Non disturbare! La paura di essere visti in disordine.
La casa indica spazio familiare, luogo dove ci sentiamo protetti, dove a volte ci chiudiamo per non essere visti o per non essere disturbati. La casa è l’immagine della nostra vita, non per niente la si disegna fin da piccoli, è una rappresentazione di noi stessi.
A volte la tranquillità della nostra casa viene disturbata o ravvivata dall’arrivo di un ospite che spesso, senza invito irrompe nel nostro spazio, mettendo in moto dinamiche inaspettate, come ci presenta il Vangelo di questa domenica.
Gesù si trova a Cafarnao città di Simone e Andrea, ed entra nei luoghi della loro quotidianità assieme a Giacomo e Giovanni. Prima la sinagoga e “subito” dopo la casa della suocera di Pietro, due luoghi: sinagoga e casa, vita spirituale e vita ordinaria, a conferma che queste due realtà vanno tenute volutamente insieme.
Gesù entra senza preavviso e, forse per giustificare la condizione di disordine trovata in quella casa, parlano subito di questa donna malata, e possiamo anche immaginare l’imbarazzo di questa donna…
… ma questa è spesso la dinamica della nostra vita: siamo malati, con la casa in disordine, eppure Gesù entra senza farsi problemi, non si scandalizza, non se ne va imbarazzato, né propone di tornare un altro giorno: resta nel nostro disordine, si avvicina e ci rimette in piedi.
Gesù prende per mano questa donna e la fa alzare, facendola risorgere dalla sua malattia.
Segno di questa guarigione e dell’incontro con Gesù è il servizio: «la febbre la lasciò ed ella li serviva». Il servizio non è il prezzo della guarigione, ma è la sua manifestazione! Non solo la donna ritrova forza, ma il bene si diffonde anche ad altri: “tutta la città è riunita vicino alla porta!”. Questa sovrabbondanza dell’amore raggiunge tanti altri a partire da un incontro personale.
Ma Gesù per evitare strumentalizzazioni (vederlo solo come un guaritore), pone subito al centro la sua relazione con il Padre: è la preghiera che dà senso all’azione!
A fronte del clamore e del successo, Gesù si ritira in un luogo deserto.
Pietro con il suo volere usare Gesù come strumento di affermazione e di successo, ci presenta l’immagine di quelli che per ambizione vivono lo stare nella Chiesa, come strumento di affermazione personale piuttosto che di servizio.
Pietro vorrebbe fermarsi e godersi un po’ di gloria; Gesù invece lo invita a passare all’altra riva, a non fermarsi alle sicurezze umane, ma a sentire l’urgenza dell’annuncio del Vangelo: questo è lo scopo della vita con Gesù!
Camminare dietro a Gesù non ammette scorciatoie, ai demoni che sanno chi è Gesù impedisce di parlare, perché la sola conoscenza non salva, ma blocca.
La vera conoscenza di Gesù si acquisisce solo camminando dietro a lui fino alla fine, accettando di arrivare con lui anche sulla croce.
Chiediamoci allora: In che condizioni è in questo momento la mia casa/il mio cuore?
Come vivo l’invito di Gesù a non fermarti nella mia casa, ma di portare ad altri l’annuncio del Vangelo?
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