Sicuro di essere libero?
Di solito tendiamo ad assolutizzare i nostri modi di interpretare la realtà, talmente abituati come siamo, ad affrontare le cose sempre nella stessa maniera, un po’ per comodo, un po’ perché programmati a fare così.
Molto spesso il nostro modo di ragionare ed agire è indotto dall’esterno e ci vuole convincere che le cose si possono vedere solo in una prospettiva.
È il pensiero unico che possiamo riassumere nella tipica frase che aleggia in tante nostre comunità parrocchiali: “si è fatto sempre così”. La libertà invece è nella possibilità di guardare le cose anche diversamente, perché il fissarci su un punto di vista non aiuta a scoprire fino in fondo la realtà.
Gesù ci suggerisce che ci può essere anche un altro modo di leggere le situazioni: il “ma io vi dico” è un invito a cambiare la prospettiva a vedere le cose diversamente!
È solo guardando diversamente, che possiamo affrontare il male e tutte le sue provocazioni, molto spesso infatti contrastiamo il male, utilizzando le sue stesse logiche, ci mettiamo sullo stesso piano finendo ad aggiungere male al male.
Il male va lasciato andare, non si entra in dialogo: “a chi ti chiede la tunica, lascia anche il mantello!”
Gesù ci suggerisce di abbandonare la logica del male, di non lasciare che sia il male a decidere per noi. Porgere l’altra guancia non vuol dire lasciarsi fare del male, ma cercare un modo diverso di vivere quello che oggettivamente è male, offesa, sofferenza, dolore.
Possiamo trasformare in accoglienza quello che l’altro ci vuole imporre come costrizione. C’è sempre qualcosa da imparare camminando insieme, specialmente quando si attraversano situazioni faticose.
Se è normale rispondere al male con il male, più difficile è uscire da questo modo di pensare, molto spesso apprezzato che porta a considerare la reciprocità (occhio per occhio, dente per dente), come alto valore educativo e culturale.
Gesù ci spinge a uscire dalle nostre situazioni di comfort: amare solo quelli che ci amano, salutare solo quelli che ci salutano, spendermi per chi certamente ricambierà l’aiuto.
Il Vangelo ci chiama a rompere gli equilibri, perché solo così si cresce.
Solo andando al di là dell’equilibrio, della reciprocità, potremo diventare perfetti come il Padre: il Padre è perfetto nell’amore perché non ama secondo la logica della reciprocità. Il Padre ama sprecando l’amore, come il seminatore che getta con abbondanza il seme sopra ogni tipo di terreno.
Possiamo quindi accontentarci del solito modo di pensare, della logica delle buone maniere o possiamo scegliere di cercare un altro modo di vedere le cose: scegliere la logica del Vangelo.
Chiediamoci allora: Come reagisco davanti al male subito? Mi fermo alla reciprocità oppure cerco di andare oltre?
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