È ora di andare: non si può passare tutta la vita in un sepolcro!
Ci sono pietre molto pesanti che a volte ci mettiamo addosso, o che ci ritroviamo sulle spalle, il peso di un passato difficile, di un fallimento, il dolore delle tante ferite.
Ci sono poi le pietre che la vita ci mette addosso: la sofferenza inaspettata, un giudizio impietoso, la malattia improvvisa.
Certamente sono pietre grandi e a volte molto pesanti, ma quella pietra, come ci dice il Vangelo della Grande Veglia, è già stata fatta rotolare.
Come è accaduto alle donne andate al sepolcro, forse anche per noi tutto ciò sembra impossibile. Abbiamo paura, e dentro questa paura s’inserisce la diffidenza, la sfiducia, ma forse anche la meraviglia.
Le donne cominciano a scoprire cosa è quel vuoto, solo quando entrano dentro al sepolcro.
È quindi necessario entrarci, vedere cosa c’è dentro, accorgersi che il sepolcro in realtà può diventare un annuncio di vita.
A volte ciò che ci accade sembra tremendo e oggettivamente a volte lo è, eppure entrandoci dentro si può intravvedere una speranza, per questo è necessario andare, non si può continuare a restare sempre nel sepolcro!
Purtroppo forte è il rischio di trasformare la nostra vita in un sepolcro su cui fare lamenti, mentre il cristiano è chiamato, è spinto a cercare la vita andare oltre il lamento.
Andate in Galilea dice infatti l’angelo alle donne.
Se rileggiamo la nostra storia, come la liturgia ci invita a fare in questa grande veglia, ripercorrendo la storia della Salvezza (che è la storia di tutti noi), ci accorgiamo di come il Signore ci abbia sempre accompagnato, e come desidera continuare a farlo ancora, è come se il Signore chiedesse ad ognuno di noi: ti ho donato un giardino, una vita di relazione e tu cosa ne hai fatto?
Nel Giardino non possiamo continuare a costruire sepolcri!
Ce lo insegna la Storia della Salvezza: Il Signore ha aperto il mare per difendere il suo popolo dall’esercito del Faraone; ha trasformato i tanti cuori di pietra in cuori di carne per inondarli del suo Amore; ci ha fatto il dono della vita, del suo perdono, tanti doni che non ci appartengono e vanno riconsegnati…
Ecco allora che il Signore in questa Santa Veglia ci invita a non rimanere nel sepolcro, ma di correre verso la Galilea, correre verso la vita, perché è là che il Signore ci aspetta.
Desidero e auguro che sappiamo sperare l’insperabile:
la morte non sarà l’ultima parola su ciascuno di noi
perché ciò che abbiamo vissuto nell’amore non può finire nel nulla.
La tomba vuota di Gesù è fondamento di questa nostra speranza.
Buona Pasqua
Pasqua_2024