Foglietto settimanale dall’11 al 18 Dicembre 2022

Prigionieri inconsapevoli della nostra mente

 

Davanti alle ingiustizie, o alle nostre mancate responsabilità, ci autoconvinciamo che in fondo non è colpa nostra, gli ostacoli sono più grandi e insormontabili; ma anche davanti alle delusioni, alle incomprensioni, siamo spesso portati a gettare la spugna.

Lo scoraggiamento è un tratto caratteristico del nostro tempo, ma è anche rinunciare a vedere l’opera di Dio nella storia.

Dio traccia una strada dove sembra impossibile (Is 35,8), la salvezza viene dall’impensabile, da dove non ci aspettiamo: «lo zoppo salterà come un cervo» (Is 35,6).

Siamo invitati a non perdere la speranza, a imitare l’agricoltore, che dopo la semina vede solo una terra brulla, senza erba (Gc 5,7), nessun segno di vita.

La speranza fa vedere quello che non c’è ancora, per questo chi spera è già nella gioia, perché vede con lo sguardo del cuore l’opera di Dio.

Gesù ci invita a vedere: ma guardiamo davvero come stanno le cose? Spesso ci facciamo una nostra idea (visione interiore), che sostituisce il vedere autentico: e molte volte sono idee non solo false, ma che deprimono, che avvelenano.

Quando non guardiamo più la realtà, chi ci sta accanto, o non riconosciamo gli errori fatti, non vediamo più quello che Dio sta operando nella nostra storia.

Lo stesso Giovanni, se non avesse cercato di uscire dalla “prigione” delle sue convinzioni su Dio, non avrebbe mai incontrato il Messia, nello stesso modo non rifiuta l’aiuto: trovandosi in prigione, manda altri a chiedere, a vedere, a rendersi conto della realtà di Dio… ma a volte siamo così superbi che preferiamo rimanere chiusi nella prigione del nostro io.

Per quanto possiamo contemplare l’azione di Dio non riusciremo mai a conoscerlo fino in fondo, Dio è sempre oltre, è l’Onnipotente, non può essere compreso.

La gioia davanti all’opera di Dio consiste nel guardare, nel lasciarsi sorprendere e lasciarsi liberare dalle nostre idee autoreferenziali, che molto spesso diventano le sbarre della nostra prigione interiore.

 

Chiediamoci allora: mi scoraggio facilmente? Faccio fatica a sperare? Chiedo al Signore di liberarmi dai miei pregiudizi per vedere l’opera di Dio nella mia vita?

Avvento_III

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