Foglietto settimanale dal 3 al 10 Luglio 2022

Pronti per il grande viaggio della vita

Tra gioie e fallimenti, successi ed errori proviamo a imparare come stare al mondo. Non siamo mai del tutto pronti, ma il nostro modo di affrontare questa avventura parla di noi, dice chi siamo. Anche per questo, Gesù si rivolge ai suoi discepoli per dare indicazioni specifiche su come affrontare questo viaggio e queste indicazioni sono anche per noi, discepoli di ogni tempo, tant’è vero che il testo di Luca utilizza un verbo (diceva loro, Lc 10,2) che esprime un’azione iniziata, ma non ancora conclusa, un’azione che continua nel tempo.

Sono inviati a due a due, perché non esiste un viaggio in cui si è da soli. La nostra vita è sempre legata a quella di qualcun altro, le nostre decisioni hanno sempre conseguenze sugli altri, la relazione, appartiene alla nostra natura di esseri umani.

Il numero due è il principio della comunità, la realtà da cui si sviluppa e prende avvio una realtà più ampia. Questa socialità non è un’aggiunta artificiale, fa parte di noi, è ineludibile, ci connota. Venire meno a questa nostra dimensione relazionale vuol dire tradire qualcosa di fondamentale nella nostra vita.

Nel cammino della vita l’altro dovrebbe farci da testimone, sostenere la nostra parola: camminare insieme sostenendosi a vicenda, sebbene nella realtà l’altro, non raramente diventi quello che cerca di farci inciampare.

Nelle parole di Gesù emerge con realismo questa nostra fragilità. Il discepolo di Gesù affronta la vita senza negare o nascondere questa sua fragilità: siamo agnelli che devono tenere lontana la tentazione di diventare lupi! Il Vangelo si annuncia con la mitezza, non con la forza; con la povertà, non con il potere.

Altra grande tentazione nella vita è quella di accumulare, di cercare sicurezze. Gesù invece ci invita a liberarci da tutto quello che ci appesantisce: è meglio non prendere che caricarsi di ciò che non possiamo portare, a volte si tratta anche di ruoli, di relazioni, di preoccupazioni.

Quando si parte, bisogna valutare bene quello che ci serve e lasciare l’inutile. Per i discepoli questo invito è anche un incoraggiamento a fidarsi: quello che ci serve per andare avanti lo troveremo.

Il modo in cui ci attrezziamo per questo viaggio ci dice quale fiducia abbiamo in Dio: coloro che accumulano e cercano sicurezza difficilmente si fidano del Signore!

Gesù invita i discepoli a non prendere neppure i sandali, richiesta forte, perché colui che non portava i sandali era lo schiavo. Gesù vuole invitarci a riconoscere che siamo schiavi della Parola: il discepolo non porta sé stesso, ma porta la Parola che gli è stata consegnata perché possa arrivare anche ad altri, ma attenzione a non manipolare la Parola!

Altra caratteristica fondamentale è la libertà, una libertà nei legami. Nel nostro percorso incontriamo tante persone, costruiamo relazioni di ogni tipo e di diversa importanza ma a volte determinati legami rischiano di legarci, bloccarci, impedirci di proseguire il nostro viaggio.

Gesù ci invita da un lato a congedarci per non rimanere intrappolati, ma dall’altro a rimanere dove è opportuno o necessario. Quando si entra nella casa di qualcuno, occorre fare molta attenzione ad abitare quella casa con discrezione, e mangiare quello che ci viene offerto cioè accettare quello che ci può essere dato.

A volte invece pretendiamo di ricevere dalle relazioni quello che gli altri non ci possono dare, mentre Gesù ci invita a cercare di guarire, se possiamo, quegli aspetti malati o fragili che troviamo nella vita degli altri senza paura di vivere anche l’esperienza del rifiuto. In questo cammino è facile attraversare luoghi sconosciuti, che ci sorprendono, che avremmo preferito evitare: incontrare Sodoma, luogo della perversione e dell’ambiguità, o passare per Tiro e Sidone, luoghi degli affari, di quelle relazioni economiche dove si cerca esclusivamente il proprio interesse.

La vita ci chiede e ci insegna anche ad attraversare queste tappe durante il nostro viaggio.

Alla fine, comunque sia andato il viaggio, i discepoli tornano pieni di gioia, segno che ne è valsa la pena. Gesù ci insegna a saper rileggere questo cammino: fermarsi, guardare indietro, cercando di capire cosa e accaduto e cosa abbiamo imparato. Ed è in questa rilettura, che i discepoli si accorgono di quanto hanno ricevuto: le risorse che erano in loro e che ignoravano. La fatica della vita, l’impegno e le esigenze del viaggio hanno fatto emergere la ricchezza che si portavano dentro, ma più di ogni altra cosa, hanno scoperto che sono amati da Dio, i loro nomi sono scritti in cielo, cioè sono e siamo nel cuore di Dio. E questo ci basta!

Chiediamoci allora: Cosa racconto agli altri con la mia vita? Sono coerente con il Vangelo oppure…

XIV Domenica

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