La figura dell’accolito

Lunedì 29 aprile 2019 nella Cattedrale di S. Pietro a Bologna sono stati istituiti 18 accoliti, 14 nuovi accoliti e 4 in percorso diaconato.  Fra quei 14 nuovi accoliti vi erano anche 4 parrocchiani della nostra zona: Andrea Accorsi della parrocchia di Pieve di Budrio, Massimiliano Bonini, Domenico Madonia e Marco Giovannini della parrocchia di S. Lorenzo.

Ma molti parrocchiani ancora si domandano: che figura è l’accolito, quando è nata e quali sono i suoi compiti?

Durante la veglia di preghiera per i nostri quattro accoliti che si è tenuta il 22 aprile u.s., Giorgio Mazzanti, accolito di Pieve dal 2011, così scrive:

Il termine “accolito” deriva da un verbo greco che significa “seguire” o anche “servire”. L’accolito quindi è il ministero affidato a coloro che, nella Chiesa, sono chiamati a servire i Pastori, a collaborare strettamente con loro nella specifica missione a loro affidata e ad offrire ai fratelli un servizio ispirato ad una sincera carità, soprattutto nel momento in cui questa carità si manifesta e si celebra, vale a dire durante la celebrazione eucaristica. 

Già dal VI secolo gli accoliti avevano a Roma una loro importanza: aiutavano all’altare il presidente dell’assemblea, inoltre avevano anche altre mansioni: accompagnare il vescovo nelle sue visite; compiere sempre per il Vescovo ambasciate e portare ordini.

In forma straordinaria e come aiuto ai diaconi e ai presbiteri, gli accoliti avevano anche il ministero della distribuzione della Comunione. Erano loro, che portavano il fermentum, ossia una piccola parte, del pane consacrato dal Papa nella sua Messa, alle varie chiese di Roma, quale segno di comunione tra il vescovo di Roma e i presbiteri che celebravano i santi misteri nelle chiese succursali.

Col passare del tempo, e precisamente dall’alto medioevo, la liturgia cominciò a perdere questi connotati, ed inevitabilmente anche la funzione dell’accolito si ridusse. Diventò via via un semplice “inserviente” del prete che ormai celebrava singolarmente la S. Messa, mentre nelle celebrazioni solenne mantenne l’incombenza di portare i ceri e servire all’altare.
L’accolitato e il lettorato si sono conservati anche come “ordine minore”, come gradino necessario per accedere all’ordinazione sacerdotale, ma, di fatto, poco rilevante come “ministero” ecclesiale.

E’ stato Paolo VI attraverso  il “motu proprio” “Ministeria Quaedam” a ridare vigore e peculiarità a questo ministero nella Chiesa, che oggi può essere conferito anche ai laici, con precise e indicative funzioni e requisiti

Possiamo quindi vedere come l’accolito sia a servizio del mistero più grande che è l’Eucaristia, l’unico pane che, sostenendoci nella sfida dell’amore, ci permette di essere una comunità.

Nell’Ordinamento Generale del Messale Romano, i compiti dell’accolito vengo descritti nei seguenti articoli che così recitano:

  1. L’accolito è istituito per il servizio all’altare e per aiutare il sacerdote e il

diacono. A lui spetta in modo particolare preparare l’altare e i vasi sacri, e,

se necessario, distribuire l’Eucaristia ai fedeli di cui è ministro

straordinario.

Nel ministero dell’ altare, l’accolito ha compiti propri che egli stesso deve

esercitare (Cf. nn. 187-193).

  1. C) COMPITI DELL’ACCOLITO
  2. I compiti che l’accolito può svolgere sono di vario genere; molti di essi

si possono presentare contemporaneamente. Conviene quindi distribuire i

vari compiti tra più accoliti; se però è presente un solo accolito, svolga lui

stesso gli uffici più importanti, e gli altri vengano distribuiti tra più

ministri.

Riti iniziali

  1. Nella processione all’altare, l’accolito può portare la croce, affiancato

da due ministri con i ceri accesi. Giunto all’altare, colloca la croce presso

l’altare, affinché sia la croce dell’ altare, altrimenti la ripone in un luogo

degno. Quindi va al suo posto in presbiterio.

  1. Durante l’intera celebrazione, è compito dell’accolito accostarsi,

all’occorrenza, al sacerdote o al diacono per presentare loro il libro o per

aiutarli in tutto ciò che è necessario. Conviene pertanto che, per quanto

possibile, occupi un posto dal quale possa svolgere comodamente il suo

compito, sia alla sede che all’altare.

Liturgia eucaristica

  1. In assenza del diacono, terminata la preghiera universale, mentre il

sacerdote rimane alla sede, l’accolito dispone sull’altare il corporale, il

purificatoio, il calice, la palla e il Messale. Quindi, se necessario, aiuta il

sacerdote nel ricevere i doni del popolo e, secondo l’opportunità, porta

all’altare il pane e il vino e li consegna al sacerdote. Se si usa l’incenso,

presenta il turibolo al sacerdote, e lo assiste poi nell’incensazione delle

offerte, della croce e dell’altare. Quindi incensa il sacerdote e il popolo.

  1. L’accolito istituito, se necessario, può, come ministro straordinario,

aiutare il sacerdote nella distribuzione della Comunione al popolo100. Se si

fa la Comunione sotto le due specie, in assenza del diacono, l’accolito

presenta il calice ai comunicandi, o tiene lui stesso il calice, se la

Comunione si dà per intinzione.

  1. L’accolito istituito, terminata la distribuzione della Comunione, aiuta il

sacerdote o il diacono a purificare e riordinare i vasi sacri. In assenza del

diacono, l’accolito istituito porta i vasi sacri alla credenza e lì, come si usa

abitualmente, li purifica, li asterge e li riordina.

  1. Terminata la celebrazione della Messa, l’accolito e gli altri ministri,

insieme al sacerdote e al diacono, ritornano in sagrestia processionalmente

nello stesso modo e ordine con il quale erano arrivati.

 

In parole povere l’accolito è il servo dei servi.

L’accolito è colui che aiuta il parroco in sintonia con lui, ossia condividendo in pieno tutte le decisioni del parroco nel servire la comunità parrocchiale.

L’accolito è un punto di riferimento per la comunità parrocchiale in cui opera ed è costantemente un testimone della fede in Cristo in ogni sua azione quotidiana.

L’accolito è colui che, da quando ha risposto “Eccomi” all’inizio della sua istituzione, non smette di dire mai “eccomi” ogni qualvolta  il parroco lo chiama a servire i fratelli e le sorelle della comunità ed in particolare i più bisognosi.

Ed ora vi lascio alla visione di alcune foto della cerimonia del 29 aprile che rimarrà a lungo nei nostri cuori.

 

Andrea  Accorsi