Omelia di p. Antonio nella IV domenica Avvento B

La liturgia nell’imminenza del Natale propone il brano evangelico dell’Annunciazione.

Le letture ci indicano due modi di interpretare l’Avvento, di vivere l’attesa: quello di Davide e quello di Maria.

Uno (Davide) è preoccupato di allestire uno spazio esterno per Dio.
L’altro (Maria) è disponibile ad offrire uno spazio interiore di ascolto e di accoglienza: “Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto”.

Maria si inserisce nel piano di Dio con fede e nella donazione più completa, Davide si agita molto, vuole fare qualcosa di appariscente … Forse anche il nostro Avvento rischia di assomigliare più a quello di Davide che a quello di Maria, perché ci si affanna a preparare il Natale piuttosto che prepararsi al Natale.
Ma per fortuna c’è lei a riportarci alla semplicità, all’essenzialità: con il suo atteggiamento di ascolto, di silenzio più efficace di ogni parola.
Dio ha bisogno di lei, ha bisogno di poter disporre di una creatura disponibile alla sua azione, una creatura non ingombrata né dalle cose né da se stessa, una creatura che partecipi al suo piano.
Una creatura che non dica: “Ecco che cosa ho pensato, ecco che cosa ho deciso, ecco che cosa ho preparato”, ma che dica semplicemente: “Eccomi”.

A tutti, rivolgiamo un augurio di Buon Natale