Riprendersi la vita
Quando nella vita ci capitano momenti faticosi, a volte evitiamo di affrontarli aspettando che passino, altre a volte diamo ragione ai profeti di sventura che ci invitano a perdere la fiducia nella vita, e altre volte è il peso delle cose che ci piombano addosso che bloccano il nostro cammino.
Ma in tutti noi abita un innato desiderio di vita che non può scomparire e diventa forza silenziosa a cui attingere perché: «Dio ha creato tutte le cose perché esistano» (Sap 1,14).
Anche Gesù e i discepoli nel “passare all’altra riva” si scontrano con le tracce di morte e con la paura di affrontare le difficoltà e gli ostacoli.
Oggi Marco presenta la storia di due donne, legate dal numero dodici: una fanciulla che ha dodici anni e una donna che da dodici anni perde sangue. Due figure che forse vogliono abbracciare l’intera vita di una persona, dall’adolescenza all’età adulta, come per dire che la paura e la fatica di vivere ci possono raggiungere in qualsiasi momento della vita.
Una donna sta morendo, a causa del sangue che le esce inesorabilmente, rendendola anche impura; la Legge infatti la obbliga a stare isolata, a distanza, perché potrebbe contaminare gli altri impendo loro di celebrare il culto. I medici poi ne hanno peggiorato la situazione, giungendo a farle spendere tutti i suoi averi, con false promesse di guarigione.
Forse anche noi a volte perdiamo la gioia della vita, accettando passivamente quello che altri decidano per noi…
… ma questa donna comincia a guarire quando decide di fare quello che il cuore le suggerisce: tocca Gesù, crede nella vita. Interessante è notare che tanti sono quelli che si stringevano e inevitabilmente toccavano Gesù, ma solo questa donna lo tocca con fede accontentandosi delle briciole e di restare nell’anonimato. Gesù invece la loda per la sua fede: monito per tutti noi che spesso ci rassegniamo davanti alle nostre situazioni di morte.
Nel brano c’è anche una ragazzina che ha rinunciato a vivere ed un padre che non accetta di restare a casa a lamentarsi ma esce in cerca di aiuto, e sebbene l’urgenza che sarebbe più che motivata, si mette in fila, aspetta i tempi di Gesù.
Se siamo con Gesù, la speranza non può mai venire meno, anche se ci vengono a dire che non c’è più niente da fare.
La ragazza sembra morta, spenta, immagine di tanti adolescenti scoraggiati e delusi che rinunciano a vivere, si addormentano perché hanno paura di affrontare la vita, come facciamo a volte anche noi: ci addormentiamo sperando che le cose prima o poi cambieranno…
Dio invece non rimane lontano dalla nostra disperazione! Non ha paura di entrare nelle nostre situazioni di morte, e neppure di contaminarsi: Gesù è la vita che ha sconfitto la morte.
Gesù diventa l’adulto che incoraggia Alzati, rimettiti in piedi, risorgi! Hai 12 anni, l’età e le risorse per farlo… Forse si è addormentata perché non ha trovato nessuno che la incoraggiasse e credesse in lei.
Quel “datele da mangiare” diventa allora monito e richiamo del bisogno per tutti e anche per noi affinché ci sia qualcuno che ci nutra, ci rimetta in piedi, ci aiuti a trovare la forza per andare avanti.
Gesù rivolge quel comando ai genitori, ma anche a tutte le nostre comunità: Se i nostri figli si sono addormenti, noi abbiamo veramente provveduto a nutrirli?
Chiediamoci allora: Sono capace di sperare in Dio anche quando tutto sembra inutile? Come reagisco quando mi sembra di non avere le risorse per affrontare la vita?
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