L’amore che sorprende: pensavo di non meritarlo!
Quando ci sentiamo amati ci rendiamo conto di non essere soli e la vita fiorisce, al contrario ci spegniamo, quando ci chiudiamo nell’indifferenza e ci illudiamo di bastare a noi stessi. Ma spesso è proprio la paura di sentirci inadeguati che porta a credere che è impossibile essere amati: pensiamo che essere imperfetti voglia dire non essere amabili e restiamo sorpresi quando l’amore entra nella nostra inadeguatezza.
Oggi celebriamo l’amore trinitario di Dio, e il Vangelo ci presenta come entra la vita di Dio in questa amabile imperfezione!
I discepoli ora sono undici, numero che ricorda il tradimento, la fuga, ma proprio attraverso questa esperienza di fragilità, si è aperto un varco affinché la misericordia possa entrare.
“andare in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato” richiama certamente il luogo dove tutto è iniziato, ma rappresenta anche un luogo che sa di mancanza, infatti la Galilea non è il luogo della religiosità osservante, non è il luogo della vita politica, non è un luogo di sapienza.
Il cammino che ci porta a crescere nell’amore non è né immediato, né semplice, ma è fatto di errori e di cadute: i discepoli stessi vedendo il Signore, si prostrano, eppure nel loro cuore continuano a dubitare!
Purtroppo questa è anche immagine di quella ipocrisia che spesso accompagna la vita di molti credenti: esteriormente facciamo tutto quello che si deve fare ma, con il cuore…
Ma è proprio a questi discepoli, a questa comunità imperfetta che Gesù affida il compito di portare l’amore.
“Andate dunque fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo” annunciare l’amore della Trinità: del Padre, del Figlio e dello Spirito santo, amore che è prima di tutto comunione. Non è l’amore di un Dio unico chiuso nel suo isolamento, nemmeno del Dio di Aristotele che muoveva l’universo pensando però sempre e solo a se stesso.
Ma non è nemmeno l’amore che si ferma a noi due a “io e te” perché una relazione che si ferma a due rischia di rimanere chiusa, come succede spesso in molte coppie: è un amore che rischia di non essere generativo, “io e te” ci bastiamo!
L’amore di Dio è invece un amore eccedente, è amore che si dona, l’amore tra il Padre e il Figlio, si dona nello Spirito e abita ogni creatura; è amore vero e pieno.
Dio vuole abitare in noi, vuole farci fare esperienza del suo amore per renderci capaci di amare allo stesso modo. “Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo”, Dio è l’Emmanuele!
Il Vangelo di Matteo che era iniziato presentando Gesù come l’Emmanuele “Ecco, la vergine concepirà e partorirà un figlio che sarà chiamato Emmanuele, che significa Dio con noi. (Mt 1,23) ora si conclude con questo grande abbraccio: tutte le nostre vicende, le nostre ferite, le nostre speranze, stanno dentro questo grande abbraccio che è l’amore di Dio, abbraccio che desidera accogliere tutti nel grembo della Trinità.
Chiediamoci allora: Io mi lascio amare? Qual è il mio modo di amare?
Trinita_2024