Avvisi S.Lorenzo – Domenica 07.11.2021

Carissimi,

siamo giunti alla XXXII Domenica del Tempo Ordinario ed il Vangelo di Marco ci mostra Gesù, fermo all’ingresso del Tempio, che osserva quanto accade e ne prende spunto per proporre un altro dei suoi insegnamenti da cui emerge una contrapposizione:

  • da una parte coloro che “hanno gettato [nel tesoro del Tempio] parte del loro superfluo
  • dall’altra una povera vedova che “nella sua miseria, vi ha gettato tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere

Il commento ce lo propone Simone:

Nel Vangelo di questa domenica, Gesù pone l’attenzione sulla tendenza dell’uomo ad agire affinché gli altri possano ammirarlo.

In questa logica l’altro diventa un nemico con cui competere per ricevere elogi e attenzioni. Ogni azione motivata da questa logica, anche la più caritatevole, perde di valore perché diventa autoriferita. Se non si riesce a soddisfare questa smania di gloria, ci si lascia travolgere dall’invidia, dalla gelosia e dal desiderio che possa cadere in disgrazia chi si ritiene superiore a sé. Gesù non condanna le azioni, ma la motivazione sottostante.

Alla logica dell’apparire, viene proposta quella dell’amore, ovvero mettersi al servizio degli altri. L’altro diventa fine della nostra azione e non mezzo per elevarsi. Il Signore anche nella confusione della folla riesce a scorgere una vedova povera e timorosa ed esalta il suo gesto, non tanto per il sacrificio nel privarsi del poco che ha, ma per la sua umiltà nel dare il suo contributo. La donna cerca di fare il suo meglio con semplicità senza cercare attenzioni. La ricerca di ammirazione dei ricchi invece rende superflua la loro cospicua offerta.

Signore aiutaci a dare il nostro piccolo contributo nei vari contesti della nostra vita e insegnaci a guardare secondo la tua prospettiva d’amore per accorgerci dei gesti che ci circondano come Tu hai visto l’umile vedova.

A tutti, buona Domenica e buona settimana

7 Novembre – XXXII Domenica per annum

Dal primo libro dei Re (17,10-16)

In quei giorni, il profeta Elia si alzò e andò a Sarèpta. Arrivato alla porta della città, ecco una vedova che raccoglieva legna. La chiamò e le disse: «Prendimi un po’ d’acqua in un vaso, perché io possa bere». Mentre quella andava a prenderla, le gridò: «Per favore, prendimi anche un pezzo di pane». Quella rispose: «Per la vita del Signore, tuo Dio, non ho nulla di cotto, ma solo un pugno di farina nella giara e un po’ d’olio nell’orcio; ora raccolgo due pezzi di legna, dopo andrò a prepararla per me e per mio figlio: la mangeremo e poi moriremo». Elia le disse: «Non temere; va’ a fare come hai detto. Prima però prepara una piccola focaccia per me e portamela; quindi ne preparerai per te e per tuo figlio, poiché così dice il Signore, Dio d’Israele: “La farina della giara non si esaurirà e l’orcio dell’olio non diminuirà fino al giorno in cui il Signore manderà la pioggia sulla faccia della terra”». Quella andò e fece come aveva detto Elia; poi mangiarono lei, lui e la casa di lei per diversi giorni. La farina della giara non venne meno e l’orcio dell’olio non diminuì, secondo la parola che il Signore aveva pronunciato per mezzo di Elia.

Salmo Responsoriale (dal salmo 145) – Rit.: Loda il Signore, anima mia.

Dalla lettera agli Ebrei (9,24-28)

Cristo non è entrato in un santuario fatto da mani d’uomo, figura di quello vero, ma nel cielo stesso, per comparire ora al cospetto di Dio in nostro favore. E non deve offrire se stesso più volte, come il sommo sacerdote che entra nel santuario ogni anno con sangue altrui: in questo caso egli, fin dalla fondazione del mondo, avrebbe dovuto soffrire molte volte. Invece ora, una volta sola, nella pienezza dei tempi, egli è apparso per annullare il peccato mediante il sacrificio di se stesso. E come per gli uomini è stabilito che muoiano una sola volta, dopo di che viene il giudizio, così Cristo, dopo essersi offerto una sola volta per togliere il peccato di molti, apparirà una seconda volta, senza alcuna relazione con il peccato, a coloro che l’aspettano per la loro salvezza.

Dal Vangelo secondo Marco (12,38-44)

In quel tempo, Gesù [nel tempio] diceva alla folla nel suo insegnamento: «Guardatevi dagli scribi, che amano passeggiare in lunghe vesti, ricevere saluti nelle piazze, avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti. Divorano le case delle vedove e pregano a lungo per farsi vedere. Essi riceveranno una condanna più severa». Seduto di fronte al tesoro, osservava come la folla vi gettava monete. Tanti ricchi ne gettavano molte. Ma, venuta una vedova povera, vi gettò due monetine, che fanno un soldo. Allora, chiamati a sé i suoi discepoli, disse loro: «In verità io vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri. Tutti infatti hanno gettato parte del loro superfluo. Lei invece, nella sua miseria, vi ha gettato tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere».

Papa Francesco – Angelus – 11 novembre 2018

Cari fratelli e sorelle,

L’odierno episodio evangelico (cfr Mc 12,38-44) chiude la serie di insegnamenti impartiti da Gesù nel tempio di Gerusalemme e pone in risalto due figure contrapposte: lo scriba e la vedova. Ma perché sono contrapposte? Lo scriba rappresenta le persone importanti, ricche, influenti; l’altra – la vedova – rappresenta gli ultimi, i poveri, i deboli. In realtà, il giudizio risoluto di Gesù nei confronti degli scribi non riguarda tutta la categoria, ma è riferito a quelli tra loro che ostentano la propria posizione sociale, si fregiano del titolo di “rabbi”, cioè maestro, amano essere riveriti e occupare i primi posti (cfr vv. 38-39). Quel che è peggio è che la loro ostentazione è soprattutto di natura religiosa, perché pregano – dice Gesù – «a lungo per farsi vedere» (v. 40) e si servono di Dio per accreditarsi come i difensori della sua legge. E questo atteggiamento di superiorità e di vanità li porta al disprezzo per coloro che contano poco o si trovano in una posizione economica svantaggiosa, come il caso delle vedove.

Gesù smaschera questo meccanismo perverso: denuncia l’oppressione dei deboli fatta strumentalmente sulla base di motivazioni religiose, dicendo chiaramente che Dio sta dalla parte degli ultimi. E per imprimere bene questa lezione nella mente dei discepoli offre loro un esempio vivente: una povera vedova, la cui posizione sociale era irrilevante perché priva di un marito che potesse difendere i suoi diritti, e che perciò diventava facile preda di qualche creditore senza scrupoli, perché questi creditori perseguitavano i deboli perché li pagassero.  Questa donna, che va a deporre nel tesoro del tempio soltanto due monetine, tutto quello che le restava e fa la sua offerta cercando di passare inosservata, quasi vergognandosi. Ma, proprio in questa umiltà, ella compie un atto carico di grande significato religioso e spirituale. Quel gesto pieno di sacrificio non sfugge allo sguardo di Gesù, che anzi in esso vede brillare il dono totale di sé a cui vuole educare i suoi discepoli.

L’insegnamento che oggi Gesù ci offre ci aiuta a recuperare quello che è essenziale nella nostra vita e favorisce una concreta e quotidiana relazione con Dio. Fratelli e sorelle, le bilance del Signore sono diverse dalle nostre. Lui pesa diversamente le persone e i loro gesti: Dio non misura la quantità ma la qualità, scruta il cuore, guarda alla purezza delle intenzioni. Questo significa che il nostro “dare” a Dio nella preghiera e agli altri nella carità dovrebbe sempre rifuggire dal ritualismo e dal formalismo, come pure dalla logica del calcolo, e deve essere espressione di gratuità, come ha fatto Gesù con noi: ci ha salvato gratuitamente; non ci ha fatto pagare la redenzione. Ci ha salvato gratuitamente. E noi, dobbiamo fare le cose come espressione di gratuità.  Ecco perché Gesù indica quella vedova povera e generosa come modello di vita cristiana da imitare. Di lei non sappiamo il nome, conosciamo però il suo cuore – la troveremo in Cielo e andremo a salutarla, sicuramente – ed è quello che conta davanti a Dio. Quando siamo tentati dal desiderio di apparire e di contabilizzare i nostri gesti di altruismo, quando siamo troppo interessati allo sguardo altrui e – permettetemi la parola – quando facciamo “i pavoni”, pensiamo a questa donna. Ci farà bene: ci aiuterà a spogliarci del superfluo per andare a ciò che conta veramente, e a rimanere umili.

La Vergine Maria, donna povera che si è donata totalmente a Dio, ci sostenga nel proposito di dare al Signore e ai fratelli non qualcosa di noi, ma noi stessi, in una offerta umile e generosa.

Calendario parrocchiale

Sabato 6 ore 16:30 Messa rivolta particolarmente ai genitori e ai ragazzi del Catechismo (continua ogni sabato)
Domenica

7 novembre

XXXII Domenica del Tempo Ordinario

Questa vedova, così povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri

ore 16:30 Battesimo di Samuel

Lunedì 8 Tutti i Santi della Chiesa bolognese
Martedì 9 Dedicazione della Basilica Lateranense – Festa
Mercol. 10 San Leone Magno, papa e dottore della Chiesa
Giovedì 11 San Martino di Tours, vescovo
Venerdì 12 San Giosafat, vescovo e martire
Domenica

14 novembre

XXXIII Domenica del Tempo Ordinario

Il Figlio dell’uomo radunerà i suoi eletti dai quattro venti

Martedì 16 Tutti i Santi dell’Ordine dei Servi di Maria – Festa
Mercol. 17 Commemorazione di tutti i Fratelli, Sorelle, Parenti e Benefattori Defunti dell’Ordine dei Servi di Maria
Venerdì 19 ore 20:30 Terzo incontro Corso di Preparazione al Matrimonio
Domenica

21 novembre

Solennità di Nostro Signore Gesù Cristo Re dell’Universo

Tu lo dici: io sono re

ore 11:30 Battesimo di Luca

ore 16:00 Incontro di spiritualità con la Fraternità Servi Maria

Lunedì 22 Santa Cecilia, martire
Mercol. 24 Santi Andrea Dunc Lac e compagni, martiri