Riproviamoci: il coraggio di un cuore ferito!
Tanti sono i modi di amare che attraversano le stagioni della nostra vita e che spesso convivono nel nostro cuore.
C’è chi ama per essere meno solo e dare un senso alla propria vita; chi vive l’amore come una conquista, una bandierina in più sul proprio tavolo da monopoli; chi ama la propria immagine; chi non riesce ad amare perché non sa fare spazio ad un altro nella propria vita; chi ama facendo il servo, pensando che compiacere l’altro sia l’unico modo per essere amato…
Certamente in amore si può anche sbagliare, capire male, distrarsi: il dramma è quando cominciamo a nasconderci.
«erano nudi e non ne provavano vergogna» (Gen 3,10). Se ci fidiamo dell’altro, non abbiamo timore a mostrare anche i nostri punti deboli. Il problema nasce quando cominciamo a nascondere i nostri sbagli, senza assumercene la responsabilità: non vogliamo accettare le nostre debolezze.
Dopo l’episodio del serpente Adamo ed Eva si nascondono, si vergognano di essere guardati da Dio!
Ma nonostante la loro disobbedienza Dio reagisce con un gesto d’amore, un gesto di misericordia: «Il Signore Dio fece all’uomo e a sua moglie tuniche di pelli e li vestì» (Gen 3,21).
Vestire qualcuno vuol dire prendersene cura, donargli dignità: ero nudo e mi avete vestito, è una delle opere di misericordia!
Umanamente è veramente faticoso (forse impossibile) prendersi cura di qualcuno che ci ha tradito, deluso, abbandonato, ma l’amore immacolato è l’amore senza la macchia dell’io!
L’amore immacolato non è l’amore che non si ribella, che non prova sentimenti, che non si commuove, che non dubita ma è l’amore libero da ogni egoismo, l’amore che non si ripiega su sé stesso, è l’amore che si sporca con l’umanità dell’altro.
È l’amore di Maria che, sebbene in cinta, non esista a sporcarsi i piedi con la polvere della strada per andare ad aiutare Elisabetta l’anziana parente, prossima al parto.
In Maria, Dio rinnova il suo amore per l’umanità: in Cristo la storia sarà ricapitolata! L’immacolata concezione non è quindi solo un privilegio dato a Maria ma è soprattutto l’annuncio che Dio vuole rifare l’alleanza che l’uomo ha spezzato.
In Cristo l’alleanza è rinnovata, in Maria l’alleanza è proclamata!
Maria anticipa quella liberazione che dopo la risurrezione di Cristo si compirà in ogni uomo attraverso il battesimo.
Maria è nuova creatura in vista di Cristo, come ogni uomo è nuova creatura attraverso il battesimo.
Mi preme sottolineare due aspetti importanti, che una lettura abitudinaria rischia di relegarli a semplici corollari al racconto:
- Dio raggiunge l’umanità nelle periferie della storia.
Dio entra nell’ordinarietà della vita di Maria a Nazareth, in Galilea paese “anonimo” estraneo ai luoghi di potere e alle vie di comunicazione, per insegnarci che l’amore vero non cerca visibilità.
- La vita può ricominciare anche quando tutto ci sembra impossibile, sterile.
Elisabetta genera quando tutto sembrava perduto! Interessante è l’accento posto sul mese di gestazione: “sesto mese per Elisabetta” forse un rimando al sesto giorno quando venne creato l’uomo.
Sono le vite che consideriamo inutili, quelle da cui Dio, sceglie di dare un nuovo inizio.
Chiediamoci allora: Mi sto nascondendo anch’io nelle mie relazioni più significative? Quanto spazio trova in me la Parola di Dio?
IIAvvento_2024