Foglietto settimanale dal 26 Gennaio al 2 Febbraio 2025 – III Domenica T.O. – Anno C

Non volevo dire questo… quando la vita parla per noi!

(Ne 8,2-4.5-6.8-10   Sal 18   1Cor 12,12-30   Lc 1,1-4; 4,14-21)

 

La nostra vita parla sempre, ma non sempre dice la verità! Attraverso parole, gesti, scelte, relazioni, noi comunichiamo, ma cosa dice la mia vita di me stesso?

Le letture di questa domenica, chi invitano a porre una speciale attenzione al rapporto tra parola e identità cioè il bisogno e il coraggio di dire chi io sono, attraverso quella coerenza tra parola e vita, che diventa parola che si compie!

Esdra e Neemia si adoperano per la ricostruzione dell’identità di Israele. Il popolo tornato dall’esilio, si trova davanti sia macerie materiali che macerie della propria storia: non c’è più il Tempio, non ci sono più i punti di riferimento. Occorre ricostruire dalle ceneri la propria vita.

È la stessa dinamica nella quale chiunque si può trovare, quando la propria vita viene sconvolta, o viene demolito tutto quello su cui abbiamo fondato la nostra identità.

Esdra e Neemia si adoperano innanzitutto per ricostruire il Tempio, vero fondamento della relazione con Dio. Successivo passo diventa ritrovarsi insieme per la lettura del “libro ritrovato” quello della Legge, che ricorda i criteri per stare dentro la relazione con Dio.

Ultimo passo sarà la ricostruzione delle mura della città per delineare nuovamente i confini che rappresentano l’identità, lo spazio abitato che dice chi siamo.

Interessante è il Vangelo di Luca che insiste sulla parola che fa Verità: l’autore del Vangelo, si pone il compito di ricostruire la verità di Gesù e di raccontarla, per farci capire che è attraverso Gesù che la Parola si compie.

Di sabato a Nazareth nella sinagoga della sua città, a Gesù viene consegnato il rotolo con la lettura del giorno e Gesù si fa interprete di quella parola, l’applica a se stesso, si prende una responsabilità di fronte ai presenti.

Anche noi siamo responsabili delle parole che diciamo, e di quello che gli altri capiscono dalle nostre parole.

In Gesù la parola si compie, perché fa sua quella parola. Nella parola di Gesù vediamo il compimento della Parola di Dio, di quella promessa che Dio aveva annunciato per mezzo dei profeti.

Luca nel racconto delle tentazioni nel deserto ci presenta inoltre che tipo di Messia vuole essere Gesù:

– un Messia che non cerca il privilegio, nonostante il lungo digiuno non usa il potere per i suoi interessi;

– un Messia che non scende a compromesso con il male neppure a fin di bene, come a volte invece facciamo noi per giustificare certe scelte in base al risultato ottenuto;

– un Messia che non vuole costringere l’azione di Dio in suo favore: se io faccio Tu mi devi dare…

 

Gesù insiste sull’identità per fare piazza pulita di tante confusioni, e lo fa senza paura, anche a costo di deludere chi da Lui si aspettava qualcosa di diverso.

 

Chiediamoci allora: Cosa dice di me il modo in cui vivo? C’è coerenza tra le mie parole e le mie azioni?

III_Tempo_Ordinario

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