Foglietto settimanale dal 30 Luglio al 6 Agosto 2023 – XVII Domenica T.O.

Ma ne sarà valsa la pena? Il dubbio inevitabile dell’amore!

Se ci pensiamo la finanza domina in maniera pervasiva la nostra vita, tanto che spesso arriviamo a confondere i piani, giungiamo anche a barattare l’amore con la nostra dignità, a venderci al primo offerente, addirittura inviamo “ricatti d’amore” come ingiunzioni di pagamento, a chi non ci ha ancora ripagato di tutto l’amore che abbiamo versato.

Non solo, sembrerebbe che fosse così anche nella comunità a cui si rivolge Matteo, dove troviamo citati mercanti, contadini, pescatori, e dove tutti cercano di trarre vantaggio da quello che succede nella loro vita.

Tutti siamo chiamati a fare delle scelte per decidere che cosa conta nella nostra vita, ma molto spesso aleggia il dubbio: ne sarà valsa veramente la pena?

Questa costante insicurezza è però frutto di un’immagine ingannevole che abbiamo di Dio, quella di un Dio che gioca a nascondino e si diverte a rendere complicata la nostra esistenza, ma le parabole che Gesù racconta mostrano invece un Dio che si lascia trovare.

Ma dopo aver trovato Dio, occorre anche accoglierlo, perché Dio è esigente, esclusivo e non accetta di convivere con tutte quelle divinità che riducono l’uomo in schiavitù: solo un cuore veramente libero può essere conquistato da Dio, ecco il senso del vendere tutto per conquistare il tesoro e la perla.

Questa però è anche la dinamica che possiamo sperimentare nelle nostre relazioni affettive: se un cuore è occupato da altro, non riesce a innamorarsi veramente di qualcuno, portando a vivere di compromessi, a vivere un’esistenza dove non si arriva mai a decidere, perdendo così la possibilità di essere pienamente felici.

Non dobbiamo dimenticare che le parabole diventano efficaci solo quando le proiettiamo nella nostra vita, perché la parabola ci chiama a prendere posizione: cosa decidiamo di fare?

Per questo Gesù, alla fine del suo discorso, conclude con due riflessioni che ripropongono il tema della scelta.

La vita è come una rete a strascico che raccoglie tutto, e così per il mondo, la Chiesa, la comunità, ma arriverà un tempo nel quale il Signore farà chiarezza.

Gesù ci chiede di scegliere da che parte stare: si diventa discepolo solo quando s’impara a discernere, diversamente si rimane non tanto degli scribi (che sarebbe già un complimento), ma degli scribacchini, persone che conoscono le carte a menadito, ma non sanno come usarle.

Possiamo conoscere tutte le norme, i precetti, le regole, i comportamenti ma non è detto che possediamo la saggezza di applicarle alle situazioni della nostra vita. Questa saggezza infatti è dono di Dio e non una competenza personale, Salomone stesso ottiene un cuore saggio grazie alla preghiera!

Il discernimento ci aiuta a fondare in maniera stabile le nostre decisioni, ma non toglierà mai quella parte di rischio che inevitabilmente appartiene alla nostra vita, alla nostra libertà.

 

Chiediamoci allora: Cosa mi frena dall’essere pienamente conquistato da Cristo? Sono disposto a rischiare per quello che conta nella mia vita?

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