Ma chi me l’ha fatto fare?
Nella vita ci manca sempre qualcosa, ma il modo con cui viviamo questa mancanza e cerchiamo ciò che ci manca fa la differenza. Siamo dei pellegrini chiamati ad attraversare momenti della vita in cui a volte, il cammino diventa più faticoso e la paura di non farcela ci porta facilmente a rileggere tutto in una prospettiva negativa e senza speranza.
Il cammino nel deserto del popolo di Israele è emblema di questa esperienza di perdita e di essenzialità, che ogni essere umano è chiamato a percorrere. Ma è nel deserto, che Israele viene messo nella condizione di scoprire Dio come vera fonte della sua vita.
Può capitare anche a noi di attraversare situazioni in cui la vita ci spoglia di tutto e dove ci sembra non avere più sicurezze su cui appoggiarci: ecco il momento in cui riconoscere da dove viene la nostra vita.
Nel momento del lamento purtroppo vediamo solo quello che manca assieme alle nostre ansie e paure, arrivando anche a rileggere in modo distorta, la nostra storia, come succede al popolo d’Israele che giunge ad esprimere nostalgia del cibo mangiato durante la schiavitù definendolo addirittura un cibo succulento: si enfatizza un passato che non c’è mai stato, per denigrare il presente!
Lamento che nasce molte volte, dalla percezione di un’assenza di Dio, da un camminare da soli, e dove a volte, avremmo voglia di barattare le piccole sicurezze del passato, con la possibilità di trovare una terra promessa: ma non si arriva nella terra promessa senza passare attraverso il deserto!
Questa distorsione della realtà molte volte dipende dalla fame, il cibo è molto spesso un simbolo di ciò che reputiamo un nutrimento necessario ma allora “io di cosa mi nutro?” Solo partendo da questa domanda posso comprendere se è sano il mio modo di gestire la fame.
Il Vangelo ci racconta la gente che si è messa alla ricerca di Gesù, pur con motivazioni non del tutto oneste e certamente bisognose di purificazione, ma la ricerca resta sempre un buon punto di partenza.
Ma io sto cercando Dio? Perché? Domande fondamentali per chi vuole intraprendere un cammino spirituale: cerco un Dio che risponda ai miei bisogni? Che possa risolvere i miei problemi? …?
Spesso i nostri bisogni, inconfessati e nascosti, prevalgono sul desiderio di una relazione vera con il Signore, forse cerchiamo solamente il pane materiale…
Il pane che riempie la mia vita porta a Dio, solo se comprendo che il pane è un dono, non è né una pretesa, né un furto. Solo chi vive la vita con questo spirito di accoglienza, vede nel pane un segno della bontà di Dio.
“nel deserto tutta la comunità degli Israeliti mormorò contro Mosè e contro Aronne…” nel deserto Israele, non conquista il pane, né lo gestisce e nemmeno lo controlla, perché è un dono.
Lasciamoci quindi abitare da Dio che per mezzo del Figlio viene in noi per darci la vita! Gesù è il pane vero, che nutre il cuore, e risponde alla nostra fame più profonda, è il dono per eccellenza, noi siamo chiamati ad accoglierlo e a lasciarci nutrire come figli amati.
Chiediamoci allora: Cerco Gesù? Per quale motivo? Come vivo la mia vita nei momenti di deserto?
XVIII TempoOrdinario_2024