Foglietto settimanale dal 13 al 20 Novembre 2022 – Pieve di Budrio

Si salvi chi può! La crisi ci rivela

L’immagine dell’orchestra del Titanic che suona fino alla fine, mentre il transatlantico si inabissa, è immagine emblematica di un mondo che non vuole vedere quello che sta avvenendo.

Ma in situazioni di crisi, molte volte siamo più inclini ad ascoltare una musica piacevole piuttosto che prendere atto di quello che sta avvenendo.

Anche nelle crisi personali e relazionali, siamo tentati a portare la nostra attenzione su altro, pur di non prendere consapevolezza di quello che sta avvenendo: reazione che permette di evitare la sofferenza del momento, ma non risolve, anzi, molte volte, complica e aggrava il problema.

Luca questa domenica, ci porta all’interno del discorso escatologico relativo ai momenti finali, quelli appunto della crisi. Infatti mentre i discepoli sono rapiti, e distratti, dall’ammirazione per le belle pietre del Tempio, Gesù vorrebbe aiutarli a diventare consapevoli del loro tempo, invitandoli a guardare i segni dei tempi che segnalano l’evolversi degli eventi preannunciandone la fine.

Nella crisi siamo scoperti, messi a nudo, viene fuori quello che ognuno è. I discepoli, per esempio, si scoprono paurosi ed egoisti: chiedono a Gesù quando sarà la fine e, soprattutto, come possono capire quando è il momento di tagliare la corda: «quale sarà il segno?» (Lc 21,7).

Nelle situazioni difficili, le persone dimenticano il bene comune e cominciano a calcolare come salvaguardare i propri interessi.

L’immagine spietata dei discepoli che emerge da questi versetti, contrasta con quella della vedova lodata da Gesù all’inizio di questo capitolo 21 di Luca: una vedova che mette nel tesoro del tempio tutto quello che aveva per vivere. Una donna che non guarda al proprio interesse, ma che si spende fino alla fine per Colui che dà senso alla sua vita.

Il tempo della crisi come Gesù ricorda in questi versetti, è sempre tempo di contrapposizioni, di ambiguità: popolo contro popolo, regno contro regno. Persino il messaggio evangelico diventa ambiguo: Gesù prevede già che la sua parola sarà strumentalizzata («Badate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: «Sono io», e: «Il tempo è vicino», Lc 21,8). Quando abbiamo paura non siamo lucidi, vogliamo risposte facili e immediate e alcuni approfittano di questa debolezza. Bisogna essere vigilanti, verificare con attenzione se ciò che ci viene presentato come evangelico lo sia veramente.

Nel tempo della crisi non è facile mantenere l’equilibrio, per questo Gesù invita a esercitare la virtù della perseveranza, ma anche pazienza: sostenere, ma anche sopportare. Atteggiamenti che sono fondamentali quando viviamo momenti faticosi e oscuri. Esattamente contrario all’atteggiamento dei discepoli che vogliono fuggire e liberarsi da ogni peso.

Quando Luca scrive, la comunità a cui si rivolge sta già probabilmente vivendo il tempo della crisi, e le parole di Gesù rilette alla luce del momento presente: è quello che fa ogni comunità, quando ascolta la parola di Gesù nel presente. Certamente la comunità a cui Luca si rivolge ha visto la distruzione del Tempio nel 70, durante l’invasione dei Romani, come pure le persecuzioni di cui parla il testo, si riferiscono probabilmente a persecuzioni cui la comunità ha assistito, forse quelle in cui erano stati uccisi Stefano e Giacomo.

Questo Vangelo può essere un invito a svegliarci e organizzarci per provare a trovare delle strategie per affrontare la crisi, senza mai perdere l’intima convinzione che il Signore è con noi e non abbandona la nave senza prima averci messo in salvo.

Chiediamoci allora: Come definisco questo tempo che vivo e qual è il mio atteggiamento? Nei momenti di crisi confido nella presenza del Signore o vince lo sconforto e la sfiducia?

Tempo_Ordinario_XXXIII

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