Foglietto settimanale dal 9 al 16 Febbraio 2025 – V Domenica T.O. – Anno C

Là non ci torno! Rileggere il fallimento

(Is 6,1-2.3-8   Sal 137   1Cor 15,1-11   Lc 5,1-11)

 

Ci sono momenti della vita in cui ci sentiamo persi, vuoi perché sperimentiamo un fallimento e la nostra immagine rischia di andare in frantumi, vuoi perchè non risponde più al progetto o all’ideale, che avevamo in mente. Sono momenti in cui forte è la tentazione di nasconderci, di scomparire, di “riavvolgere il nastro”… invece la vita ci chiede di stare lì, tornare in quel fallimento per imparare a rileggerlo.

E Dio ci raggiunge molto spesso proprio in quello spazio, in quel fotogramma, in quell’esperienza che noi vorremmo buttare via, per insegnarci che noi siamo molto di più del nostro errore. Proprio dove ci sentiamo persi possiamo scoprire quello che valiamo che è sempre molto di più di quello che pensiamo essere… e vale sempre la pena lasciarsi raggiungere da Dio.

Ne fa esperienza Simone: tutta la notte ha pescato senza prendere niente, un totale fallimento. Ma ecco che accade l’imprevisto, qualcuno gli chiede una piccola cortesia: Gesù gli chiede di lasciarlo salire sulla sua barca e spostarsi un po’ dalla riva per parlare alle folle. Richiesta insignificante ma è quanto basta per permettere a Dio di entrare nel luogo del fallimento di Simone: la barca, tornata vuota, ora ospita il tutto!

Gesù dopo l’incontro con le folle, continua il Suo percorso di avvicinamento verso Simone, con una proposta imbarazzante: tornare in mezzo al lago, per riprovare a pescare. Imbarazzante perché non si va a pescare in pieno giorno, e per di più detta da un falegname, a un pescatore professionista…!

Quante occasioni perse per paura di quello che dirà la gente o perché pensiamo che non sia possibile.

Simone invece decide di fidarsi, accetta di correre il rischio anche quello di coprirsi di ridicolo!

Risposta irrazionale, un azzardo? Forse no! Simone poco prima, aveva visto Gesù guarire la suocera e aveva già cominciato ad interrogarsi su Gesù e …

… e da questa sovrabbondanza di pesce, Simone capisce che quella pesca ha un significato più profondo: è un invito a una relazione più intima con Gesù!

Certamente più facciamo esperienza di Dio nella nostra vita, più ci accorgiamo della nostra inadeguatezza e anche Simone si tira indietro, si sente indegno, come fa Isaia nella visione descritta dalla prima lettura.

Timori giusti e comprensibili, ma Gesù invita a non temere anzi rincara la dose: Simone «sarai pescatore di uomini». Gesù vuole valorizzare in Simone il suo “essere” mettendo però la sua identità a servizio del Regno: pescatore di uomini. Questa è il “proprio” di ogni vocazione.

Quando Gesù ci chiama a seguirlo, non vuole distruggere quello che siamo, vuole semplicemente portarlo a compimento! E affinché la promessa si compia, è necessario lasciare il passato, per non restarne intrappolati: «lasciarono tutto e lo seguirono».

 

Chiediamoci allora: Ci sono situazioni di fallimenti, che il Signore mi sta chiedendo di rileggere? Per me cosa vuol dire portare a compimento la tua vocazione?

V_Tempo_Ordinario

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