo un impegno concreto, anche piccolo, che si adatti alla nostra situazione di vita, e portiamolo avanti per prepararci a questo Natale. Ad esempio: posso telefonare a quella persona sola, visitare quell’anziano o quel malato, fare qualcosa per servire un povero, un bisognoso. Ancora: forse ho un perdono da chiedere o un perdono da dare, una situazione da chiarire, un debito da saldare. Magari ho trascurato la preghiera e dopo tanto tempo è ora di accostarmi al perdono del Signore. Fratelli e sorelle, troviamo una cosa concreta e facciamola! Ci aiuti la Madonna, nel cui grembo Dio si è fatto carne.
Link: http://Angelus, 12 dicembre 2021 | Francesco

Un pensiero “nostro” sul Vangelo – Roberto (dalla chat dell’A.C.)

Confesso che ero affezionato a questo brano, alla prima parte in particolare.
A chi, come me, vive la fede come un’etica e un dovere, Giovanni oggi dà un po’ di sollievo, perché la sua è una misura umana: dai una mano (non tutte e due!) a chi ne ha bisogno, accontentati di ciò che ti spetta. Prospettiva confortevole, ma che non basta a far bella la vita e che mi lascia inquieto ed in attesa di una svolta.
La seconda parte del Vangelo invece annuncia l’arrivo di Gesù e con lui del paradosso che la vita che si fa bella quando sei disposto a perderla per amore.
Prospettiva per niente confortevole ed umanamente ardua.
Ma c’è Gesù, c’è lo Spirito, c’è la Chiesa, che mi parlano “con molte esortazioni” e con molti testimoni credibili. Cosa manca per “passare” da Giovanni a Gesù?
È questione di ciò che faccio o di come vivo quello che faccio?

Zona Pastorale di Budrio

Orario Messe Festive

Prefestive: Pieve di Budrio ore 17:00, Cento ore 18:00, San Lorenzo ore 18:00

Festive: ore 8:00 San Lorenzo, ore 9:00 Santuario dell’Olmo e Prunaro, ore 9:30 Pieve di Budrio, ore 10:30 San Lorenzo, ore 11:00 Mezzolara e Maddalena, ore 11:15 Vedrana, ore 18:00 San Lorenzo

Per ulteriori informazioni e Orari Messe feriali visita il sito https://www.parrocchiedibudrio.it

Parrocchia San Lorenzo di Budrio

Per informazioni 051 800056 (ore 9-12) oppure info@sanlorenzobudrio.it

Carità

Per le OFFERTE utilizzare i seguenti conti correnti specificando l’intenzione:
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San Lorenzo News

Queste nuove pagine sono state pensate per ospitare e far circolare le notizie delle numerose iniziative che si svolgono nella parrocchia San Lorenzo e negli immediati dintorni.
Chi è interessato può perciò inviare notizie e materiale di vario genere (ad es. avvisi o locandine) inerenti le attività della vita parrocchiale, tramite:
• mail a info@sanlorenzobudrio.it
• Whatsapp ad Andrea (340 3387313) o Marco (335 5719683)

L’Ordinazione al Diaconato di fra Philip Joseph Maria

Un’altra notizia ci ha particolarmente coinvolti come comunità in questi giorni: l’Ordinazione al Diaconato di fra Philips Joseph Maria avvenuta ad Innsbruck domenica 8 dicembre.
A seguire pubblichiamo perciò un piccolo articolo inviato dal gruppo dei budriesi che ha partecipato alla Messa di Ordinazione e l’omelia pronunciata dal Vescovo nell’occasione Innsbruck 8 dicembre 2024.
È la Festa dell’Immacolata … ma per la comunità dei Servi di Maria di Innsbruck ed anche per la nostra è stata anche un’altra festa: fra Philip Joseph Maria, che nel 2017è stato 8 mesi con noi a Budrio, è stato ordinato Diacono.
Per l’occasione, dalla nostra Parrocchia un gruppo di 24 persone, accompagnate da Padre Sergio e da Padre Antonio, arrivato apposta da Marina di Massa, si è recato ad Innsbruck.
Bellissima è stata l’accoglienza da parte dei frati della comunità austriaca.
La messa ovviamente è stata celebrata in tedesco dal Vescovo di Innsbruck, Herman Glettler, ma nonostante la difficoltà della lingua, abbiamo tutti vissuto le emozioni che fra Philip è riuscito a trasmetterci tanto da farci commuovere.
È stato bello vedere anche come la comunità dei Servi di Maria che si trova nella centrale Theresien Strabe di Innsbruck ed i fedeli che la frequentano, numerosi studentidell’università dei Gesuiti ed alcuni docenti del corso di Teologia dove fra Philip ha ormai completato i suoi studi, il Parroco della parrocchia della periferia dove Philip ha cominciato a svolgere il servizio pastorale, il Parroco del Duomo che è anche il vicario della diocesi, suor Elisabeth che si occupa di pastorale universitaria e tanti altri siano stati partecipi e coinvolti ad accompagnare l’ordinazione di fra Philip.
Bellissimo poi è stato il segnale di fratellanza dovuto alla presenza di tante culture che hanno dato vita ad una celebrazione armonica e toccante.
Concludiamo con l’augurio che il suo diaconato possa essere un servizio al mandato di “pellegrino della speranza” che ha ricevuto dal vescovo nell’omelia che abbiamo fatto nostra e che alleghiamo. Buona lettura

Essere Servo della Speranza Omelia del Vescovo Herman per l’ordinazione diaconale di fra Philip Joseph Maria,
domenica 8 dicembre 2024, Chiesa dei Servi di Maria, Innsbruck
Vangelo: Luca 1, 26-38
Introduzione
È una particolare provvidenza che oggi, nella Solennità dell’Immacolata Concezione di Maria, Fra. Philip Joseph Maria venga ordinato diacono. Proveniente da Kalugumalai, nello stato del Tamil Nadu in India, questo religioso, che attualmente sta completando il dottorato a Innsbruck, si distingue per un amore particolare verso Maria. Probabilmente è stato il padre a influenzarlo profondamente in questo senso quando era bambino. Da
piccolo, infatti, lo accompagnava mentre il padre, un rispettato catechista, visitava i villaggi vicini per tenere catechesi e costruire comunità ecclesiali. Lo stile di vita del padre, che purtroppo morì prematuramente quando Philip aveva solo 9 anni, era ispirato al motto: “Come Maria”. Questa disponibilità a rispondere alla chiamata di Dio è rimasta il principio guida del candidato fino ad oggi.
Con l’elezione di Maria, è iniziata una storia unica di speranza per tutta l’umanità, portata avanti da persone che si lasciano “coinvolgere” per gli altri. Tra queste, i diaconi sono particolarmente chiamati ad essere “servitori della speranza” in un triplice senso:
1. Testimoniare con la vita e con la parola: proclamare il messaggio della speranza!
2. Allargare il cuore e pregare nei campi di conflitto del nostro tempo.
3. Esercitare l’arte della speranza: essere vicini alle persone in modo concreto.
1. Testimoniare con la vita e con la parola: proclamare il messaggio della speranza!
“In Cristo siamo stati scelti prima della creazione del mondo.” Questo inno tratto dalla Lettera agli Efesini trabocca di meraviglia e gratitudine per l’azione di Dio. “Il Dio e Padre di nostro Signore Gesù Cristo ci ha scelti per amore, predestinandoci ad essere suoi figli e figlie.” Esiste qualcosa di più grande che si possa dire sull’umanità? Questo canto di lode alla grazia divina celebra la dignità di tutti i redenti.
La vocazione di un diacono comprende l’annuncio del Vangelo, che deve essere ispirato e vivo, alimentato dalla consapevolezza dell’azione preveniente di Dio, che suscita sempre stupore. Un servo della speranza condivide con gli altri una speranza più grande, che non possiamo darci da soli.
Un esempio illuminante è quello di una recente riconsacrazione della Cattedrale di Sant’Edvige a Berlino, dopo una lunga ristrutturazione. Durante questo evento, l’Arcivescovo Heiner Koch ha raccontato di un professore agnostico della Humboldt-Universität che gli aveva chiesto di pregare per sua moglie, gravemente malata. Dopo la sua morte, il professore lo invitò al funerale, una cerimonia puramente laica. Tuttavia, dopo la celebrazione, l’uomo disse all’arcivescovo che la sua presenza era stata per lui la cosa più importante. Alla sua risposta sorpresa, “Ma non ho fatto nulla,” il professore replicò: “Sì, lei rappresenta una speranza che noi non possiamo darci da soli.”
2. Allargare il cuore e pregare nei campi di conflitto del nostro tempo
Nella sua recente biografia, Angela Merkel ricorda la Primavera di Praga dicendo: “A quattordici anni ho imparato che poche cose nella vita sono peggiori della speranza distrutta.” La mancanza di speranza può portare le persone a una letargia o a un’indifferenza profonda, in cui nulla sembra più avere senso. In altri casi, si manifesta con irritabilità crescente e un narcisistico ripiegamento su se stessi.
Un servo della speranza riconosce queste tensioni e sa che per mantenere la forza interiore è necessario prima di tutto il silenzio e una preghiera sincera. “Pregare come Maria” diventa una fonte di pazienza e resilienza, tutto comincia con l’ascolto.
Il Vangelo dell’Annunciazione ci introduce in uno spazio misterioso di incontro: Maria è ascoltatrice, interrogatrice e, infine, risponde con fiducia. È completamente disponibile all’azione di Dio. Anche noi siamo chiamati ad aprirci senza riserve a Dio e agli altri. Un diacono è chiamato a pregare per tutti – nessuno escluso – e a non abbandonare mai nessuno alla disperazione.
3. Esercitare l’arte della speranza: essere vicini alle persone in modo concreto
Un parroco tirolese mi ha raccontato di un pellegrinaggio a Lourdes, durante il quale ha celebrato un rito speciale per i malati, includendo l’invito a ricevere l’unzione degli infermi. Tuttavia, ha notato che i partecipanti non erano realmente malati, ma piuttosto familiari che si trovavano lì per rappresentare i loro cari. Per evitare che la celebrazione risultasse artificiosa, ha deciso di ungere comunque tutti, dando loro un incarico: “Con le mani che ho appena consacrato, tornate a casa e visitate le persone per cui avete pregato. Impartite loro la benedizione!”
Un servo della speranza comprende che la speranza è un “nobile mestiere”: consolare e sostenere chi è in difficoltà; tendere la mano come segno di vicinanza; tenere la mano di un malato o abbracciare chi è nel bisogno. Azioni concrete di cura e solidarietà, dal lavorare insieme per costruire comunità fino a offrire il gesto della riconciliazione, sono manifestazioni tangibili di speranza.
Conclusione
Caro Philip, in un mondo spesso segnato da rassegnazione e vuoto di senso, abbiamo bisogno di un annuncio che tocchi il cuore delle persone. Sii un vero “servo della speranza” per la tua comunità e per tutti coloro che incontrerai. Noi tutti oggi preghiamo per te, affinché, con la tua gioia contagiosa, tu possa essere un “servo della speranza” – proprio come Maria!

Calendario parrocchiale

Domenica 15 dicembre III Domenica di Avvento – “In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete”

Lunedì 16 Inizia la Novena in preparazione al Natale
• alle ore 8:00 per gli adulti
• alle ore 18:30 per i bambini del catechismo ed i ragazzi delle medie (vedi locandina https://www.parrocchiedibudrio.it/wp-content/uploads/2024/12/Novena-di-Natale-SL-2024.pdf)

Martedì 17 ore 20:30 Concerto di Natale della Scuola di Ocarina a cura del Diapason (vedi locandina https://www.parrocchiedibudrio.it/wp-content/uploads/2024/12/concerto-di-Natale-ocarina-2024.png)

Tutti i Giovedì ore 21:00-23:00 Rosario, Lectio divina, Esposizione del Santissimo a cura del gruppo Pregare Insieme (vedi locandina https://www.parrocchiedibudrio.it/wp-content/uploads/2024/12/Novena-di-Natale-SL-2024.pdf )

Giovedì 19 ore 20:30 Concerto natalizio del Coro delle Scuole Medie

Venerdì 20 ore 20:30 Concerto natalizio “Una stella nel ciel” del Coro Stelutis a cura della Pro Loco

Sabato 21 ore 15:30 Confessione dei ragazzi della IV elementare – ore 20:30 Concerto di Natale della Corale Vincenzo Bellini

Domenica 22 dicembre IV Domenica di Avvento“A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me?”

Martedì 24 Notte del Natale del Signore “Oggi è nato per voi il Salvatore” ore 23:00 Messa solenne del Natale del Signore

Non ci sarà la messa delle ore 18:00

Mercoledì 25 dicembre Giorno del Natale del Signore “Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi”

Messe ore 8:00, 9:00 (all’Olmo), 10:30, 11:00 (alle Creti), 18:00 Giovedì 26 Santo Stefano, protomartire