Foglietto settimanale dal 14 al 21 Novembre 2021

C’è ancora speranza? La domanda nel tempo dell’angoscia

L’angoscia non è la paura che possiamo provare nei confronti di un nemico o di un ostacolo evidente davanti a noi, ma è molto più subdola, perché non riusciamo a capire esattamente il motivo preciso di questo sentimento. L’angoscia è quel sentimento che avvertiamo quando tutto ci sembra finito, quando abbiamo l’impressione che non ci sia più tempo, è lo spazio tolto alla speranza.

Come ci suggerisce il Vangelo, l’angoscia ci prende quando non abbiamo punti di riferimento, ci sentiamo smarriti, come in mezzo a un grande deserto nel quale non riusciamo più a orientarci.

È il tempo, descritto da Gesù, in cui vengono meno il sole, la luna e le stelle, elementi che permettono di regolare e ordinare la vita: il sole che ci permette di capire in quale parte del mondo e in quale momento del giorno ci troviamo; la luna che ci consente di riconoscere in quale momento dell’anno siamo e che, soprattutto per gli antichi, rappresentava un riferimento importante per decidere i momenti adatti per il raccolto; le stelle infine erano il punto di riferimento per i marinai, per chi viaggiava nella notte.

Se tutti questi riferimenti vengano meno, come potremo orientarci nella vita? L’esistenza dell’uomo diventa caos, siamo riportati all’inizio indistinto, prima della creazione. Ma, così come Dio ha messo ordine in principio, così tornerà a fare di nuovo nelle nostre vite caotiche e angosciate. Questa è la speranza che vince l’angoscia!

Purtroppo anche coloro che dovrebbero farci da guida, coloro che hanno il compito di accompagnarci, custodirci, tutelarci, sembrano o scomparsi o incapaci di indicare la strada, anzi spesso coloro che ci guidano diventano lupi!

La passione di Gesù è la conseguenza del tradimento, dell’impazienza, della paura e dell’invidia. L’umanità cancella il suo punto di riferimento fondamentale: siamo tentati e spinti a eliminare Dio dalla nostra vita.

In quella fine che getta nell’angoscia, Israele vede anche la sua storia, che ancora una volta passa attraverso lo smarrimento: in questi versetti c’è infatti anche l’eco della distruzione del Tempio (70 d.C.) che rappresenta il crollo di un altro punto di riferimento fondamentale per il popolo dell’Alleanza.

Tutto sembra venire meno, ma come affrontare questo tempo di angoscia che si ripete anche nella nostra vita personale e sociale?

Gesù ci invita a cercare sempre i segni di speranza. Sono segni flebili, a volta impercettibili, come il ramo del fico che cresce: non fa rumore, si trasforma delicatamente, entra nella storia con discrezione. Chi sarà capace di accorgersene?

Così è anche la presenza di Dio nella nostra vita. Quando tutto sembra venire meno, quando la vita è travolta dall’angoscia, occorre tornare a guardare e ascoltare: come il ramo del fico che cresce silenziosamente, così la Parola di Dio non passa, ma feconda progressivamente la terra.

Non sappiamo né il giorno né l’ora perché l’esperienza dell’angoscia accade sempre, ci prende quando meno ce l’aspettiamo. Ma così come l’angoscia ci può invadere da un momento all’altro, così possiamo ogni volta ritrovare la speranza, siamo certi infatti che Dio tornerà a mettere ordine. E quest’azione di Dio si chiama giustizia.

Chiediamoci allora: Ho mai sperimentato l’angoscia? Come l’ho affrontata?

Cosa vuol dire per me oggi, osservare il ramo del fico?

XXXIII domenica web

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