Foglietto Parrocchiale dal 10 al 19 Aprile

C’è sempre una strada per tornare a casa

La vita prima o poi, ci fa attraversare la notte, tempi di oscurità, di desolazione, di crisi. A volte la notte ci sorprende inaspettata, a volte le siamo andati incontro, ma a volte siamo stati proprio noi a scegliere il buio!

Luca, nel racconto della Passione, ci mette davanti degli esempi, dei tentativi per ritrovare la strada. Il suo racconto infatti si distende dalla sera all’alba, dalla cena di Gesù con i discepoli, fino allo scorgere le prime luci del sabato (Lc 23,54). Luca vuole forse dirci che in “quella notte” Dio non solo non ci abbandona, ma l’attraversa con noi. Nel racconto infatti, le vicende degli uomini e quelle di Dio si intrecciano per diventare un unico racconto.

Già nel capitolo 19, prima che inizi propriamente il racconto della Passione, Luca porta la nostra attenzione su un puledro legato, un puledro che deve essere sciolto affinché la sua vita possa trovare compimento. Ma quel puledro non può liberarsi da solo: saranno i discepoli ad avere il compito di slegarlo. Persino i proprietari del puledro, non capiscono il significato di quell’intervento.

Così è a volte per noi, non riusciamo a trovare la nostra strada perché siamo stati legati o ci siamo lasciati legare: Gesù è colui che vuole liberarci, affinché la nostra vita non sia schiavitù, ma occasione per servire Dio.

Al centro del racconto c’è la figura di Pietro, colui che, come il figliol prodigo, ha smarrito la strada di casa, se n’è andato perché ha tradito.

Pietro è colui che fino a quel momento ha contato solo sulle sue forze, si è illuso di essere capace di rimanere saldo davanti alle prove.

Pietro scopre invece, come tutti noi, la sua debolezza. Accadono infatti situazioni inaspettate che ci svelano e ci fanno venire fuori per quello che siamo: Pietro si avvicina al fuoco per scaldarsi, ma proprio lì viene riconosciuto e messo in questione. La strada che riporta Pietro a casa passa attraverso il pianto: le lacrime purificano il suo sguardo e gli permettono di vedere il suo tradimento.

Ma notiamo è Gesù che si volta verso Pietro, è Gesù che prende l’iniziativa mentre Pietro è ancora traditore. Se Gesù non venisse verso di noi, facendo il primo passo, noi continueremo a restare nell’oscurità del nostro cuore.

Anche Giuda si è perso!  Giuda è il discepolo stanco, il discepolo che vuole costringere Dio ad agire nella storia, il discepolo convinto di sapere (più di Dio), quello che è meglio, il discepolo che, essendosi messo al posto di Dio, non può che trovare la morte!

Giuda ha scelto il male e per questo opera di notte, quando gli altri sono più deboli. Il male si nasconde perché non vuole essere visto, opera in maniera subdola e, molte volte, opera sotto apparenza di bene: Giuda tradisce con un bacio!

Quanti gesti che dovrebbero esprimere affetto vengono usati per tradire.

Il male agisce così: si mette addosso l’abito bello della compassione o della giustizia per entrare nella vita delle persone e provare a distruggerle.

Nella notte del male possono persino nascere nuove amicizie, sebbene questa parola sia impropria: tra Pilato ed Erode non nasce un’amicizia, quanto piuttosto, come diremmo oggi, un’associazione a delinquere. Pilato ed Erode, rappresentano coloro che fanno alleanza nel male: per colpire un altro si arriva persino a mettersi d’accordo.

Quante volte assistiamo a queste dinamiche?

Pilato è l’uomo insicuro, che non sa decidere: manda Gesù da Erode per liberarsi, almeno per un momento, dalla sua responsabilità. Ma ci sono responsabilità da cui non ci libereremo mai. Alla fine è Pilato che deve decidere se liberare o far morire Gesù.

La responsabilità per il destino dell’altro ci incombe e non potremmo mai accampare pretesti: la colpa del destino dell’altro sarà sempre anche nostra!

Erode, ha una personalità molto diversa da quella di Pilato: Erode gioca con la vita degli altri! Usa gli altri per soddisfare la propria curiosità. Cerca la magia, gli eventi straordinari. Tutto diventa scherzo e burla, fino a quando gli passa la voglia e getta via il giocattolo. Quante persone cercano potere, ruoli ma, una volta ottenuto il tutto, lo buttano via, cercando subito un altro giocattolo con cui divertirsi.

Pilato ed Erode si sono persi e non troveranno mai più la strada verso casa.

Luca invece, ci presenta alcuni personaggi che incrociano la strada di Gesù e decidono di seguirlo, fin sulla croce. Hanno capito infatti che la strada per tornare a casa passa da lì.

Simone di Cirene: lui la croce non l’ha scelta, gli è capitata addosso. È immagine di tutti coloro che attraversano la sofferenza non per scelta o per errore, ma perché la vita è così, capita di ritrovarsi improvvisamente sotto il peso di una croce. In quel momento, mentre si è sotto la croce, è difficile capirne il senso. Solo più tardi, rileggendo quella storia, alla luce della fede, Simone si renderà conto che la sua sofferenza non è stata inutile, ma ha permesso a Gesù di salvare il mondo!

Il ladrone pentito: lui, la croce l’ha meritata, ma non vuol dire che non possa essere perdonato. Anche il ladrone ha vissuto la dinamica del figlio minore: ha scelto di andarsene, ma adesso si è reso conto del suo desiderio di tornare a casa, ha capito che la sua casa è dove sta Gesù.

Il centurione che è sotto la croce: un pagano, uno che è rimasto distante fino a quel momento, ma nel “vedere” Gesù e si rende conto immediatamente di quello che desidera.

Gesù è colui che gli indica la strada per tornare a casa, quella casa che forse non immaginava neanche che ci potesse essere per lui.

Giuseppe d’Arimatea: personaggio molto significativo per i nostri tempi: è colui che non si è reso complice del male. Giuseppe è l’uomo coraggioso che, pur facendo parte del Sinedrio (coloro che hanno deciso di togliere di mezzo Gesù), decide di farsi da parte. Giuseppe è l’uomo che non ha paura di compromettersi, sapendo che è un rischio e che sicuramente ci rimetterà.

Non è facile per lui ritrovare la strada di casa, perché vuol dire riconoscere che la strada che stava percorrendo era sbagliata.

Tante storie, tante situazioni diverse, ma non sono tutte, perché in questa storia, anche se non scritta, c’è anche la nostra storia, la nostra situazione, anche noi abbiamo bisogno di ritrovare la strada: il racconto della Passione ci invita a riconoscere dove siamo per poter decidere quali passi fare.

Chiediamoci allora: mi sono mai trovato nella notte? Come ho fatto per ritornare a casa? Le mie scelte di vita mi portano verso Gesù o mi allontanano da lui?

Buona Pasqua!

Palme web

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