“Fratelli e sorelle, oggi Dio stupisce ancora la nostra mente e il nostro cuore.
Lasciamo che questo stupore ci pervada, guardiamo il Crocifisso e diciamo anche noi: “Tu sei davvero il Figlio di Dio. Tu sei il mio Dio”.
È la conclusione dell’omelia di papa Francesco alla Celebrazione della domenica delle Palme di alcuni anni fa che poco sotto riportiamo per intero: è un invito allo “stupore” ed alla “contemplazione” di cui potremo fare esperienza anche noi nei prossimi giorni anche fermandoci davanti alla Croce ed al Santissimo che sarà esposto per la nostra adorazione.
Di seguito, oltre alle letture e al commento al Vangelo di papa Francesco, trovate tutti gli avvisi fra cui:
- Domenica 24 marzo, domenica delle Palme, in tutte le Messe domenicali, Benedizione dei rami d’ulivo
- Con Lunedì 25 avrà inizio il Triduo di Adorazione Eucaristica, detto anche delle Quarant’ore
- Infine tutti gli orari del Triduo Pasquale e della Pasqua (clicca qui per scaricare il volantino completo https://www.parrocchiedibudrio.it/wp-content/uploads/2024/03/settimna-santa-2024-S.Lorenzo.pdf)
Prepariamo il nostro cuore alla Pasqua!
24 marzo 2024 – Domenica delle Palme
Dal libro del profeta Isaìa (Is 50,4-7)
Il Signore Dio mi ha dato una lingua da discepolo, perché io sappia indirizzare una
parola allo sfiduciato.
Ogni mattina fa attento il mio orecchio perché io ascolti come i discepoli. Il Signore Dio
mi ha aperto l’orecchio e io non ho opposto resistenza, non mi sono tirato indietro.
Ho presentato il mio dorso ai flagellatori, le mie guance a coloro che mi strappavano la
barba; non ho sottratto la faccia agli insulti e agli sputi.
Il Signore Dio mi assiste, per questo non resto svergognato, per questo rendo la mia
faccia dura come pietra, sapendo di non restare confuso.
Dal Salmo 21 – Rit. Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Filippési (2,6-11)
Cristo Gesù, pur essendo nella condizione di Dio, non ritenne un privilegio l’essere come
Dio, ma svuotò se stesso assumendo una condizione di servo, diventando simile agli
uomini. Dall’aspetto riconosciuto come uomo, umiliò se stesso facendosi obbediente
fino alla morte e a una morte di croce.
Per questo Dio lo esaltò e gli donò il nome che è al di sopra di ogni nome, perché nel
nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra, e ogni lingua
proclami: «Gesù Cristo è Signore!», a gloria di Dio Padre.
Passione di nostro Signore Gesù Cristo secondo Marco – Forma breve (15,1-39)
– Volete che io rimetta in libertà per voi il re dei Giudei?
E subito, al mattino, i capi dei sacerdoti, con gli anziani, gli scribi e tutto il sinedrio, dopo aver
tenuto consiglio, misero in catene Gesù, lo portarono via e lo consegnarono a Pilato. Pilato gli
domandò: «Tu sei il re dei Giudei?». Ed egli rispose: «Tu lo dici». I capi dei sacerdoti lo
accusavano di molte cose. Pilato lo interrogò di nuovo dicendo: «Non rispondi nulla? Vedi di
quante cose ti accusano!». Ma Gesù non rispose più nulla, tanto che Pilato rimase stupito.
A ogni festa, egli era solito rimettere in libertà per loro un carcerato, a loro richiesta. Un tale,
chiamato Barabba, si trovava in carcere insieme ai ribelli che nella rivolta avevano commesso
un omicidio. La folla, che si era radunata, cominciò a chiedere ciò che egli era solito concedere.
Pilato rispose loro: «Volete che io rimetta in libertà per voi il re dei Giudei?». Sapeva infatti che
i capi dei sacerdoti glielo avevano consegnato per invidia. Ma i capi dei sacerdoti incitarono la
folla perché, piuttosto, egli rimettesse in libertà per loro Barabba. Pilato disse loro di nuovo:
«Che cosa volete dunque che io faccia di quello che voi chiamate il re dei Giudei?». Ed essi di
nuovo gridarono: «Crocifiggilo!». Pilato diceva loro: «Che male ha fatto?». Ma essi gridarono più
forte: «Crocifiggilo!». Pilato, volendo dare soddisfazione alla folla, rimise in libertà per loro
Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò perché fosse crocifisso.
– Intrecciarono una corona di spine e gliela misero attorno al capo
Allora i soldati lo condussero dentro il cortile, cioè nel pretorio, e convocarono tutta la truppa.
Lo vestirono di porpora, intrecciarono una corona di spine e gliela misero attorno al capo. Poi
presero a salutarlo: «Salve, re dei Giudei!». E gli percuotevano il capo con una canna, gli
sputavano addosso e, piegando le ginocchia, si prostravano davanti a lui. Dopo essersi fatti
beffe di lui, lo spogliarono della porpora e gli fecero indossare le sue vesti, poi lo condussero
fuori per crocifiggerlo.
– Condussero Gesù al luogo del Gòlgota
Costrinsero a portare la sua croce un tale che passava, un certo Simone di Cirene, che veniva
dalla campagna, padre di Alessandro e di Rufo. Condussero Gesù al luogo del Gòlgota, che
significa «Luogo del cranio», e gli davano vino mescolato con mirra, ma egli non ne prese.
– Con lui crocifissero anche due ladroni
Poi lo crocifissero e si divisero le sue vesti, tirando a sorte su di esse ciò che ognuno avrebbe
preso. Erano le nove del mattino quando lo crocifissero. La scritta con il motivo della sua
condanna diceva: «Il re dei Giudei». Con lui crocifissero anche due ladroni, uno a destra e uno
alla sua sinistra.
– Ha salvato altri e non può salvare se stesso!
Quelli che passavano di là lo insultavano, scuotendo il capo e dicendo: «Ehi, tu che distruggi il
tempio e lo ricostruisci in tre giorni, salva te stesso scendendo dalla croce!». Così anche i capi
dei sacerdoti, con gli scribi, fra loro si facevano beffe di lui e dicevano: «Ha salvato altri e non
può salvare se stesso! Il Cristo, il re d’Israele, scenda ora dalla croce, perché vediamo e
crediamo!». E anche quelli che erano stati crocifissi con lui lo insultavano.
– Gesù, dando un forte grido, spirò
Quando fu mezzogiorno, si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio. Alle tre, Gesù
gridò a gran voce: «Eloì, Eloì, lemà sabactàni?», che significa: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai
abbandonato?». Udendo questo, alcuni dei presenti dicevano: «Ecco, chiama Elia!». Uno corse
a inzuppare di aceto una spugna, la fissò su una canna e gli dava da bere, dicendo: «Aspettate,
vediamo se viene Elia a farlo scendere». Ma Gesù, dando un forte grido, spirò.
(Qui si genuflette e si fa una breve pausa)
Il velo del tempio si squarciò in due, da cima a fondo. Il centurione, che si trovava di fronte a
lui, avendolo visto spirare in quel modo, disse: «Davvero quest’uomo era Figlio di Dio!».
Papa Francesco – Omelia del 28.3.2021
Cari fratelli e sorelle, buongiorno!
Ogni anno questa Liturgia suscita in noi un atteggiamento di stupore: passiamo dalla gioia
di accogliere Gesù che entra in Gerusalemme al dolore di vederlo condannato a morte e
crocifisso. È un atteggiamento interiore che ci accompagnerà in tutta la Settimana Santa.
Entriamo dunque in questo stupore.
Da subito Gesù ci stupisce. La sua gente lo accoglie con solennità, ma Lui entra a
Gerusalemme su un umile puledro. La sua gente attende per Pasqua il liberatore potente, ma
Gesù viene per compiere la Pasqua con il suo sacrificio. La sua gente si aspetta di celebrare la
vittoria sui romani con la spada, ma Gesù viene a celebrare la vittoria di Dio con la croce. Che
cosa accadde a quella gente, che in pochi giorni passò dall’osannare Gesù al gridare
“crocifiggilo”? Cosa è successo? Quelle persone seguivano più un’immagine di Messia, che
non il Messia. Ammiravano Gesù, ma non erano pronte a lasciarsi stupire da Lui. Lo stupore è
diverso dall’ammirazione. L’ammirazione può essere mondana, perché ricerca i propri gusti e
le proprie attese; lo stupore, invece, rimane aperto all’altro, alla sua novità. Anche oggi tanti
ammirano Gesù: ha parlato bene, ha amato e perdonato, il suo esempio ha cambiato la storia
… e così via. Lo ammirano, ma la loro vita non cambia. Perché ammirare Gesù non basta.
Occorre seguirlo sulla sua via, lasciarsi mettere in discussione da Lui: passare
dall’ammirazione allo stupore.
E che cosa maggiormente stupisce del Signore e della sua Pasqua? Il fatto che Lui giunge
alla gloria per la via dell’umiliazione. Egli trionfa accogliendo il dolore e la morte, che noi,
succubi dell’ammirazione e del successo, eviteremmo. Gesù invece – ci ha detto san Paolo –
«svuotò se stesso, […] umiliò se stesso» (Fil 2,7.8). Questo stupisce: vedere l’Onnipotente
ridotto a niente. Vedere Lui, la Parola che sa tutto, ammaestrarci in silenzio sulla cattedra
della croce. Vedere il re dei re che ha per trono un patibolo. Vedere il Dio dell’universo spoglio
di tutto. Vederlo coronato di spine anziché di gloria. Vedere Lui, la bontà in persona, che
viene insultato e calpestato. Perché tutta questa umiliazione? Perché, Signore, ti sei lasciato
fare tutto questo?
Lo ha fatto per noi, per toccare fino in fondo la nostra realtà umana, per attraversare tutta
la nostra esistenza, tutto il nostro male. Per avvicinarsi a noi e non lasciarci soli nel dolore e
nella morte. Per recuperarci, per salvarci. Gesù sale sulla croce per scendere nella nostra
sofferenza. Prova i nostri stati d’animo peggiori: il fallimento, il rifiuto di tutti, il tradimento di
chi gli vuole bene e persino l’abbandono di Dio. Sperimenta nella sua carne le nostre
contraddizioni più laceranti, e così le redime, le trasforma. Il suo amore si avvicina alle nostre
fragilità, arriva lì dove noi ci vergogniamo di più. E ora sappiamo di non essere soli: Dio è con
noi in ogni ferita, in ogni paura: nessun male, nessun peccato ha l’ultima parola. Dio vince, ma
la palma della vittoria passa per il legno della croce. Perciò le palme e la croce stanno
insieme.
Chiediamo la grazia dello stupore. La vita cristiana, senza stupore, diventa grigiore. Come si
può testimoniare la gioia di aver incontrato Gesù, se non ci lasciamo stupire ogni giorno dal
suo amore sorprendente, che ci perdona e ci fa ricominciare? Se la fede perde lo stupore
diventa sorda: non sente più la meraviglia della Grazia, non sente più il gusto del Pane di vita
e della Parola, non percepisce più la bellezza dei fratelli e il dono del creato. E non ha un’altra
via che rifugiarsi nei legalismi, nei clericalismi e in tutte queste cose che Gesù condanna nel
capitolo 23 di Matteo.
In questa Settimana Santa, alziamo lo sguardo alla croce per ricevere la grazia dello
stupore. San Francesco d’Assisi, guardando il Crocifisso, si meravigliava che i suoi frati non
piangessero. E noi, riusciamo ancora a lasciarci commuovere dall’amore di Dio? Perché non
sappiamo più stupirci davanti a Lui? Perché? Forse perché la nostra fede è stata logorata
dall’abitudine. Forse perché restiamo chiusi nei nostri rimpianti e ci lasciamo paralizzare dalle
nostre insoddisfazioni. Forse perché abbiamo perso la fiducia in tutto e ci crediamo persino
sbagliati. Ma dietro questi “forse” c’è il fatto che non siamo aperti al dono dello Spirito, che è
Colui che ci dà la grazia dello stupore.
Ripartiamo dallo stupore; guardiamo il Crocifisso e diciamogli: “Signore, quanto mi ami!
Quanto sono prezioso per Te!”. Lasciamoci stupire da Gesù per tornare a vivere, perché la
grandezza della vita non sta nell’avere e nell’affermarsi, ma nello scoprirsi amati. Questa è la
grandezza della vita: scoprirsi amati. E la grandezza della vita è proprio nella bellezza
dell’amore. Nel Crocifisso vediamo Dio umiliato, l’Onnipotente ridotto a uno scarto. E con la
grazia dello stupore capiamo che accogliendo chi è scartato, avvicinando chi è umiliato dalla
vita, amiamo Gesù: perché Lui è negli ultimi, nei rifiutati, in coloro che la nostra cultura
farisaica condanna.
Oggi, subito dopo la morte di Gesù, il Vangelo ci svela l’icona più bella dello stupore. È la
scena del centurione, che «avendolo visto spirare in quel modo, disse: “Davvero quest’uomo
era Figlio di Dio!”» (Mc 15,39). Si è lasciato stupire dall’amore. In che modo aveva visto morire
Gesù? Lo ha visto morire amando, e questo lo stupì. Soffriva, era stremato, ma continuava ad
amare. Ecco lo stupore davanti a Dio, il quale sa riempire d’amore anche il morire. In questo
amore gratuito e inaudito, il centurione, un pagano, trova Dio. Davvero era Figlio di Dio! La
sua frase suggella la Passione. Tanti prima di lui nel Vangelo, ammirando Gesù per i suoi
miracoli e prodigi, lo avevano riconosciuto Figlio di Dio, ma Cristo stesso li aveva messi a
tacere, perché c’era il rischio di fermarsi all’ammirazione mondana, all’idea di un Dio da
adorare e temere in quanto potente e terribile. Ora non più, sotto la croce non si può più
fraintendere: Dio si è svelato e regna solo con la forza disarmata e disarmante dell’amore.
Fratelli e sorelle, oggi Dio stupisce ancora la nostra mente e il nostro cuore. Lasciamo che
questo stupore ci pervada, guardiamo il Crocifisso e diciamo anche noi: “Tu sei davvero il
Figlio di Dio. Tu sei il mio Dio”.
Puoi anche ascoltare il commento sul link: https://www.vatican.va/content/francesco/it/homilies/2021/documents/papa-francesco_20210328_omelia-palme.html
Zona Pastorale di Budrio
Per informazioni e Orari Messe feriali visita il sito https://www.parrocchiedibudrio.it
Orario Messe Festive
Prefestive: Pieve di Budrio ore 17:00, Cento e San Lorenzo ore 18:00
Festive: San Lorenzo ore 8:00, Olmo ore 9:00, Prunaro e Pieve ore 9:30, SanLorenzo ore 10:30, Bagnarola e Maddalena ore 11:00 (a mesi alterni), Mezzolara ore 11:00, Vedrana ore 11:15, San Lorenzo ore 18:00
Parrocchia San Lorenzo di Budrio
Per informazioni 051 800056 (ore 9-12) oppure info@sanlorenzobudrio.it
Carità
Per le OFFERTE utilizzare i seguenti conti correnti specificando l’intenzione:
• Parrocchia San Lorenzo: IBAN IT42K0200836640000001027986
• Parrocchia San Lorenzo – Caritas: IBAN IT86Z0707236640000000190889
• Parr. S. Lorenzo – Casa di Ospitalità Sant’Agata: IBAN IT97P0538736640000001047364
Adorazione Eucaristica delle Quarant’ore
Lunedì 25, martedì 26 e mercoledì 27 marzo, dopo la Messa delle ore 8:30 fino
alle 18:00 verrà esposto il Santissimo Sacramento per l’Adorazione personale.
Per garantire la presenza davanti all’Eucaristia siamo invitati a segnare la nostra
disponibilità nei fogli in fondo alla chiesa o a telefonare in ufficio parrocchiale.
Orario invernale Messe e Funzioni religiose della Parrocchia
San Lorenzo – Festive: ore 18:00 S. Messa prefestiva – ore 8:00, 10:30, 18:00 S. Messe festive
Santuario dell’Olmo – Festiva: ore 9:00 S. Messa
San Lorenzo – Feriali: ore 8:00 Celebrazione delle Lodi – ore 8:30 S. Messa (martedì Adorazione) – ore 18:00 S. Messa
Chiesa delle Creti – Festiva: ore 10:00 S. Messa in lingua polacca
Don Tonino Bello
Il Calvario è lo scrigno nel quale si concentra tutto l’amore di Dio.
La Croce è la manifestazione, è l’epifania più alta dell’Amore di Dio per noi.
Ha mandato Suo Figlio sulla Croce perché ci togliesse i peccati
ci redimesse, ci rendesse puri.
Il Calvario non è soltanto la fontana della carità
non è soltanto l’acquedotto della speranza
ma è anche la sorgente della fede.
Calendario parrocchiale
Quaresima di Solidarietà
Per tutto il Tempo della Quaresima si raccolgono cibi non deperibili da distribuire
alle persone in condizione di bisogno (depositare nella cesta in fondo alla chiesa).
Servono soprattutto olio e zucchero.
SETTIMANA SANTA
Domenica 24 marzo – Domenica delle Palme – “Benedetto colui che viene nel nome del Signore”
In tutte le Messe ci sarà la tradizionale Benedizione dell’ulivo. In particolare alle ore 10:15 in p.zza Antonio da Budrio Benedizione
dell’Ulivo e processione per le vie Garibaldi e Bissolati fino alla Chiesa di San Lorenzo dove alle 10:30 sarà celebrata la Messa.
Lunedì 25, Martedì 26 e Mercoledì 27
Triduo di Adorazione Eucaristica – QUARANT’ORE
ore 8:00 Lodi, ore 8:30 S. Messa, a seguire Esposizione del Santissimo Sacramento per l’Adorazione personale fino alle ore 18
ore 12:00 Ora Sesta, ore 17:15 Vespri e Reposizione del S.S. ore 18:00 S. Messa
Siamo invitati a segnare la nostra disponibilità ad essere presenti davanti al Santissimo nei fogli in fondo alla chiesa o a comunicarlo in ufficio parrocchiale
Mercoledì 27 ore 18:30 nella Cattedrale di S.Pietro a Bologna Messa Crismale
TRIDUO PASQUALE
Giovedì 28 marzo Giovedì Santo
ore 8:00 Lodi – non si celebra la messa del mattino
ore 20:30 Messa nella CENA DEL SIGNORE
in questa eucaristia ci sarà la Presentazione dei Comunicandi e si svolgerà il segno della Lavanda dei piedi
Venerdì 29 marzo Venerdì Santo
ore 8:00 Lodi – in questo giorno non si celebra la messa
ore 16:00 Celebrazione della Via Crucis animata dai bambini
ore 20:30 Celebrazione della PASSIONE DEL SIGNORE
Sabato 30 marzo Sabato Santo
ore 8:30 L’Ora della Mare – giornata dedicata alle confessioni
Notte della Pasqua – ore 21:30 VEGLIA PASQUALE con celebrazione di Battesimo, Cresima ed Eucarestia di Viola
A seguire, nel Teatrino parrocchiale, come da consolidata tradizione, cerimonia di Premiazione dell’Acerb of the year
N.B. Ora Legale: nella notte tra sabato 30 e domenica 31 marzo ritorna l’Ora Legale: perciò,
da domenica 31 le Messe prefestive, festive e feriali della sera saranno alle 19:00
Domenica 31 marzo
PASQUA della RISURREZIONE DEL SIGNORE
Messe ore 8:00, 9:00 (all’Olmo), 10:30, 11:15 (alle Creti), 19:00
Lunedì 1 aprile Messe come da orario festivo (non ci sarà la messa all’Olmo)