L’unica cosa da non fare è stare fermi!
La paura, la delusione, di solito ci bloccano, al contrario il desidero e la speranza ci fanno camminare, ci fanno vivere.
Il Vangelo di questa domenica ci presenta due donne che ci insegnano a non fermarci davanti agli ostacoli della vita, che non si sono lasciate bloccare dalla paura e della delusione. Maria si alza e si mette in cammino, non rimane a fare ragionamenti su quello che le può succedere – visto che una ragazza non sposata, trovata incinta, rischiava la vita; Elisabetta che ha continuato a sperare nel silenzio, affinché il Signore rendesse feconda la sua vita a differenza del marito Zaccaria, che appare rassegnato e apatico alla vita.
Maria non si lascia spaventare dalle montagne da attraversare, addirittura il Vangelo ce la presenta in cammino da sola. Maria, non si spaventa, ma affronta da sola quel viaggio pericoloso, per dirci che ci sono dei viaggi, nella vita, che possiamo fare solo noi, viaggi che dobbiamo fare da soli!
Maria è spinta certamente dal desiderio di condividere con Elisabetta quello che entrambe stanno vivendo: Dio sta lavorando nella loro vita. Maria cerca perciò una persona che possa capirla, una persona che sta vivendo un’esperienza simile, ma non solo.
Maria è spinta dal desiderio di servire, c’è una persona che ha bisogno di lei: condividere e servire sono quelle spinte che ci permettono di uscire da noi, di non ripiegarci su noi stessi, di non chiuderci né nella preoccupazione né nel compiacimento.
Elisabetta, non è rimasta chiusa nella delusione di una vita che passa apparentemente senza portare frutto. È l’immagine dell’umanità che sperimenta la sterilità e l’incapacità di generare. È a questa umanità che Maria porta Gesù!
Maria è immagine della Chiesa, chiamata a scomodarsi e a mettersi in viaggio per portare Gesù là dove c’è l’umanità scoraggiata e delusa.
Elisabetta vuol dire infatti “Dio è giuramento”: Dio compie per ogni uomo e per ogni donna la sua promessa di bene. È comprensibile che ogni tanto Elisabetta abbia ceduto alla tentazione dello scoraggiamento, che abbia sentito Dio lontano, ma c’è sempre un tempo nel quale Dio si fa vicino e risponde alle nostre preghiere.
Elisabetta ci insegna a non farci mai rubare la speranza.
Elisabetta è anche donna del discernimento, si interroga su quello che sta avvenendo, che sta provando dentro di lei: “a che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me?”
Elisabetta ascolta pienamente chi le sta parlando: sente dentro sé stessa gli effetti della parola che ascolta e su quei movimenti interiori si interroga. “…il bambino ha sussultato nel grembo”.
In modi diversi, queste due donne in cammino, ci vengono presentate da Luca come coloro che muovono sorprendentemente la storia.
Non sono i potenti e i grandi, ma due donne semplici e, per la cultura del tempo, insignificanti a fare la storia. Forse è un invito a cambiare prospettiva sulla storia, un invito a scoprire che Dio interviene e agisce dentro la storia. Tutto dunque è in movimento, Dio stesso, seppur con tempi e modi che per lo più ci sfuggono, muove le cose, così anche noi siamo invitati a non restare fermi, ma a metterci in viaggio e a svegliare il nostro cuore.
Chiediamoci allora: Sono fermo o in cammino? Servire, sperare, condividere…: quali verbi caratterizzano la mia vita spirituale?
IV Avvento web