Foglietto settimanale dal 20 al 27 Ottobre 2024 – XXIX Domenica T.O.- Anno B

Io devo vincere sempre! Il delirio della vita come gara

Già da piccoli ci immaginiamo tanti Re Artù con Principesse da salvare, o Principi che combattono draghi cattivi… Fantasie infantili certamente, che però fanno parte di un certo modo di educare, improntato alla competizione, che non aiuta la nostra crescita serena. Non parliamo poi dello scenario impietoso che politica e istituzioni quotidianamente ci presentano: dappertutto vediamo una corsa per essere i primi e prevaricare sull’altro.

A parte casi estremi dove si alimenta il gusto perverso di schiacciare la testa dell’altro, spesso la vita ordinaria viene vissuta come un’eterna gara, che apre alla frustrazione per non sentirci mai arrivati: la sete di potere è terribile, perché si autoalimenta, e lascia sempre più assetati; l’unica soluzione allora è cercare altre sorgenti dove andare a bere!

Il Vangelo presenta come anche i discepoli (di ieri ma anche di oggi) siano assetati di potere: davanti alle parole pieni di angoscia di Gesù per la morte sempre più vicina, pensano al loro futuro, a chi dovrà sostituire il maestro…

Giacomo e Giovanni rivendicano un privilegio, forse perché per primi sono stati chiamati alla sequela di Gesù, forse per una possibile parentela, o forse ancora per il loro carattere impetuoso, non per niente erano soprannominati “figli del tuono”.

Con la loro affermazione “Lo possiamo”» (Mc 10,39) appaiono sicuri delle loro capacità, confidano nella loro forza e non indietreggiano davanti alle severe condizioni evocate da Gesù.

Calice e battesimo due immagini dell’Antico Testamento provocatorie e per certi versi violente:

  • il calice: non è solo il calice della gloria, ma anche dell’amarezza, dell’ira di Dio, è un’immagine che evoca vendetta e morte! E non è un caso che durante l’ultima cena è sul calice che Gesù pronuncia una delle benedizioni, sostituendo il proprio sangue a quello dell’agnello, offrendo se stesso come riscatto, come prezzo, per la liberazione degli uomini tenuti schiavi dalla morte;
  • il battesimo: non è solo il gesto legato al rinnovamento della vita, ma è immagine di chi, travolto dalle acque simbolo di morte, viene salvato. Gesù è colui che si lascia immergere ed essere travolto dalle acque della morte, causa del nostro peccato, acque dalle quali il Padre lo farà uscire, per innalzarlo vincitore sulla morte.

Gesù contrappone alla logica del potere, la vita come servizio, conferma la profezia dell’Antico Testamento (Isaia cap. 53, Quarto Canto del Servo): il popolo deve percorrere un cammino di espiazione per riparare l’alleanza che si è rotta, cammino che può essere percorso solo facendosi servo, entrando cioè in una logica di obbedienza e di consegna alla Parola di Dio.

Cammino e azione di redenzione pienamente realizzati da Cristo, che si è fatto servo dell’umanità per ricostruire la relazione con Dio: ciò che salva e dà senso alla vita, non è il potere, ma la disponibilità a servire. 

Gli fa eco la Lettera agli Ebrei, in cui leggiamo che il Sommo sacerdote offre se stesso come offerta di espiazione: non salva con il potere, ma con l’offerta della vita. Gesù infatti non si è sottratto alla prova ma ha donato la sua vita.

La vita trova senso solo quando è spesa per qualcuno o per qualcosa, diversamente quando si è concentrati solo sulla propria sete, la vita diventa ossessione.

Solo chi vive per gli altri vive responsabilmente, ossia vive! lasciò scritto Bonhoeffer, pastore protestante, prima di essere giustiziato dai nazisti il 9 aprile 1945, nel Campo di concentramento di Flossenbürg, Germania

 

Chiediamoci allora: La mia vita è improntata ad uno stile di servizio o piuttosto alla ricerca del potere? Sono in continua competizione con gli altri?

XXIX_TempoOrdinario_2024

SCARICA PDF