Equilibristi sul filo della vita
Passiamo la vita come funamboli sospesi nel vuoto, con l’ansia di precipitare, cerchiamo di non cadere mai dalla parte sbagliata, ci teniamo in equilibrio con i compromessi, diventiamo esperti di diplomazia, prestiamo attenzione a non assumere posizioni che potrebbero diventare compromettenti.
Le relazioni diventano visite di cortesia, gli incontri si trasformano in affari diplomatici, addirittura c’è chi, prima di partecipare a un regalo di compleanno, si interroga se lui dal festeggiato, ha già ricevuto un regalo!
Le letture di questa domenica ci possono aiutano a spezzare questo folle equilibrio.
Nel primo libro di Samuele, Davide alla possibilità di uccidere Saul «Dio ti ha messo nelle mani il tuo nemico» (1Sam 26,8), si sottrae alla logica della vendetta, anche se questo significa rimetterci in prima persona, in quanto Saul ha provato più volte di farlo fuori, e anche in modo scorretto. Anche se fosse stato Dio a mettere Saul nelle sue mani, Davide lo riconsegna nelle mani di Dio!
Quante volte additiamo gli altri col pretesto di fare del bene, giustificando le nostre azioni con la scusa di fare pulizia dei peccatori!
Ogni volta, possiamo rispondere al male col male oppure sottrarci a questa logica per agire in modo diverso. Se giochiamo allo stesso modi di chi ci percuote, diventiamo conniventi nel male. A volte, l’unica cosa che possiamo è tirarci indietro, non seguire il malvagio sulla sua strada.
Purtroppo abbiamo fatto della reciprocità un valore portante della nostra cultura, dell’educazione, delle buone maniere, ma certamente la reciprocità non è un concetto evangelico. Gesù ci invita ogni volta a uscire da queste dinamiche da partita doppia, in cui la mia risposta è sempre misurata su quello che ho ricevuto io dall’altro. Alla reciprocità Gesù sostituisce l’eccedenza.
«E come volete gli uomini facciano a voi, così anche voi fate a loro» (Lc 6,31). Come volete, non come fanno!
Dobbiamo diventare consapevoli dell’amore che prima di tutto noi abbiamo ricevuto “gratuitamente” da un Altro. Dio non ci tratta secondo i nostri meriti: «Non ci tratta secondo i nostri peccati, non ci ripaga secondo le nostre colpe» (Sal 102,10).
Noi siamo stati salvati senza meritarlo. Dio con gli uomini non ha ragionato in termini di reciprocità. Se usciamo dalla dinamica della reciprocità, ne saremo i primi a beneficiare. «Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e sarete perdonati» (Lc 6,37-38).
Il cammino del Vangelo ci conduce a somigliare a Dio, si tratta allora di un cammino di misericordia, di eccedenza, non di reciprocità: «Siate misericordiosi, come è misericordioso il Padre vostro» (Lc 6,36).
Chiediamoci allora: Le mie azioni sono aperte alla misericordia? Cerco di riconciliarmi con chi mi ha fatto del male?
Tempo_Ordinario_VII web