Gioia dove sei? La gioia di stare dove la vita ci ha messo!
Che fine ha fatto la gioia? Oggi sembra una parola d’altri tempi, guardando le infinite difficoltà, la follia del mondo, il successo degli incapaci, le fatica, le lacrime… È difficile parlare di gioia a chi è nel dolore.
Eppure la Chiesa, in questo cammino verso il Natale, ci invita a soffermarci su questo sentimento. Lo fa attraverso il profeta Sofonia, che ci incoraggia a non lasciare cadere le braccia, e a continuare di fare il nostro lavoro. Lo fa anche con Paolo nella lettera ai Filippesi, che ci invita ad essere lieti, a non angustiarci, a presentare a Dio, in ogni circostanza le nostre richieste.
La gioia è la capacita di stare là dove la vita ci ha messi, provando a fare quello che la vita ci chiede. È sentirsi conosciuti e amati da Dio, e si realizza nell’amare nel fare qualcosa per l’altro. La gioia non me la posso dare, la posso solo accogliere, ricevere, sperimentare ma questo è possibile solo se siamo capace di affidarci totalmente a Dio nonostante le prove, le difficoltà e i dispiaceri.
Pensiamo all’albero che nonostante le intemperie prova a fiorire e a portare frutto come può. A volte ci riuscirà di più, a volte di meno, e se qualcuno lo taglierà, darà calore se viene bruciato, o darà forma a qualcosa se viene lavorato.
Rimanere fermi nella tempesta non è facile, piuttosto ci vuole energia per non lasciarsi portare via dal vento.
Molto stimolante diventa l’interrogativo del Vangelo: che cosa dobbiamo fare? tutti chiedono a Giovanni Battista indicazioni su come debbono comportarsi, ed ecco emergere la possibilità di una speranza, per i soldati, per i pubblicani, per tutti coloro che potevano sembrare esclusi o perduti.
Tutte le proposte di Giovanni Battista alle varie categorie di persone fanno emergere un tratto comune: la solidarietà. Il compito che la vita ci consegna ha sempre un tratto generativo, è sempre in qualche modo anche per altri: la vita non è mai chiusura su di sé.
È la consegna che ti fa vivere la gioia: si diventa triste quando ci si ripiega solo su di noi stessi.
Puoi fare tante e grandi cose nella vita, ma se le hai fatte solo per te sarai sempre triste!
Anche Giovanni Battista sta cercando di capire il suo compito. È un uomo onesto, che non inganna gli altri, non si presenta per quello che non è, e non si prende meriti che non ha. Giovanni sta dove la vita gli chiede di stare: non travalica, non deborda!
“Giovanni è la voce, non è la Parola” ci ricorda S. Agostino
Ma non solo: ciò che Giovanni indica agli altri, lo vive prima di tutto su di sé, e sperimentare la gioia nell’essere voce, non è stato facile: gli è costata la vita.
La gioia allora sta anche in questa verità di sé, senza maschere e senza compromessi.
Chiediamoci allora: Cosa mi sta togliendo la gioia nella mia vita? A quale responsabilità sono chiamato in questo tempo?
IIIAvvento_2024