Avvisi S.Lorenzo – Domenica 20.06.21

Il Vangelo di Marco, dopo averci parlato domenica scorsa di terra e di semi, in questa XII domenica del Tempo Ordinario ci porta in mezzo al mare ed alle tempeste …

Ogni luogo, ogni condizione è fatta perché la Parola ci interpelli …

Ed immediatamente nella nostra mente torna il ricordo delle avversità della nostra vita e della grande tempesta da cui, forse, stiamo pian piano riemergendo …

Il commento al Vangelo ce lo propone p. Ermes Ronchi:

Le piccole barche sono al sicuro, ormeggiate nel porto, ma non è per questo che sono state costruite. Sono fatte per navigare, e anche per affrontare burrasche.

Noi siamo naviganti su fragili legni nel mare della vita, su gusci di noci. Eppure ci raggiunge la parola di Gesù: passiamo all’altra riva, andiamo oltre. C’è un oltre che abita le cose. Non è nel segno del Vangelo restarsene al sicuro, attraccati alla banchina o fermi all’ancora. Il nostro posto non è nei successi, ma in una barca in mare, mare aperto, dove prima o poi durante la navigazione della vita verranno acque agitate e vento contrario. Vera pedagogia è quella di Gesù: trasmettere non la paura ma la passione per il mare aperto, il desiderio di navigare avanti, la gioia del mare alto e infinito.

Nella breve navigazione Gesù si addormenta, sfinito. Io non so perché si alzano tempeste nella vita. Non lo sanno Luca, Marco, Matteo: raccontano tempeste sempre uguali e tutte senza perché. Vorrei anch’io un cielo sempre sereno e luci chiare a indicare la navigazione, un porto sicuro e vicino. Ma intanto la barca, simbolo di me, della mia vita fragile, della grande comunità, intanto resiste. E non per il morire del vento, non perché finiscono i problemi, ma per il miracolo umile dei rematori che non abbandonano i remi, che sostengono ciascuno la speranza dell’altro.

A noi invece pare di essere abbandonati appena si alza il vento di una malattia, di una crisi familiare, di relazioni che dolgono, di questa pandemia. Ci sentiamo naufraghi in una storia dove Dio sembra dormire, anziché intervenire subito, ai primi segni della fatica, al primo morso della paura, appena il dolore ci artiglia come un predatore.

Allora ecco il grido: Non ti importa che moriamo?

Eloquenza dei gesti: si destò, minacciò il vento e il mare…, perché sì, mi importa di voi. Mi importano i passeri del cielo e voi valete più di molti passeri; mi importano i gigli del campo e voi siete più belli di tutti i fiori del mondo.

Mi importi al punto che ti ho contato i capelli in capo e tutta la paura che porti nel cuore. E sono con te, a farmi argine al buio, luce nel riflesso più profondo delle tue lacrime. Nelle mie notti Dio è con me; intreccia il suo respiro con il mio, e «non mi salva “dalla” tempesta ma “nella” tempesta. Non protegge dal dolore ma nel dolore. Non salva il Figlio dalla croce ma nella croce» (D. Bonhoeffer). Lui è con noi, a salvarci da tutti i nostri naufragi, è qui da prima del miracolo: è nelle braccia forti degli uomini sui remi; nella presa salda del timoniere; nelle mani che svuotano il fondo della barca. Lui è in tutti coloro che, insieme, compiono i gesti esatti e semplici che proteggono la vita.

Di seguito trovate le Letture, il commento al Vangelo (Omelia di papa Benedetto) e gli Avvisi.

Buona Domenica!

20 Giugno – XII Domenica per annum

Dal libro di Giobbe (38,1.8-11)

Il Signore prese a dire a Giobbe in mezzo all’uragano: «Chi ha chiuso tra due porte il mare, quando usciva impetuoso dal seno materno, quando io lo vestivo di nubi e lo fasciavo di una nuvola oscura, quando gli ho fissato un limite, gli ho messo chiavistello e due porte dicendo: “Fin qui giungerai e non oltre e qui s’infrangerà l’orgoglio delle tue onde”?».

Salmo Responsoriale (dal salmo 106) – Rit.: Rendete grazie al Signore, il suo amore è per sempre.

Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi (5,14-17)

Fratelli, l’amore del Cristo ci possiede; e noi sappiamo bene che uno è morto per tutti, dunque tutti sono morti. Ed egli è morto per tutti, perché quelli che vivono non vivano più per se stessi, ma per colui che è morto e risorto per loro. Cosicché non guardiamo più nessuno alla maniera umana; se anche abbiamo conosciuto Cristo alla maniera umana, ora non lo conosciamo più così. Tanto che, se uno è in Cristo, è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate; ecco, ne sono nate di nuove.

Dal Vangelo secondo Marco (4,35-41)

In quel giorno, venuta la sera, Gesù disse ai suoi discepoli: «Passiamo all’altra riva». E, congedata la folla, lo presero con sé, così com’era, nella barca. C’erano anche altre barche con lui. Ci fu una grande tempesta di vento e le onde si rovesciavano nella barca, tanto che ormai era piena. Egli se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva. Allora lo svegliarono e gli dissero: «Maestro, non t’importa che siamo perduti?». Si destò, minacciò il vento e disse al mare: «Taci, calmati!». Il vento cessò e ci fu grande bonaccia. Poi disse loro: «Perché avete paura? Non avete ancora fede?». E furono presi da grande timore e si dicevano l’un l’altro: «Chi è dunque costui, che anche il vento e il mare gli obbediscono?».

Papa Benedetto XVI– Omelia – 21 giugno 2009

Cari fratelli e sorelle!

Abbiamo appena ascoltato il Vangelo della tempesta sedata, al quale è stato accostato un breve ma incisivo testo del Libro di Giobbe, in cui Dio si rivela come il Signore del mare. Gesù minaccia il vento e ordina al mare di calmarsi, lo interpella come se esso si identificasse con il potere diabolico. In effetti, secondo quanto ci dicono la prima Lettura e il Salmo 106/107, il mare nella Bibbia è considerato un elemento minaccioso, caotico, potenzialmente distruttivo, che solo Dio, il Creatore, può dominare, governare e tacitare.

C’è però un’altra forza – una forza positiva – che muove il mondo, capace di trasformare e rinnovare le creature: la forza dell’“amore del Cristo”, (2 Cor 5, 14) – come la chiama san Paolo nella Seconda Lettera ai Corinzi – : non quindi essenzialmente una forza cosmica, bensì divina, trascendente. Agisce anche sul cosmo ma, in se stesso, l’amore di Cristo è un potere “altro”, e questa sua alterità trascendente, il Signore l’ha manifestata nella sua Pasqua, nella “santità” della “via” da Lui scelta per liberarci dal dominio del male, come era avvenuto per l’esodo dall’Egitto, quando aveva fatto uscire gli Ebrei attraverso le acque del Mar Rosso. “O Dio – esclama il salmista – , santa è la tua via … Sul mare la tua via, / i tuoi sentieri sulle grandi acque” (Sal 77/76, 14.20). Nel mistero pasquale, Gesù è passato attraverso l’abisso della morte, poiché Dio ha voluto così rinnovare l’universo: mediante la morte e risurrezione del suo Figlio “morto per tutti”, perché tutti possano vivere “per colui che è morto e risorto per loro” (2 Cor 5, 16), e non vivano solo per se stessi.

Il gesto solenne di calmare il mare in tempesta è chiaramente segno della signoria di Cristo sulle potenze negative e induce a pensare alla sua divinità: “Chi è dunque costui – si domandano stupiti e intimoriti i discepoli – , che anche il vento e il mare gli obbediscono?” (Mc 4, 41). La loro non è ancora fede salda, si sta formando; è un misto di paura e di fiducia; l’abbandono confidente di Gesù al Padre è invece totale e puro. Perciò, per questo potere dell’amore, Egli può dormire durante la tempesta, completamente sicuro nelle braccia di Dio. Ma verrà il momento in cui anche Gesù proverà paura e angoscia: quando verrà la sua ora, sentirà su di sé tutto il peso dei peccati dell’umanità, come un’onda di piena che sta per rovesciarsi su di Lui. Quella sì, sarà una tempesta terribile, non cosmica, ma spirituale. Sarà l’ultimo, estremo assalto del male contro il Figlio di Dio.

Ma in quell’ora Gesù non dubitò del potere di Dio Padre e della sua vicinanza, anche se dovette sperimentare pienamente la distanza dell’odio dall’amore, della menzogna dalla verità, del peccato dalla grazia. Sperimentò questo dramma in se stesso in maniera lacerante, specialmente nel Getsemani, prima dell’arresto, e poi durante tutta la passione, fino alla morte in croce. In quell’ora, Gesù da una parte fu un tutt’uno con il Padre, pienamente abbandonato a Lui; dall’altra, in quanto solidale con i peccatori, fu come separato e si sentì come abbandonato da Lui. …

Calendario parrocchiale

Sabato 19 Santa Giuliana Falconieri, vergine, OSM – Festa

nella Messa delle ore 19:00 Ricordo degli Anniversari di Matrimonio di Rita e Leo (45°) e di Beatrice e Marco Giuseppe (10°)

Domenica

20 giugno

XII Domenica del Tempo Ordinario

Chi è costui, che anche il vento e il mare gli obbediscono?

nella Messa delle ore 10:30 Battesimo di Andrea Raimondo

Lunedì 21 San Luigi Gonzaga, sacerdote
Giovedì 24 Natività di San Giovanni Battista – Solennità
Domenica

27 giugno

XIII Domenica del Tempo Ordinario

Giornata per la Carità del Papa “Fanciulla, io ti dico: alzati

Lunedì 28 Sant’Ireneo, martire
Martedì 29 Santi Pietro e Paolo, apostoli – Solennità
Domenica

27 giugno

XIV Domenica del Tempo Ordinario

Fanciulla, io ti dico: alzati

ore 17:30, nella cattedrale di S. Pietro a Bologna, il vescovo Matteo Maria Zuppi istituirà Lettore Helmy Ibrahim

Si informa che nel periodo estivo non sarà più possibile seguire la Messa sul Canale YouTube della Parrocchia San Lorenzo

Orario Messe e Funzioni (primavera-estate)

San Lorenzo – Festivi: ore 19:00 S. Messa prefestiva ore 8:00, 10:30, 19:00 S. Messe festive ore 18:30 Rosario

Santuario dell’Olmo – Festivi: ore  9:00 S. Messa

San Lorenzo – Feriali: ore  8:00 Celebrazione delle Lodi ore  8:30 S. Messa (martedì Adorazione) ore 19:00 S. Messa

Chiesa delle Creti – Festivi: ore 10:00 S. Messa in polacco