L’importanza di chiarire i termini della relazione!
Quante relazioni vissute in modi diversi attraversano la nostra vita: alcune superficiali che durano o finiscono senza alcun problema, altre invece che ci impegnano, e ne avvertiamo un legame. A volte risultano pesanti forse perché ci siamo dentro senza essere stati noi a averle scelte, a volte invece non pensavamo che il loro coinvolgimento sarebbe stato così esigente.
Certamente entrare in una relazione porta necessariamente a stabilire un’alleanza, accettare dei criteri sottoscrivere dei patti. Il guaio è che molte volte entriamo in una relazione inconsapevolmente, se non addirittura ingenuamente e molto spesso questa mancanza di chiarezza sfocia in incomprensioni, delusioni, sofferenza.
Vivere l’Alleanza come una relazione ci permette di comprendere meglio le letture proposte nella liturgia della festa del Corpus Domini, infatti il testo di Es 24 ci presenta la dinamica dell’alleanza unita agli elementi del patto che sanciscono la relazione tra Dio e il popolo.
C’è un impegno sulle parole: Dio propone delle indicazioni in modo chiaro senza inganni o desideri nascosti e il popolo si impegna ad accettarle ed eseguirle.
Nel testo inoltre, troviamo la descrizione di un sacrificio, perché vittima e sangue sono elementi fondamentali per sancire un’alleanza: nel sangue c’è la vita che i contraenti si donano reciprocamente e nella vittima c’è l’impegno ad osservare l’alleanza anche a costo della vita. Alla Parola quindi, segue la risposta del popolo, disposto a eseguire quello che è stato detto.
Ogni relazione sancisce: fedeltà alla promessa che l’ha generata e adempimento ai voti verso i quali ci siamo impegnati!
Purtroppo le nostre alleanze, (come l’Esodo ci insegna), possono essere tradite, possono finire ed è in questa situazione che possiamo comprendere pienamente perché Gesù è definito «il mediatore di una nuova alleanza» (Eb 9,15).
L’alleanza stabilita da Dio con noi, in Gesù Cristo, non è solo nuova ma è eterna, Cristo non solo ha stabilito questa nuova alleanza a nome dell’umanità con Dio ma è anche la vittima nel cui sangue l’alleanza è stata sancita: «Egli entrò una volta per sempre nel santuario, non mediante il sangue di capri e di vitelli, ma in virtù del proprio sangue, ottenendo così una redenzione eterna» (Eb 9,12).
Marco evidenzia la forte relazione che lega la nuova all’antica alleanza, l’ultima cena infatti avviene dentro la Pasqua ebraica: “dove vuoi che andiamo a preparare la Pasqua”. Pane e Vino assumo in questa ultima cena un significato nuovo: il pane è realmente il corpo di Gesù che viene sacrificato, (anticipo della morte in croce), il vino è il sangue che esce dal fianco di Gesù crocefisso, per la nostra salvezza.
In ogni Eucaristia che celebriamo, riviviamo pienamente il desiderio di Dio di essere in relazione con noi: desiderio così forte per cui Dio, non ha esitato a farsi vittima affinché questa alleanza potesse essere valida per sempre.
Noi chiudiamo le relazioni, ci stanchiamo, ci dimentichiamo, spezziamo le amicizie, Dio invece non si stanca e non si dimentica mai di noi!
Ultima considerazione: l’amore di Dio ci precede sempre prima ancora del nostro desiderio di fare alleanza con lui. Ce lo evidenzia sempre il Vangelo di Marco: i discepoli vanno a preparare la Pasqua, ma Gesù li ha preceduti, c’è già qualcuno, l’uomo con una brocca d’acqua, il padrone di casa, che hanno già predisposto un luogo dove cenare. L’amore vero è proprio questo, ti precede, ti sorprende sempre!
Chiediamoci allora: sono consapevole degli impegni che assumo nelle mie relazioni? Mi prendo cura della mia relazione con Dio?
Corpus_Domini_2024