Foglietto settimanale dal 27 Ottobre al 3 Novembre 2024 – XXX Domenica T.O.- Anno B

Ho l’impressione di essermi perso!

Quando viviamo momenti di forte angoscia, facile è perdere la speranza, sentirsi irrimediabilmente persi, e questa è anche la sensazione del popolo d’Israele quando nel deserto, camminando senza punti di riferimento, aveva il timore di non riuscire ad arrivare mai.

In quei momenti sembrava scomparire anche la promessa di Dio, la sua protezione, la sua difesa… quando qualcuno ti opprime e cerca di toglierti la vita è difficile mantenere viva la speranza e la fiducia.

Geremia e il Salmo 125 oggi insistono sul verbo ritornare, ricondurre.

«Erano partiti nel pianto, io li riporterò tra le consolazioni» (Ger 31,9); «Nell’andare, se ne va piangendo, portando la semente da gettare, ma nel tornare, viene con gioia» (Sal 125,6).

Attraverso un cammino, a volte incomprensibile, Dio ci accompagna dal pianto alla gioia, perché Dio conosce quel pianto: è “Cristo sommo sacerdote che accoglie le nostre preghiere, le presenta al Padre, perché conosce la nostra sofferenza, e sa il significato del nostro pianto” (cfr Lettera agli Ebrei).

Nel Vangelo troviamo Bartimeo un cieco, descritto come una persona ormai priva di speranza, che «sedeva lungo la strada», (Mc 10,46) luogo anomalo, rispetto al centro della città, per chiedere l’elemosina, e sebbene il suo nome indica una relazione (figlio di Timeo), Bartimeo ci appare totalmente solo.

Come mendicante è stato costretto dalla vita a imparare a chiedere, ma sentendo ora che sta passando Gesù non si limita a chiedere, ma grida. Anche se dà fastidio, non rinuncia a mettere davanti a Dio il suo desiderio, e Gesù si ferma: perché nessun grido rimane inascoltato davanti a Dio (cf Es 3,7).

«Coraggio! Alzati, ti chiama» (Mc 10,49), Come fa con Bartimeo, Gesù chiama tutti ad alzarci da quelle situazioni di morte che noi considerato definitive e senza speranza.

Sebbene questo sia racconto sia più volte ascoltato facciamo attenzione a non perdere particolari importantissimi:

  • Bartimeo per alzarsi in piedi deve gettare via il mantello che per un mendicante era tutto: casa, ricchezza, protezione, sicurezza. (cfr Es 22,25).

Molte volte ciò che ci blocca sono le nostre false sicurezze: ciò che apparentemente ci protegge, molto spesso è quello che ci impedisce di camminare.

  • «Che cosa vuoi che io faccia per te?». Domanda strana in quanto evidente a tutti il bisogno di Bartimeo, ma Gesù scava nel desiderio più autentico. Tornare a vedere non è scontato: a volte preferiamo rimanere ciechi per non vedere la realtà, per non cercare la verità. Dio non obbliga: opera in noi solo quando trova una disponibilità.

Marco nella risposta di Bartimeo usa un verbo che ha un doppio significato “vedere di nuovo”, ma anche “guardare in alto” per dirci che non si tratta solo di tornare a vedere, ma anche di guardare in alto, rialzare la testa, ritrovare la propria dignità. Quando ci sentiamo senza speranza, persi, schiacciati, è molto facile perdere la fiducia e il valore di noi stessi.

C’è sempre qualcuno che cerca di toglierci la dignità, ma Dio ce la restituisce!

Ora Bartimeo può vedere e scegliere la strada da percorre!

«Va’, la tua fede ti ha salvato», importante: Gesù non gli chiede di seguirlo ma solo di andare, è Bartimeo che liberamente si mette alla sequela di Gesù lungo quella strada da cui le vicende della vita lo avevano allontanato.

 

Chiediamoci allora: Come vivo i momenti in cui mi sento perso e faccio fatica a sperare? Cosa vorrei che il Signore facesse per me?

XXX_Tempoordinario_2024

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