Ci rivediamo presto! Amare è anche imparare a farsi da parte
Uno degli atteggiamenti più difficili da assumere è scomparire, infatti amiamo essere visibili, metterci in mostra, contare qualcosa; ma ci sono invece dei momenti in cui, per portare frutto, bisogna anche imparare a togliersi di mezzo.
Questo ce lo insegna il seme gettato nella terra: il contadino inizialmente vede solo una distesa brulla e piatta, ma è necessario saper aspettare, pazientare, perché il seme deve prima essere schiacciato dalla zolla, rimanere al buio e nel freddo della terra. Il tempo poi lo farà morire ed è quello il momento in cui la vita comincia a germogliare. Se il seme volesse preservare se stesso, marcirebbe senza mai arrivare a far nascere qualcosa di nuovo.
Questa dinamica del seme è anche quella dell’uomo adulto, forse per questo motivo tante persone rimangono eterni adolescenti perdendo così la capacità di generare.
Diventare adulto significa lasciarsi trasformare dalla vita, sapersi mettere da parte, accettare di entrare in un processo irreversibile: quando il seme muore, non può più tornare indietro.
Se vuoi amare, non puoi pretendere di occupare sempre la scena.
Ecco allora che il Vangelo di Giovanni ci presenta Gesù come l’adulto per eccellenza, come il seme che accetta di morire per dare vita, ma non solo. Ecco comparire dei personaggi anonimi, chiamati Greci, che vogliono vedere Gesù: ma cosa vuol dire vedere Gesù? è vedere l’invisibile? è possibile vedere il mistero della vita?
Vedere Gesù significa entrare in relazione con tutta la sua persona, che non si può ridurre ad un solo momento.
Come è successo per i Greci del Vangelo, per vedere Gesù abbiamo bisogno di un mediatore di un Filippo, di un predicatore, di un missionario, di un evangelizzatore che sappia metterci in relazione, e portarci a Gesù.
Ma attenzione Filippo è di Betsaida cioè di una città di confine, e questo piccolo ma anche grande particolare, ce lo presenta come un personaggio capace di stare sulla soglia, che ha imparato a far dialogare chi parla lingue diverse… forse oggi anche noi, abbiamo bisogno di imparare a stare sul confine se vogliamo essere capaci di portare Gesù alle altre persone.
L’alleanza che Geremia annuncia in questa domenica di quaresima si compie attraverso il sacrificio di Cristo. Già nelle parole di Geremia scopriamo però che quell’alleanza è immeritata: noi continuiamo a sbagliare e a tradire, il Signore invece desidera costruire con noi una relazione sempre più intima. È il paradosso dell’amore, che è veramente tale solo quando è immeritato: Cristo è colui che ha accolto la morte affinché potessimo avere la vita.
Chiediamoci allora: Riesco a farmi da parte o tendo ad occupare sempre la scena? Come rispondo al mio desiderio di vedere Gesù?
V_Quaresima_2024