Foglietto settimanale dal 10 al 17 Novembre 2024 – XXXII Domenica T.O.- Anno B

La paura di essere insignificanti!

A volte ci sentiamo insignificanti, ci convinciamo di non contare niente e di non potere dare nulla, forse perché la realtà è complessa ed è dominata da un efficientismo assoluto dove le relazioni sono sempre più esigenti. Questa dinamica la possiamo vivere a livello personale ma anche nel contesto sociale o ecclesiale … ma forse è proprio questa, l’occasione propizia per capire cosa vuol dire amare, e soprattutto per imparare lo stile di Dio.

La vedova di Zarepta ci consegna l’esempio di una donna che vive fino in fondo il suo compito di madre: farina e olio sono finiti, ce n’è per un ultimo pasto, ma non cede alla rassegnazione mostra dignità anche davanti alla morte ormai vicina.

In questo momento già drammatico, appare poi assurda la richiesta del profeta di essere sfamato prima di lei e di suo figlio! Ma dentro quella richiesta, disumana per noi, si nasconde una promessa di Dio: ciò che serve non mancherà.

Sebbene sia una donna pagana cioè non figlia di Israele, si fida ugualmente delle parole di Elia: se non si fosse fidata, non avrebbe mai fatto l’esperienza della potenza del Signore.

Anche il Vangelo ci presenta una vedova, che con la morte del marito non ha più una sicurezza su cui appoggiarsi: l’unico in cui può sperare è Dio e per esprimere la sua fiducia sale al Tempio. Gesù riconosce in lei il modello del discepolo, e forse riconosce Lui stesso nella figura della vedova, perché anche Lui sta per dare sulla croce tutta la sua vita.

La vedova mette tutto quello che ha per vivere, nel tesoro della relazione con Dio, la sua stessa vita, la sua sostanza, quello che è.

Sottolineo un particolare importante ma forse poco evidenziato: le offerte donate al Tempio venivano annunciate pubblicamente diventando così per molti occasione per ostentare la propria ricchezza. Possiamo quindi immaginare le ironie e le risate che hanno accompagnato i due spiccioli gettati da questa vedova: solo Gesù sa cosa c’è dietro a quei due spiccioli.

Quando si ama veramente, non ci si vergogna del poco che possiamo mettere in una relazione, in un servizio, in un impegno.

Il Vangelo non ci dice se tornata a casa, questa donna sia riuscita a sopravvivere, ma di certo sappiamo che ha amato!

Anche senza gettare nel tesoro quei due spicciolo Dio avrebbe capito l’amore della vedova, quell’offerta non era necessaria, ma proprio questo è il segno dell’amore.

 

Chiediamoci allora: Mi fido quando quello che ho, mi sembra davvero poco? Cosa sono disposto a mettere nella relazione con Dio e con gli altri?

XXXII_Tempoordinario_2024

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