Foglietto settimanale dal 14 al 21 Gennaio 2024 – II Domenica T.O. Anno B

Cosa sta muovendo veramente la mia vita?

 

La realtà ci parla! Nella lingua ebraica il termine “parola” (dabar) indica anche una cosa, ecco allora perché le parole contano, pesano, lasciano il segno, eppure raramente ascoltiamo. Il nostro ascolto è selettivo: ascoltiamo ciò che ci piace o ci conferma, non vogliamo sentire quello che ci mette in discussione. Molte volte per capire le parole ascoltate abbiamo bisogno di farci aiutare come ci insegna l’esperienza di Samuele, che sente una parola ma non capisce da dove venga. Sebbene non conosca ancora il Signore, si sente però chiamato e si lascia scomodare, si alza, non rimane a dormire e la liturgia oggi vuole invitare anche noi a non lasciar cadere nel vuoto nessuna delle parole del Signore.

Stessa cosa è accaduta anche ai primi due discepoli alle parole «Ecco l’agnello di Dio!» dove inizialmente è solo la curiosità a muoverli. Generalmente quello che ci muove di solito è un desiderio e Giovanni ci fa capire che il desiderio all’inizio, non deve essere necessariamente chiaro o profondo perché il Signore ci incontra, ci prende così, e ci educa pian piano a capire cosa conta veramente per noi.

Non per niente la prima parola di Gesù è una domanda: Che cercate? Se cerchiamo qualcosa è perché riconosciamo che qualcosa ci manca, anche se spesso non sappiamo nemmeno cosa stiamo cercando. Ma allora oggi cosa sto cercando nella mia vita?

I due primi discepoli non stanno cercando una verità o una formula teologica, ma una relazione, una ricerca di familiarità: Signore dove abiti? Non si può essere veramente amici senza aver mai abitato la casa dell’altro. Conoscere Gesù non è tanto parlare di lui, ma stare con lui, conversare con lui. La Parola si compie quando facciamo esperienza di Dio, e non quando abbiamo soltanto letto o sentito parlare da altri di Lui.

I discepoli ricordano l’ora dell’incontro (le quattro del pomeriggio), ma non descrivono il luogo in cui Gesù abita, forse per dirci che non esiste un luogo esclusivo dove incontrare Gesù, ma sono le tante esperienze, i tanti modi, dove cui Dio si lascia trovare. È il Signore che si lascia trovare dove vuole: nessuno ha l’esclusiva, sia esso gruppo, o movimento spirituale!

L’incontro autentico con Gesù, accende il desiderio ulteriore dell’annuncio, ecco perché i primi discepoli raccontano quello che hanno vissuto: il Vangelo cammina attraverso le relazioni, viene annunciato prima di tutto attraverso la fraternità.

L’incontro con Gesù guarisce innanzitutto le relazioni fraterne, che il libro della Genesi presenta come relazioni difficili, che si spezzano, e spesso a volte impossibili… e se queste guarigioni non avvengono, vale la pena chiederci se abbiamo veramente incontrato il Signore.

Andrea fa incontrare Gesù a Simone suo fratello, ed è questa l’evangelizzazione: permettere all’altro di essere incontrato dal Signore.

Chiediamoci allora: Cosa muove oggi il mio cammino di fede? Attraverso quale modo penso che il Signore oggi parli alla mia vita?

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