Foglietto settimanale dal 23 al 30 Luglio 2023 – XVI Domenica T.O.

Credevo di fare bene! Le migliori intenzioni non sono sempre sufficienti.

Non basta che una cosa sia buona in sé per sceglierla, occorre che sia anche buona per me in questo momento della vita. Quando stiamo provando a seguire il Signore, spesso ci capita di essere tentati attraverso cose in sé buone, ma che a lungo andare ci allontanano dal Signore, come per esempio di prendersi troppi impegni, in sé tutti buoni, ma che poi fatichiamo a portare avanti, ritrovandoci delusi, stanchi e a volte arrabbiati con gli altri; oppure identificarci talmente con il nostro servizio, in sé buono, da non distinguere più se lo stiamo facendo per servire Dio o per esaltare noi stessi.

Per questo la tradizione spirituale ha usato l’immagine dell’angelo di luce, infatti il diavolo per ingannarci si presenta molto spesso sotto un’apparenza di bene; ecco allora che anche davanti a cose buone, occorre operare un discernimento serio.

La parabola del grano e della zizzania ci presenta una delle immagini più eloquenti di questa fatica nel riconoscere dove sta il bene. È una parabola che può essere letta come immagine della convivenza dei buoni e dei cattivi nella società, ma anche del bene e del male che abitano il cuore dell’uomo. Dio semina sempre il buon seme, mette cioè in noi una spinta verso il nostro bene, piuttosto siamo noi che non sempre, siamo capaci di riconoscere questa spinta e far maturare questo seme buono.

La zizzania stessa all’inizio, sembra come il grano buono, è con il tempo che si rivela infestante e dannosa, per questo è necessario aspettare, prendere tempo, per renderci conto dei frutti che stanno spuntando. La pazienza del contadino ci insegna a custodire senza essere precipitosi: rischiando di lasciar crescere quello che non è buono per di evitare di buttare via quello che potrebbe diventare grano buono, pane e sfama; perché quando germogliano, grano e zizzania sono molto simili, e possono essere confusi.

Anche le altre parabole di questa domenica, ci aiutano a comprendere che è difficile riconoscere la presenza di Dio, perché la sua manifestazione non è mai eclatante, dirompente. Il Regno dei cieli, (espressione che Matteo per esprimere il Regno di Dio), è come il granello di senape che all’inizio sembra insignificante, oppure come il lievito che fermenta la massa e poi scompare, se ne coglie l’effetto, ma è introvabile. Difficilmente troviamo Dio nelle cose urlate e acclamate.

L’interpretazione che Gesù dà alla parabola del grano e della zizzania, (presenti in Matteo) privilegia il piano delle relazioni sociali, forse perché la comunità di Matteo stava facendo fatica a restare unita. Spetta a Dio operare il giudizio ed esercitare la pazienza: per questo Dio aspetta affinché la zizzania possa diventare grano buono.

Noi tendiamo a esercitare un giudizio perentorio e definitivo, l’amore di Dio invece è paziente, accompagna l’uomo invitandolo alla conversione fino alla fine.

Per questo il giudizio non spetta mai a noi, ma va consegnato nelle mani di Dio, perché noi non sappiamo mai cosa ci sia veramente nel cuore dell’altro.

Ma quindi cosa dobbiamo fare? Custodire il campo, vigilare! Il nemico infatti tende a seminare la zizzania di notte, semina in noi pensieri negativi proprio quando siamo più deboli, addormentati e meno vigilanti, quando cioè ci conformiamo alla mentalità di questo mondo.

In ogni cuore, in ogni comunità, in ogni gruppo piccolo o grande che sia, la zizzania ci sarà sempre, spetta a noi avere pazienza, coltivare con amore il campo che Dio ci ha affidato.

Chiediamoci allora: sono precipitoso nelle mie decisioni o sono paziente? Dove mi aspetto di trovare la presenza di Dio?

Tempo_Ordinario_XVI - sito

SCARICA PDF