Dopo il seme e dopo la tempesta, in questa domenica il Vangelo di Marco ci porta davanti alla malattia ed alla morte (vicende con le quali ci confrontiamo ancora oggi): Gesù, trasgredendo alle regole religiose e civili del tempo, guarisce e rialza alla vita; chiede solo la fede, l’affidamento a Lui … Che possa dunque fare il miracolo di guarire anche noi, malati e a volte morti dentro?
Il commento al Vangelo di questa domenica ce lo propone Paolo:
Il vangelo di questa domenica è molto lungo e ricco di spunti. Mi piace soffermarmi sull’incontro fra Gesù e la donna.
Non si sono mai visti ma lei sente di avere bisogno di Gesù, sente che può essere l’ultima speranza di guarire, dopo i molti tentavi già effettuati.
Ed è un vero incontro. Lei tocca Gesù e lui subito se ne rende conto. Con tutta la folla attorno a lui, Gesù si sofferma su di lei, venuta fin lì per toccarlo, per entrare in relazione con lui. E questo desiderio la salva. Questo incontro la salva.
Mi piace questo pezzo del vangelo perché mostra come non sia difficile incontrare Gesù perché non occorrono chissà quali rituali ma occorre toccarlo, nel nostro caso toccare, entrare in contatto con ciò che di lui ci è dato, la sua parola.
Ma allo stesso tempo è difficile. Perché ci vuole volontà e fiducia nel cerca questo incontro.
Nella speranza che riusciamo ad entrare in contatto con lui e uscirne cambiati, purificati come la donna che perdeva sangue, vi auguro buona domenica!
Di seguito trovate le Letture e il commento al Vangelo di p. Alberto Maggi,
Ricordiamo solo che domani pomeriggio alle ore 17:30, nella cattedrale di S. Pietro a Bologna, il vescovo Matteo Maria Zuppi istituirà Lettore il nostro amatissimo Helmy Ibrahim, in cammino di preparazione al Diaconato.
Mettiamo in evidenza inoltre che con il mese di luglio, a partire cioè da domenica 4 luglio, la messa al Santuario dell’Olmo continua, ma alle ore 10 e all’aperto
Buona Domenica
27 Giugno – XIII Domenica per annum
Dal libro della Sapienza (1,13-15; 2,23-24)
Il Dio non ha creato la morte e non gode per la rovina dei viventi. Egli infatti ha creato tutte le cose perché esistano; le creature del mondo sono portatrici di salvezza, in esse non c’è veleno di morte, né il regno dei morti è sulla terra. La giustizia infatti è immortale. Sì, Dio ha creato l’uomo per l’incorruttibilità, lo ha fatto immagine della propria natura. Ma per l’invidia del diavolo la morte è entrata nel mondo e ne fanno esperienza coloro che le appartengono.
Salmo Responsoriale (dal salmo 29) – Rit.: Ti esalterò, Signore, perché mi hai risollevato.
Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi (8,7.9.13-15)
Fratelli, come siete ricchi in ogni cosa, nella fede, nella parola, nella conoscenza, in ogni zelo e nella carità che vi abbiamo insegnato, così siate larghi anche in quest’opera generosa. Conoscete infatti la grazia del Signore nostro Gesù Cristo: da ricco che era, si è fatto povero per voi, perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà. Non si tratta di mettere in difficoltà voi per sollevare gli altri, ma che vi sia uguaglianza. Per il momento la vostra abbondanza supplisca alla loro indigenza, perché anche la loro abbondanza supplisca alla vostra indigenza, e vi sia uguaglianza, come sta scritto: «Colui che raccolse molto non abbondò e colui che raccolse poco non ebbe di meno».
Dal Vangelo secondo Marco (5,21-43)
In quel tempo, essendo Gesù passato di nuovo in barca all’altra riva, gli si radunò attorno molta folla ed egli stava lungo il mare. E venne uno dei capi della sinagoga, di nome Giàiro, il quale, come lo vide, gli si gettò ai piedi e lo supplicò con insistenza: «La mia figlioletta sta morendo: vieni a imporle le mani, perché sia salvata e viva». Andò con lui. Molta folla lo seguiva e gli si stringeva intorno. Ora una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni e aveva molto sofferto per opera di molti medici, spendendo tutti i suoi averi senza alcun vantaggio, anzi piuttosto peggiorando, udito parlare di Gesù, venne tra la folla e da dietro toccò il suo mantello. Diceva infatti: «Se riuscirò anche solo a toccare le sue vesti, sarò salvata». E subito le si fermò il flusso di sangue e sentì nel suo corpo che era guarita dal male. E subito Gesù, essendosi reso conto della forza che era uscita da lui, si voltò alla folla dicendo: «Chi ha toccato le mie vesti?». I suoi discepoli gli dissero: «Tu vedi la folla che si stringe intorno a te e dici: “Chi mi ha toccato?”». Egli guardava attorno, per vedere colei che aveva fatto questo. E la donna, impaurita e tremante, sapendo ciò che le era accaduto, venne, gli si gettò davanti e gli disse tutta la verità. Ed egli le disse: «Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va’ in pace e sii guarita dal tuo male». Stava ancora parlando, quando dalla casa del capo della sinagoga vennero a dire: «Tua
figlia è morta. Perché disturbi ancora il Maestro?». Ma Gesù, udito quanto dicevano, disse al capo della sinagoga: «Non temere, soltanto abbi fede!». E non permise a nessuno di seguirlo, fuorché a Pietro, Giacomo e Giovanni, fratello di Giacomo. Giunsero alla casa del capo della sinagoga ed egli vide trambusto e gente che piangeva e urlava forte. Entrato, disse loro: «Perché vi agitate e piangete? La bambina non è morta, ma dorme». E lo deridevano. Ma egli, cacciati tutti fuori, prese con sé il padre e la madre della bambina e quelli che erano con lui ed entrò dove era la bambina. Prese la mano della bambina e le disse: «Talità kum», che significa: «Fanciulla, io ti dico: àlzati!». E subito la fanciulla si alzò e camminava; aveva infatti dodici anni. Essi furono presi da grande stupore. E raccomandò loro con insistenza che nessuno venisse a saperlo e disse di darle da mangiare.
Commento al Vangelo di padre Alberto Maggi OSM
Nella narrazione della risurrezione della figlia del capo della sinagoga e della guarigione della donna affetta da flusso di sangue, l’evangelista intende rappresentare la situazione del popolo di Israele. Il popolo, che è sottomesso alla legge, è morto e il popolo che è escluso dalla legge vive una situazione di impurità, rappresentato dalla donna con il flusso di sangue. Ciò che unisce i due episodi è la cifra ‘dodici’, indicata come anni di malattia per la donna e come età per la figlia del capo della sinagoga. Il numero ‘dodici’, lo sappiamo, è il numero che
rappresenta le dodici tribù di Israele, quindi indica tutto il popolo di Israele. E l’altro termine è il termine ‘figlia’, adoperato da Gesù per la donna che viene guarita, e per indicare la figlia del capo della sinagoga. In entrambe le situazioni si guarisce, si recupera la vita attraverso una trasgressione. Gesù tocca, prende la mano della bambina, del cadavere – ed era proibito nel Libro del Levitico toccare un cadavere – e la bimba ritorna in vita, mentre nel brano, che adesso vediamo di comprendere e di esaminare, è la stessa donna che compie questa trasgressione. Scrive l’evangelista che questa “donna”, anonima – significa che è un personaggio rappresentativo nel quale ogni lettore si può immedesimare – “aveva perdite di sangue”. Il sangue è la vita, e perdere sangue significa perdere la vita. Una donna in queste condizioni, secondo il Libro del Levitico, è una donna in perenne condizione di impurità. Se non è sposata non trova nessuno che la sposa, se è sposata non può avere rapporto con il marito, quindi è destinata alla sterilità, anzi il marito la può addirittura ripudiare. Quindi una donna che non ha nessuna speranza; è impura, non può entrare nel tempio, non può celebrare la Pasqua, è equiparata a un lebbroso. Allora, per la donna non ci sono speranze; se continua ad osservare la legge va incontro alla morte, ma lei, che ha sentito senz’altro la parola di Gesù, il messaggio di Gesù, il Gesù che ha purificato il lebbroso, il Gesù che non guarda i meriti delle persone, ma i loro bisogni, ci prova. Ci prova di nascosto perché una donna che, nelle sue condizioni, pubblicamente e volontariamente, toccava un uomo, veniva messa a morte, perché lo rendeva impuro. Ebbene, sentendo parlare di Gesù, ha sentito appunto questo amore dal quale nessuno si sente escluso, un Dio che guarda le necessità delle persone. “Da dietro gli toccò il mantello” e quindi la donna, secondo il Libro del Levitico, secondo la Parola di Dio, compie una trasgressione, compie un sacrilegio. Gesù avverte, avverte che una “forza era uscita da lui”, una forza di vita e chiede “chi mi ha toccato le vesti?” Il comportamento dei discepoli è quello di considerare Gesù quasi uno scriteriato, dice “tu vedi la folla che ti si stringe attorno e ti chiedi ‘chi ti ha toccato’?” Cosa vuole dire l’evangelista? I discepoli sono accanto a Gesù, ma non gli sono vicini, loro lo accompagnano, ma non lo seguono. Non basta stare accanto a Gesù per percepirne e riceverne la forza della vita. Ma Gesù guarda “per vedere colei che aveva fatto questo”. E la donna impaurita e tremante … Impaurita perché? Ha compiuto una trasgressione per cui merita la pena di morte e quindi magari si attende il rimprovero, il castigo dal Signore. “Gli si gettò davanti e gli disse tutta la verità”. Ecco, quello che, agli occhi della religione, è considerato un sacrilegio, agli occhi di Gesù invece … “Gesù le disse ‘Figlia’ ” – è lo stesso termine adoperato per la figlia del capo della sinagoga che indica quindi il popolo di Israele – “ ‘La tua fede ti ha salvata!’ ”La tua fede? La donna ha trasgredito un precetto religioso; ebbene, quello che, agli occhi della religione è una trasgressione e un sacrilegio, per Gesù è un gesto di fede. Dio non si concede come un premio per la buona condotta, ma come un regalo. Il premio dipende da chi lo riceve, il regalo dalla generosità del donatore. E quindi nessuno si può sentire escluso dal Signore. E non solo. Gesù non la manda al tempio a offrire i due piccioni come era previsto dalla legge, ma
dice “Va’ in pace”, va’ verso la felicità. È iniziata una nuova epoca dove non più l’uomo deve offrire a Dio, ma deve accogliere un Dio che si offre a lui perché la sua vita sia piena e felice.
Calendario parrocchiale
Domenica 27 giugno – XIII Domenica del Tempo Ordinario
Giornata per la Carità del Papa “Fanciulla, io ti dico: alzati”
ore 17:30, nella cattedrale di S. Pietro a Bologna, il vescovo Matteo Maria Zuppi istituirà Lettore Helmy Ibrahim
Lunedì 28 Sant’Ireneo, martire
Martedì 29 Santi Pietro e Paolo, apostoli – Solennità
Sabato 1 luglio San Tommaso, apostolo – Festa
Domenica 4 luglio – XIV Domenica del Tempo Ordinario
“Un profeta non è disprezzato se non nella usa patria”
Martedì 6 Santa Maria Goretti, vergine
Venerdì 9 Beato Elia Facchini, sacerdote e martire – Chiesa di Bologna
Domenica 11 luglio – XV Domenica del Tempo Ordinario
“Prese a mandarli”
Martedì 13 Santa Clelia Barbieri, vergine – Chiesa di Bologna
Giovedì 15 San Bonaventura, vescovo e dottore della Chiesa
Venerdì 16 Beata Vergine Maria del Monte Carmelo
Domenica 18 luglio – XVI Domenica del Tempo Ordinario
“Erano come pecore che non hanno pastore”
Martedì 20 Santa Brigida, religiosa, Patrona d’Europa – Festa
Giovedì 22 Santa Maria Maddalena – Festa
Venerdì 23 Sant’Apollinare, vescovo e martire, Patrono dell’Emilia Romagna
Domenica 25 luglio – XVII Domenica del Tempo Ordinario
“Distribuì a quelli che erano seduti quanto ne volevano”
Lunedì 26 Santi Gioacchino ed Anna
Giovedì 29 Santa Marta
Venerdì 30 San Pietro Crisologo, vescovo e dottore della Chiesa
Sabato 31 Sant’Ignazio di Loyola, sacerdote
Si informa che nel periodo estivo non sarà più possibile seguire la Messa sul Canale YouTube della Parrocchia San Lorenzo
Orario Messe e Funzioni (primavera-estate)
San Lorenzo – Festivi:
ore 19:00 S. Messa prefestiva
ore 8:00, 10:30, 19:00 S. Messe festive
ore 18:30 Rosario
Santuario dell’Olmo – Festivi: ore 9:00 S. Messa (nel mese di luglio ore 10:00 all’aperto)
San Lorenzo – Feriali:
ore 8:00 Celebrazione delle Lodi
ore 8:30 S. Messa (martedì Adorazione)
ore 19:00 S. Messa
Chiesa delle Creti – Festivi: ore 10:00 S. Messa in polacco